Più giù andrai e le Lande Segrete troverai
-Kevin, Kevin!- sentii la voce di mio padre chiamarmi, mi svegliai e mi ritrovai abbracciato con Alexia e mio padre inginocchiato con un sorrisino sul volto
-Buongiorno- disse mio padre alzandosi e prendendo uno zaino
-Giorno- dissi a bassa voce per non svegliare Alexia che era ancora addormentata
-Vedo che hai dormito bene- disse indicando Alexia, io la guardai e senza svegliarla mi tirai via da quell'abbraccio
-Sì- presi dallo zaino un panino al prosciutto e iniziai a mangiarlo, o meglio divorarlo. Papà mi guardava con un sorriso sul volto e poi mi disse
-Hai gli occhi di tua madre- lo guardai ancora masticando il panino e poi ingoiai
-Perché non sei tornato? Perché non sei tornato da noi se sei ancora vivo?- chiesi abbassando lo sguardo verso le mie scarpe
-Era troppo pericoloso, avrei messo in pericolo te e tua madre, e io questo non volevo che succedesse- rispose guardandosi le mani -Avevo pensato di tornare ma, col pensiero che voi sareste stati in pericolo per me no, non potevo permetterlo-
-Almeno potevi mandarci tue notizie, una lettera, qualcosa- dissi alzando un po la voce
-Kevin...- iniziò la frase ma non glielo permisi
-Sei stato qui! Per 17 anni, facendoci credere che eri morto! MORTO! E invece sei qui, in questa stupida grotta con una guerra che sta per iniziare la fuori! Tu cosa farai, eh? Cosa farai tu? Starai qui ad aspettare che la guerra finisca o combatterai? Qual'è la tua scelta? Io la mia l'ho già fatta, qual'è la tua!?- chiesi guardandolo con sguardo di fuoco. Ero arrabbiato con lui, ci aveva abbandonati quando io avevo solo 3 anni facendoci credere che era morto quando in realtà è vivo e vegeto, continuai a guardarlo in silenzio e poi rispose
-Io combatterò con te se vorrai, e poi sono rimasto qui per proteggervi! Perché se fossi venuto a casa gli altri demoni che mi credevano morto mi sarebbero venuti a cercare e questa volta avrebbero preso anche te e tua madre. Secondo te, Kevin, secondo te è facile vedere la propria famiglia morire davanti ai tuoi occhi?- disse guardandomi negli occhi
-Tu che ne sai?- chiesi con un filo di rabbia nella voce
-Quando mi portarono via mi legarono in una sedia e mi fecero vedere le torture subite dai miei genitori e la loro morte, non pensare che era tutto in una Tv ma tutto dal vivo, io seduto su una sedia a guardare i miei genitori morire lentamente senza far nulla- gli scese una lacrima -Senza far nulla lo capisci? Potevo solo star lì a guardarli e a piangere la loro morte, è così che ci fanno soffrire, uccidendo i nostri cari e io non volevo vedere quella scena con voi che venivate torturati- si asciugò le lacrime che gli erano scese sulle guance e poi si tirò in piedi -Sappi che io volevo solo proteggervi- e se ne andò a sedere vicino al fuoco, mi girai dall'altra parte e vidi Alexia guardarmi, mi avvicinai a lei e con un sorriso rassicurante le accarezzai la guancia
-Non dovresti trattarlo in quel modo, è pur sempre tuo padre- mi disse guardandomi negli occhi
-Lo so- dissi alzandomi per poi essere seguito da lei, presi lo zaino e andai verso l'uscita della grotta
-Dove state andando?- chiese la voce di mio padre
-Dobbiamo trovare gli altri, non possiamo stare per sempre quo dentro- risposi freddo e camminai fuori. Arrivai all'esterno della grotta e vidi solo deserto, il cielo era sempre cupo e la terra dopo quel terremoto non sembrava più la stessa, sentii dei passi dietro di me, mi girai e vidi Alexia con accanto mio padre. Guardai mio padre e dissi
-Dove dobbiamo andare?- lui si fece avanti e guardó il cielo
-Dobbiamo seguire quella stella- indicò una piccola stella che a malapena si riusciva a vedere attraverso il grigio scuro del cielo
-Dove ci porterà- chiese Alexia avvicinandosi a noi, mio padre si girò verso di noi e ci guardó
-Alla Capala-Sono ore che camminiamo e non facciamo altro che seguire qual la stupida stella, mi guardo intorno e vedo che Alexia è rimasta indietro, vedo che sta riprendendo fiato e decido di aspettarla. Appena finisce di riprendere fiato si mette a schiena dritta e si avvicina a me
-Potevi anche andare avanti, io non ho paura- disse camminando con me affianco
-Io non ti lascio indietro- dissi guardando dritto, poi l'istinto mi disse di fermarmi
-Kevin, che c'è?- mi chiese Alexia fermandosi a qualche metro da me, la terra si spacco davanti a noi ma senza far nessun rumore, non era come il terremoto di ieri. Un'altra crepa si formo sotto i nostri piedi e vidi che formavano una croce, guardai Alexia che mi guardava con della preoccupazione sul volto, vidi che mio padre si era fermato vicino ad Alexia così gli chiesi
-Questa è la Capala?!-
-No- disse -Siamo sopra le Lande Segrete-
-Cioè?- chiesi cercando di capire cos'erano le Lande Segrete
-È dove mettiamo i corpi dei morti- disse Alexia -Fra un po la terra sotto di noi si romperà e noi faremo parte delle Lande Segrete- guardai le crepe e cercai di pensare a qualcosa che potevamo fare ma non mi veniva in mente nulla, senti la terra rompersi sotto di me e caddi nel vuoto, guardai in alto e vidi il cielo che diventava sempre più cupo per la scarsa luce che c'era dentro alla crepa dove stavo cadendo, chiusi gli occhi lasciando che la mia fine facesse il suo compito e l'ultima cosa che vidi furono degli occhi, sembravano gli occhi di Alexia che man mano diventavano rossi...Mi risvegliai e mi ritrovai nelle Lande Segrete, mi guardai intorno e vidi i corpi dei morti, presi il mio zaino e trovai una torcia che subito accesi per il troppo buio, vedevo solo morti poi sentii un pianto. Corsi verso il pianto e trovai Alexia accasciata a due corpi, uno di un uomo e l'altro di una donna, piangeva e singhiozzava e a volte sentivi dei leggeri "Vi voglio bene" che poi venivano sommersi dalle lacrime, mio padre piangeva davanti ai corpi di un uomo e di una donna che di sicuro erano i miei nonni. Mi avvicinai ad Alexia e l'abbracciai
-Mi dispiace- le sussurrai mentre le accarezzavo i capelli
-Erano i miei genitori- disse tra i singhiozzi
-Shhh lo so, lo so- la baciai sulla fronte e continuavo a tranquillizzarla.
Mio padre si avvicinò a noi e disse
-Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui, e subito- presi Alexia in braccio e segui mio padre dentro all'oscurità. Camminammo per un po e più guardavo indietro e più l'oscurità diventava tetra ma poi sentimmo una voce
-C'è qualcuno?- chiese la voce però noi non rispondemmo, poteva essere un nemico
-Aiuto!- disse ancora la voce adesso però con del dolore dentro, mi avvicinai a mio padre che in quel momento aveva messo a bassa luce gli occhi, perché i demoni vedono al buio grazie agli occhi che si illuminano, e gli dissi a bassa voce
-Può esserci d'aiuto, non credi?-
-No, niente qui è d'aiuto quindi continuamo per la nostra strada- mi rispose, alzò di nuovo la luce degli occhi e continuammo per la nostra strada, altre voci sentivamo che dicevano
-Abbiamo fame-
-Aiutateci-
-Vi prego aiutatemi-
-Dateci dell'acqua, del cibo-
Mio padre camminava dritto senza fermarsi, sapeva che erano qualcosa di pericoloso quelle voci per questo restava zitto e camminava senza voltarsi indietro.
Le voci continuavano e io non facevo altri che dirmi di restare zitto e di non voltarmi indietro
-Kevin, non pensare che sono persone vere- mi disse Alexia che dopo essersi ripresa decise di camminare con le sue gambe e non di essere portata in braccio -Sono solo creature che vogliono attirare l'attenzione di chi è sopravvissuto alla caduta nelle Lande Segrete, loro ci uccideranno e ci lasceranno marcire qui se ci avviciniamo- la guardai e poi continuai a camminare.-Luce!- gridò mio padre appena arrivammo all'uscita delle Lande Segrete, facemmo per velocizzare il passo ma i muri e la terra intorno a noi iniziarono a tremare
-Muoversi! Se rimaniamo qui moriremo schiacciati!- gridò Alexia cominciando a correre verso l'uscita, io e mio padre ci guardammo negli occhi e poi corremmo verso l'uscita. Massi cadevano a terra, mettendoci in difficoltà a passare, Alexia era uscita fuori e continuava a gridarci di essere veloci, mio padre ed io correvamo come matti per raggiungere l'uscita, schivando i massi che cadevano. Papà fece un balzo e uscì fuori raggiungendo così Alexia che lo aiutò ad alzarsi, io feci lo stesso ma un masso mi bloccò a terra, intrappolandomi la gamba. Urlai di dolore, era lancinante faceva un male cane, Alexia e mio padre mi presero e cercarono in tutti i modi di tirarmi fuori da li e alla fine ci riuscirono, e anche giusto in tempo perché mi sarebbe caduto un masso enorme in testa uccidendomi
-Tutto bene?- mi chiese Alexia
-Sto bene, ma la gamba...- risposi guardandomi la gamba sanguinante, fin troppo, vidi anche l'osso della gamba uscirmi fuori. Svenni.

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Il demone della notte
Misteri / ThrillerUna guerra, iniziata 1000 anni fa per poi riniziare nel giorni nostri, per colpa di un ragazzo che ha commesso un errore banale. Potremo sconfiggerla? Una storia d'amore e azione allo stesso tempo.