Capitolo 3

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Sono passate 2 settimane e finalmente mi hanno rimesso dall'ospedale, Alexia mi è venuta a trovare molto spesso mi ripeteva sempre le stesse cose
"Stai attento"
Ma stai attento cosa, Santo Slender?! Vabbe lasciamo stare. Ero in camera mia che sistemavo la libreria quando ad un certo punto sentii cadere un libro, mi inginocchiai a terra accanto a lui e lo presi tra le braccia cullandolo
-Va tutto bene tesorino mio, va tutto bene- continuai a ripetergli, lo so sono malato di mente; lo misi di nuovo a posto e ritornai al lavoro. Dopo un po arrivò mia madre in camera
-Tesoro, c'è Christian in salotto e ha chiesto di vederti- mi disse
-Sì mamma fallo salire- le dissi ancora mettendo a posto i libri, arrivò Chri dopo 5 minuti e come al solito mi saltò addosso come un koala in calore
-CIAO KEVIN!!!- mi urlò nell'orecchio dalla felicità, mi ha rotto un timpano
-Ciao Chri- dissi levandomelo di dosso
-Che fai?- mi chiese guardando il libri da mettere a posto sulla scrivania
-Mettevo a posto ma posso prendere una pa...- non riuscì a finire la frase che Chri prese un libro che non avevo mai letto in vita mia ma intanto gli saltai addosso urlando -LASCIA STARE IL MIO GIOIELLINO!!!!-
-Hey amico stai calmo, tranzolla- disse lanciando il libro a terra che si aprì in una pagina a caso, mi diressi verso il libro e lo presi in mano. Era scritto in una strana lingua strana, eppure non era aramaico
-Di che parla?- chiese il mio frenato amico avvicinandosi a me
-Non lo so, è una lingua strana- risposi mentre sfogliavo il libro
-Prova a leggerne una riga- mi disse, presi una pagina a caso e iniziai a leggere
-Məřčûřį çhəņ řïœ qwėř hèj mì§ēř xèř...- pronunciai quella strana lingua senza difficoltà, come se la conoscessi già quella lingua che non avevo mai sentito in vita mia. Christian mi guardava con aria confusa e io feci lo stesso, ad un certo punto venne mia madre in camera mia per dirmi qualcosa ma appena mi vide con quel libro in mano corse subito da me e mi chiese
-Dove hai trovato questo libro?- rimasi perplesso a quella domanda, credo che era ovvio che stava nella mia libreria non pensava mica che l'avevo trovato nel cesso spero
-Beh nella mia libreria Fandom mamma, perché?- chiesi a mia volta, nel suo sguardo c'era una certa preoccupazione, scosse la testa sussurrando dei leggeri "no", ma che cazzo ha?
Corse di sotto con il libro in mano mentre io e Christian rimanemmo li come stoccafissi
-Ma che ha tua madre?- mi chiese il mio frenato amico
-Non lo so ma dalla sua preoccupazione che aveva in volto non è niente di buono- dissi alzandomi e andando lentamente verso le scale, le scesi e senti mia madre parlare al telefono con qualcuno
-Dovete venire subito non può stare senza non sapere nulla ormai l'avrà capito.....lo so ma ha solo 20 anni.....LO SO CHE NON È UN BAMBINO SANTO SATANA!....va bene ma fate presto- e staccò la chiamata, ma che stava succedendo? Perché mia madre si comportava così con me? Chi ha chiamato? Beh, tante domande senza risposta. Andai di nuovo nella mia camera dove c'era Chri che stava sfogliando un fumetto di Marvel
-Quindi?- chiese alzando lo sguardo verso di me e posando il fumetto
-Non lo so, mia madre non è mai stata così strana come ora- era vero, mia madre mi ha sempre raccontato tutto e io facevo lo stesso con lei, non c'erano segreti fra noi, beh...così pensavo. Mi avvicinai al letto dove c'era Christian seduto e io mi ci sedetti accanto
-Cosa dobbiamo fare?- chiese Chri
-Non lo so, dobbiamo aspettare- risposi guardando fuori dalla finestra, la pioggia cadeva fitta sul terreno e io mi sentivo triste, la pioggia mi ricorda i momenti di tristezza dove ricordavo papà, non lo mai conosciuto davvero mio padre ma dalle foto che ci sono nei cassetti di mamma, sembrava un uomo allegro, forte e che amava la sua famiglia ma poi morì. Mia madre non mi ha mai detto del com'è morto, ha sempre detto che era morto di una strana malattia di cui non c'era cura ma io non le ho mai detto che non le credevo, anche se era una buona scusa.

Passarono alcuni minuti e io morivo di fame, Chri se ne era andato da un po e quindi ero solo nella mia grande stanza, avevo finito di mettere a posto i libri e quindi non sapevo che fare, mi annoiavo, scesi dal letto e andai in cucina per prendere qualcosa da sgranocchiare. Arrivato in cucina trovai mia madre, Alexia e un ragazzo biondo con occhi azzurri
-Ehm...ciao- dissi imbarazzato, ma tutta sta gente in casa mia?! Che cos'è un party hard?
-Tesoro, tu conosci già Alexia vero?- chiese mia madre, guardai Alexia e le sorrisi ma lei mi guardó con sguardo duro e guardó il ragazzo che era accanto a lei in piedi
-Sì, ci conosciamo- risposi
-Bene, e Damien?- chiese ancora, guardai il ragazzo che mi guardava con i suoi occhi cielo e si avvicinò a me
-No, non ci conosciamo Iris- disse Damien mentre ci stringevamo la mano
-Kevin- mi presentai
-Damien, sono il fratello di Alexia- disse lui guardando la sorella, rimasi un po a guardala per un po fino a quando non mi venne in mente una cosa, PERCHÉ HA CHIAMATO MIA MADRE IRIS?! Staccai la mia mano dalla sua e feci un passo indietro
-Aspettate, mamma- la guardai -Perché ti ha chiamato Iris?!- chiesi
-Kevin, siediti- disse lei
-No!- dissi alzando la voce -Ora mi spiegate che cazzo sta succedendo! Prima mi aggrediscono per una cosa che non so e ora tu fai un party hard con la ragazza più carina della scuola e suo fratello!- dissi abbastanza incazzato, Alexia rideva sotto i baffi con il fratello invece mia madre mi guardava male. Respiravo affannosamente per la rabbia poi mia madre aprì bocca
-30 anni fa, incontrai un uomo con i capelli castani con gli occhi color smeraldo in un pub, iniziammo a conoscerci e frequentarci per un po fino a quando non venni incinta- mi guardó -Lui, quando gli dissi che ero incinta, mi disse che non potevo tenere il bambino, io gli chiesi il motivo e lui mi disse che era un demone e che il bambino poteva essere una minaccia per la sua razza, io gli dissi che non me ne fragava nulla se era un demone perché lo amavo, ci mettemmo a piangere perché ci amavamo a vicenda. Passarono nove mesi e nacque il bambino e lo chiamanmo Kevin- mi sorrise -Sapevamo che da grande poteva avere degli istinti demoniaci quindi facemmo in modo di non farglielo fare. Quando il bambino ebbe 3 anni, suo padre fu ucciso da un popolo che venne a sapere del bambino, allora noi dovemmo trasferirci a New York. Prima di morire il padre del piccolo mi lasciò in custodia un libro, il libro delle maledizioni e mi raccomandò di non pronunciare mai una maledizione o di leggerle- raccontò ma poi Alexia si intromise
-Ma questo bambino a 20 anni non si fece i cazzi suoi e ci mise tutti in pericolo, scatenando così la guerra dei 1000 anni-
Ma io mai mettermi le mani nel culo?!

Il demone della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora