Capitolo 15

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-ora chi é quello ammalato?-

- é solo un influenza-

- solo?-

rido piano

- ti ricordi quando avevo "solo" un influenza, non mi hai fatto uscire di casa per una settimana intera... lascia che per questa volta sia io a prendermi cura di te Zee pruk-

dissi prendendolo un po' in giro

una volta che aveva finito di mangiare il porridge che avevo preparato gli passo un po' d'acqua

- tieni bevi un po' -

- vuoi qualcos'altro-

- no grazie gattino, mi sa che mi riposo un po'-

- ok allora sono di sotto se hai biso-

mi interrompe

- chi ti ha detto che devi uscire... vieni qui-

anche quando é ammalato deve fare così..

mi avvicino e mi siedo sul letto di fronte a lui

....

cala il silenzio

ed ho osato chiedere

- hia... hai voglia di dirmi cos'é successo?-

dopo quella sera sono tornato a casa con lui... non potevo lasciarlo da solo, da quello che ho potuto capire sua madre é ricovera e non si é ancora svegliata. mi sento male al sol pensiero so quanto sia importante per lui, anche se sono un po' distanti, ci tiene molto...

vedo che la sua espressione cambia

- é che... é stato quel bastardo ha fatto tutto lui, io lo sapevo che non fosse una buona persona quando me lo ha presentato, ho sempre avuto una strana sensazione... poi quando sono uscito di casa le cose sono peggiorate...

sono venuto a scoprire che usava tutti i soldi per spassarsela e divertirsi... no- non sai quante volte ho provato a spiegarglielo ma non mi ha voluto credere

...........

-mamma non vedi che ti sta usando? come te lo devo far capire?!-

- zee smettila, ci tiene a me, anzi a noi ci vuole bene perché non lo vuoi accettare? é per tuo padre?... tesoro lui non c'é più... ed io devo andare avanti e lo dovresti fare anche tu.-

..........

poi per quelle poche volte che ci sentivamo al telefono riuscivo a percepire che c'era qualcosa che non andasse ma ogni volta mi diceva che andava tutto bene... ma non era verò non stava bene.

se... se solo fossi intervenuto prima tutto questo non sarebbe mai succeso...-

con la mano gli accarezzo il viso, un po' caldo per la frebbe

- é colpa mia-

no no no

- guardami-

gli prendo il viso tra le mani

- no, non é colpa tua non dirlo più-

- la cosa che più mi fa ribollire il sangue é che quel bastardo é ancora in giro...-

noto che si sta agitando

serra i pugni

- hia... andrà tutto bene-

mi sdraio vicino a lui giocando un po' con i suoi capelli

dopo qualche minuto si addormenta e ne approfitto per sistemare casa... per cena avremmo ospiti

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