Capitolo 4

31 2 0
                                    

ANDREA


I used to float, now I just fall down
I used to know, but I'm not sure now
What I was made for
~What  was I made for?, Billie Eilish





Avevamo una tradizione io ed Elle. Quando succedeva qualcosa a una delle due, l'altra la sorprendeva bussando alla sua finestra. Era iniziata per caso, molto tempo prima, quando Elle un giorno non venne a scuola e a me venne la pazza idea di andare a casa sua, a bussare alla finestra della sua camera. E da lì iniziò quella bizzarra tradizione: ogni volta che capitava qualcosa, anche nei litigi, sapevamo che lì, alla finestra, ci saremmo incontrate. Non parlavamo mai, lo facevamo, divenne un meccanismo automatico. Divenne il nostro luogo, al riparo da tutto e da tutti.

Ma quella sera, la tenda era chiusa, così come la finestra. Non c'era nessuno spiraglio di luce, così come anche quel piccolo spiraglio di speranza iniziò ad affievolirsi sempre di più.

Provai a bussare, prima piano e poi sempre più forte, iniziando a chiamarla, ripetutamente. Non era da me, disperarmi così tanto per una persona, come non era da Elle sparire così all'improvviso. E mi sentii anche stupida, a fare la figura della sciocca in quel modo.

C'è qualcosa che non va, dovresti investigare.

Ma va là, sappiamo tutti come stanno le cose.

Io a sto giro non penso...

Ma quando mai pensi te?

Stai zitta e lasciami capire.

Non c'è niente da capire, se la sta tirando e basta!

Ma di cosa blateri? Si vede come la conosci.

Ero combattuta tra il suonare o no al campanello dei genitori.

Al diavolo tutto il resto!

Mi decisi e suonai al campanello.

"Sì?"

La madre di Elle spuntò fuori dalla porta con fare incerto, ma quando mi vide un dolce sorriso si fece spazio nel suo viso.

"Oh Andrea, che bello vederti, che ci fai quì?"

Ricambiai timidamente la sua espressione.

"Beh, ecco... io volevo parlare con Elle perché..."

"Oh cara, Elle non c'è, non è in casa, ha detto che dopo scuola sarebbe andata a fare una passeggiata con una sua amica."

"Oh."

Rimasi spiazzata dalle sue parole. Elle non solo non era venuta a scuola, ma aveva anche mentito ai suoi genitori. E fu lì che qualcosa dentro di me si ruppe.

"Ah va bene, grazie lo stesso."

E me ne andai per la mia strada.

Iniziai ad agitarmi. Elle non aveva mai detto bugie ai suoi, e non aveva mai saltato un giorno di scuola di sua volontà. Il mio sesto senso percepì che qualcosa non andava, ma cercai di reprimere l'ansia e di calmarmi. Forse era venuta a scuola e aveva fatto di tutto per evitarmi. Il che era alquanto improbabile, dato che la scuola era piccola e, nel bene e nel male, ci conoscevamo quasi tutti. E poi, io non sapevo di nessuna amica di Elle con cui lei uscisse insieme. Non per vantarmi, ma ero la sua unica vera amica, come lei lo era per me.

Avevo un mucchio di domande in testa a cui non sapevo dare risposta, e la cosa mi metteva sempre più pressione, così decisi di mandarle un messaggio. Quello che non sapevo era che quel messaggio, a lei non arrivò mai.

Tornai a casa con un nodo in gola che non riuscii a sciogliere, così mi immersi nella lettura per distrarre la mente, che aveva voglia di farmi gli scherzi.

Amavo leggere. Fin da piccola andavo in biblioteca per ascoltare le storie che venivano lette. Crescendo iniziai a portarmi a casa e a leggere libri su libri, anche volumi grandi come una casa. Mi immergevo in un mondo tutto mio, percepivo i sentimenti dei protagonisti, e non vedevo l'ora di finire il libro. Da grande però, cominciai ad essere meno costante, fino ad avere periodi in cui non toccavo neanche un libro. Nonostante questo rimasi sempre una grande amante dei libri.

Quando quel giorno, però, sfogliai la prima pagina, una vocina nella mia testa si fece prepotente sempre più insistente, come un allarme rosso che cercava di avvertirmi. Una bandiera che vietava la balneazione, alla quale io non diedi ascolto.

Improvvisamente suonò il telefonò. Mi precipitai letteralmente a vedere il mittente della chiamata, e quando lessi il nome della madre di Elle sullo schermo, il mio cuore perse dei battiti.

Tremando, presi in mano il telefono e risposi alla chiamata. Quando terminai la telefonata, mi cadde il cellulare per terra. Tutto divenne ovattato, sfocato, non chiaro. Tutto perse significato, perché era appena crollato il castello di carta delle mie certezze.


"Elle è morta."





























*Spazio autrice

Sopresa!

Anche i fantasmi sanno scavalcare le finestreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora