5

31 6 3
                                    

Caro Eren,
ti scrivo pateticamente questa lettera all'inizio di quel che, dovrebbe essere, un percorso di accettazione. Ammetto di essere terribilmente spaventato perché significa che dovrò scavare, scavare molto in fondo...ma scriverti mi concede un po' di conforto e credo che continuerò a farlo. Non so nemmeno cosa vorrei scriverti, sto solo consumando buona carta e l'inchiostro nero di un'antica penna che mi regalò il nonno, per il mio decimo compleanno:mi ripromisi di usarla solo per questioni importanti e questa mi sembra esserla, perché scrivo a te. Rassicurarti mi darebbe la fama di bugiardo che già so di essere, a causa dell'inesistenza del mio amore. Quando tornerò da te, spero di avere la sicurezza necessaria per mettere in pratica ciò che mi hai detto.

Armin

-

Al ritorno di Armin, Eren ebbe l'impressione che tutto stesse migliorando:l'avvocato riuscì ad ottenere ciò che volevano e poté abbandonare il suo primo lavoro, decidendo di rimanere da Levi fino a settembre. Già sapeva dove iscriversi per completare i suoi studi, doveva solo studiare per il test d'ammissione ma aveva parecchio tempo davanti a sé. Decise di dare priorità prima a se stesso, a sua mamma che riacquisì un po' di pace e ad Armin.

Una di quelle sere, Armin lo portò a conoscere dei suoi nuovi amici e fu entusiasta che lo volesse rendere partecipe.

«dovevi esserci, Eren:sembrava un cadavere!» esclamò uno dei due, di nome Berthold. La prima cosa che notò in lui fu la stravagante altezza:vantava un metro e 90! Sfotté Armin riguardo un annedoto nel mese scorso, il quale accanto a Berthold pareva una formica.

L'altra amica dai capelli biondi e un atteggiamento più riservato, roteò gli occhi al cielo e rinfacciò a Berthold le cose come stavano: «come se tu non avessi strillato come un moccioso» Annie cammuffò una risatina in un colpo di tosse all'improvviso imbarazzo di Berthold.

«avevi promesso di non dirlo a nessuno!» esclamò, puntandole il dito contro. Armin cercò di intervenire per riportare la calma al tavolo, più chiassoso rispetto agli altri ma fallì miseramente e poggiò la testa sul braccio di Eren, sfoggiando un sorriso incoerente. «fanno sempre così» avvisò Eren che rideva ignaro. Purtroppo quel commentino non passò inosservato alle acute orecchie di Berthold.

«non dipingerci così, o almeno non me» ribadì, lasciandogli un'occhiataccia a cui Armin rise.

«ma è la verità!»

«hai dimenticato di precisare che è Annie ad instigarmi» puntualizzò, facendo ricadere la colpa sulla ragazza che sorseggiava tranquillamente il suo drink.

«se la smettessi di essere così stupido, forse non prenderesti ogni mia frase come un insulto alla tua persona» la sua verità scatenò un nuovo bisticcio, poiché Berthold sentì di essere visto come il permaloso che non era.

«sono davvero caotici» commentò Eren sincero, stringendo la mano di Armin mentre tornavano a casa. Senza l'auto era più disagevole andare in giro la sera e affrettò un po' il passo. «ma simpatici e mi sembrano brave persone» avvertì un insolito rumore alle loro spalle, tra i cespugli di una vecchia casa. Evitò di girarsi, sperando si trattasse solo di un animale randagio.

«sì, lo sono. Sono contento che ti piacciano» dopo aver chiuso con Connie, Armin avvertì la necessità di rivalutare le sue poche amicizie (ad eccezione di Jean) e di farsene nuove:in quel mese constatò che potesse vedere Marco solo come il fidanzato di Jean, non come amico; su Sasha mantenne un punto interrogativo perché lei sembrava tenerci alla loro amicizia, ma di più a quella con Connie e cominciarono a vedersi di meno. «vorrei conoscere anche i tuoi» disse poco dopo, rendendosi conto di non sapere nemmeno se ne avesse.

l'inesistenza del mio amore//ereminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora