3. ℐ 𝓀𝓃𝑜𝓌 ℐ 𝒸𝒶𝓃 𝒷𝑒 𝓈𝑜 𝒸𝑜𝓁𝒹

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L'anima ha impenetrabili nascondigli.

Alexandre Dumas


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Lo guardo esterrefatta

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Lo guardo esterrefatta.

Resto in silenzio per qualche secondo.

Sto aspettando che mi dica che sta scherzando, che scopra le sue carte e che la sua seria espressione si tradisca con l'accenno di un sorriso. Ma Axel non fa niente di tutto ciò, anzi alza le spalle e scuote la testa lentamente.
Forse sta cercando di rimettere insieme i pezzi.

Deve essersi sballato parecchio.

Mi tolgo il trench e approfitto del suo silenzio per andare davanti allo specchio del bagno.

Devo capire se in me c'è qualcosa che non va.

Con le mani mi tiro la pelle del collo per trovare anche il più piccolo segno.

Deve pur aver lasciato una traccia.

Non mi sono inventata niente.

Quello sconosciuto esiste.

Era reale, mi dico. Quando in realtà so di averlo dubitato anch'io.

«Come fai a non ricordarti niente, Ax?»

«No, Nay.» mi blocca. «Io mi ricordo tutto.» Vedo il suo riflesso dallo specchio. «Non ho vuoti di memoria e posso assicurarti che tu...» Mi indica mentre continua a rimanere seduto sul divano. «Nel pub ieri sera non ci sei mai entrata. Io non ti ho visto ed ero preoccupato da morire.»

Il mio sguardo sprofonda nell'oblio e sento il cuore fermarsi nell'instante in cui finisce di parlare. Ciò che ha detto, il tono di voce che ha appena usato, così pacato e accondiscendente, non è da lui. E il motivo può essere solo uno.

OMBRE D'EGITTO 1, il mistero del fiore di loto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora