Fissò con aria fredda e impassibile il padre, Grisha, improvvisamente interessato alla sua vita, dopo mesi di assenza se non un'intera vita. «tua madre mi ha detto che ti sei fidanzato» alla fine con Armin concordò di sfruttare quei termini, in maniera velata, con le loro famiglie:fidanzato, fidanzamento, coppia e così via.
«mh, così pare» mormorò non interessato a parlarne con lui, ma insistì.
«si chiama Armin, giusto?» Eren si limitò ad annuire, odiando che si stesse avvicinando anche a lui quando lo voleva il piu lontano possibile. «com'è? Spero sia meglio di quel Floch che ti eri trovato» non poteva dargli torto, non piaceva nemmeno alla mamma.
«è bravo e intelligente»
«quindi studia?»
«anche Floch studiava» gli ricordò seccato.
«okay, ma hai precisato che è intelligente. Che studia?»
«lettere, sta al secondo anno»
«allora ci credo che è bravo» commentò Grisha sarcasticamente ed Eren si accigliò.
«se devi cominciare a giudicarlo vat-»
«no, no, scherzo. Come siete suscettibili al giorno d'oggi...» Eren fece finta di essere occupato al cellulare, ma Grisha non abboccò al suo implicito invito di porre fine alla conversazione. «tu stai studiando?» si limitò ad annuire, evitando di rinfacciargli che avesse iniziato tardi a causa sua. Non per codardia, già lo fece altre volte, ma per stanchezza. «bene, non farti distrare» neanche lo infastidì né lo innervosì, ormai per il padre non aveva più un briciolo di sentimento.
Appena se ne andò, si rivolse alla madre, la quale giocherellava tranquilla a Candy Crush sul cellulare. «chi ti ha detto di dire a Grisha di Armin?» chiese retorico. Carla non tolse gli occhi dallo schermo colorato.
«prima o poi doveva saperlo, no?»
«no, non volevo farglielo sapere. Ora pare che lo vuole conoscere»
«ed è una cosa così brutta che abbia riguardo nei tuoi confronti?» non capì dove fosse il problema.
«sì, perché prima non l'aveva per nessuno di noi» le ricordò incredulo che fosse dalla sua parte, quando non molto tempo fa lo malediceva ogni volta che poteva. La sentì sospirare, smise di giocare per legarsi i lunghi capelli in una coda.
«lo so, in verità mi è sfuggito» si giustificò, sotto lo sguardo del figlio poco convinto. «stava iniziando a parlare di Zeke che ha trovato un bel lavoro in qualche, tipo, azienda milionaria dal nome strano. Sai quel tono da superiore che ha sempre fatto? Ecco...mi dava un fastidio e volevo vantarmi di te, in qualche modo» spiegò desolata. Eren ammise che fosse buffa, come una ragazzina gelosa. «gli ho detto anche dell'università, ma era più interessato ad Armin e la sua famiglia»
«gli hai detto che li hai conosciuti?» chiese, capendo che Grisha avesse rosicato un po'.
«certo, era così curioso! Voleva sicuramente esserci» ridacchiò tra sé e sé alla faccia piena di invidia che mostrò, involontariamente. Rise anche Eren.
«stavolta ti perdono, ma non parlare male di Zeke che gli voglio bene, lo sai» puntualizzò.
«se questo è parlar male...» commentò. «comunque nemmeno a lui hai detto di Armin?»
«non ho avuto tempo»
«mh, d'accordo. Ma diglielo o finirò per farlo io» Eren sobbalzò, negandole quel permesso e la fece ridere.
In quel periodo l'università fu una preziosa distrazione e poteva contare sulle proprie nuove amicizie, benché non sapessero nemmeno cosa colpì Armin. «ma sei scemo? Lo sai che mo il maestro ti fa un culo tanto» all'inizio l'amica Historia le diede l'impressione di essere timida e carina, ma più la conobbe più diventò schietta e, a tratti, scorbutica. Ma per Ymir, l'altra sua amica, era semplicemente il suo modo di voler bene.
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l'inesistenza del mio amore//eremin
FanfictionDipinto "Piano hands" di Dandelion Smudges.