Il giorno dopo Jessica si svegliò e guardò l'ora 8.30 " perfetto" pensò lei. Oggi la sua classe entra due ore dopo per l'assenza del prof di italiano. Meno male. Si alzò, completamente nuda, e si prese un' asciugamano blu dell'albergo. Entrò in bagno e si fece una doccia calda per lasciarsi indietro la notte di grida e piacere... uscì e guardò se c'era ancora il pugnale, si era ancora là immacolato e aspettava di essere usato. Si guardò allo specchio e cercò una spazzola per i suoi capelli mossi ma ordinati, si spazzolò e dopo aver sciolto tutti i nodi si guardò allo specchio e si spaventò perché dietro di lei c'era John a petto nudo, per fortuna si era messo un paio di boxer
- Cosa ci fai a quest'ora sveglia? - disse John avvolgendola in un abbraccio che si rivelò un bacio appassionato.
- Devo andare al lavoro... mi hanno permesso di entrare alle 9.15 - disse lei guardandolo negli occhi
- Non puoi andare oggi? -disse lui facendo gli occhi dolci
- No... Vorrei tanto restare ma oggi devo parlare con il capo e poi mi devo vestire diversamente, lasciami il tuo numero così magari ci sentiamo - disse Jessica entusiasta
- Si - poi John prese una penna e scrisse il numero sulla sua pancia.
- Così ti ricorderai di me- sussurrò John infilando la mano sulla schiena di Jessica cominciando a salire. Fece cadere l'asciugamano a terra e John baciò Jessica con foga, Jessica mise le mani intorno al suo collo e allacciò le gambe intorno al suo bacino. John la mise sul lavandino e scese con le mani fino al sedere che cominciò a palpare, Jessica cominciò a tirare i capelli di John facendolo sussultare. Poi si staccarono e lei si rimise l'intimo, ma si rese conto che non aveva niente da mettersi tranne il vestito
- Metti questi - disse John porgendo un paio di Jeans e un maglione
- Grazie - disse lei avvicinandosi per dargli un bacio a stampo
Si mise i pantaloni e il maglione... le stavano enormi ma almeno aveva qualcosa addosso, le scarpe erano quel che erano. I tacchi non stavano benissimo con quel outfit ma si doveva adattare, prese la pochette ed entrò in bagno per prendere il pugnale. Poi uscì insieme a John per fare colazione, entrati nell'ascensore Jessica cominciò a baciarlo con foga prendendolo per il colletto, John chiese il permesso per entrare nelle labbra di Jessica e glielo diede. Le loro lingue cominciarono a danzare insieme senza mai staccarsi e dopo un paio di secondi si staccarono e presero un po d'aria
- Peccato che non puoi rimanere... - disse lui mentre toglieva una ciocca di capelli dal viso di Jessica
- Ci possiamo sempre vedere qualche volta- disse lei
Lui annui. Quando l'ascensore si aprì lui prese per il polso Jessica e la condusse nella sala dove si faceva colazione
Enorme. Aveva tre enormi lampadari in cristallo che pendevano dal soffitto, le pareti erano in velluto rosso porpora, le sedie in un rosso sangue con le decorazioni in oro brillante e i tavoli avevano una tovaglia color avorio con rifiniture in crema.
- Si sieda prego- disse John con una risata
- Con piacere- disse lei sedendosi di fronte a lui.
Era da tanto che non si divertita così. Che rideva così. Che non viveva da così tanto tempo. Ripensò a quando era piccola ed era andata insieme ad i suoi genitori al parco giochi. Diceva a suo papà, che spingeva altalena "ancora ancora" oppure a sua mamma di stare ancora un po sul dondolo.
Ma purtroppo quei tempi non c'erano più e lei era cresciuta da quel giorno.
- Cosa prendi? - disse John distraendola da i suoi pensieri
- Un cappuccino, grazie- il cameriere prese nota e se ne andò lasciandoli soli
- Ehy... cos'hai? - disse John mettendogli la mano sulla sua
- Niente perché? - disse lei ritirando la mano
- Ti vedevo turbata-
- No no... non ti preoccupare - poi prese il cellulare e guardò l'ora 8.50
- Ti dispiace se devo andare? - disse lei alzandosi
- Un po - e anche lui si alzò
- Accompagnami - lei gli porse la mano e lui la prese sotto braccio.
La accompagnò nel parcheggio sotterraneo dove lui fece salire Jessica sulla Ferrari California di John
- Dove la devo portare? - disse lui in modo scherzoso, accese il motore e uscirono.
- Grattacielo 15 - lui fermò la Ferrari e la guardò
- Mi prendi in giro? -
- No perché? -
- Abiti così lontano?- fece una pausa - ci metterò almeno mezz'ora senza traffico-
- Avremo più tempo per stare insieme- disse lei avvicinandosi per lasciargli un dolce bacio a stampo.
- Hai ragione- disse lui accelerando, sfrecciando in autostrada.
John cliccò un tasto e il tettuccio si aprì lasciando il cielo scoperto, i capelli di Jessica improvvisamente si scatenarono in aria e lei dovette mettersi gli occhiali Rai Ban per proteggersi dai raggi del sole. John si mise anche gli occhiali Rai Ban per guardare senza difficoltà la strada
- ma questa non è una Ferrari California? - disse lei
- Infatti mio padre la fatta modificare - disse John mettendo la mano sulla gamba di Jessica
- Ti posso dire una cosa? -
- dica -
- ma tu hai una ragazza? - disse lei con un po di imbarazzo
- No - disse lui prendendo l'imbocco per Los Angeles Nord
- Perché mi fai sta domanda-
- Ne dovresti avere molte se ti comporti così-
- Ma mica mi comporto così... solo con te mi sono comportato così- disse lui fermandosi al semaforo
- Doppio giochista- disse lei ridendo
- In effetti- disse lui ricambiando
- Siamo arrivati bella- disse lui fermandosi davanti all'entrata
-Ci sentiamo così ti ridò i vestiti- disse lei sorridendo
Lui scese dalla macchina e si avvicinò a lei. La prese per i fianchi e posò le sue labbra su quelle di Jessica, lei ricambiò.
- se vuoi te li puoi tenere- disse lui togliendo una ciocca di capelli dal viso di Jessica
- Mi stanno enormi- disse lei sussurando
- Chiamami quando hai bisogno di me, ok piccola? - lei annuì allontanandosi da lui. Lo vide andar via sfrecciando tra le vie.
- Allora che fai là imbambolata? - disse una voce dietro di lei
- Hai visto tutto? - disse Jessica girandosi verso Jack
- Secondo te? - disse lui avvicinandosi
- Devi smetterla di seguirmi -
- dai andiamo o farai tardi-
- Per dirla tutta ho ancora mezz'ora di vita- disse lei entrando nel grattacielo
- Jack ?- chiese lei nell ascensore
- si? -
- Noi abbiamo ancora qualcuno? - disse lei facendo la cosa seria
- Non lo so, piccola- disse Jack prendendo Jessica nelle braccia
Da quando De Lion gli aveva tolto i genitori Jessica e Jack erano rimasti soli e nessuno gli aveva mai cercati. Jessica era sotto tutela di Jack visto che aveva 20 anni e Jessica 16.
Arrivati a casa lei corse in camera sua e si cambiò: si mise degli shorts Jeans, una maglietta con degli strappi di dietro e le sue adorate Vans nere basse, prese lo zaino Eastpack verde acqua, la sua giacca di pelle e scese in cucina visto che lei non aveva ancora fatto colazione.
Jack gli aveva preparato un panino con burro d'arachidi che Jessica divorò in un minuto
- Calma eh... mica ti stanno correndo dietro- disse Jack ridendo
- Lo so... ma ho fame- disse lei pulendosi la faccia
- Dai andiamo- disse Jack prendendo le chiavi delle moto
Scesero nei parcheggi e montarono sulle moto. Jessica sulla sua Yamaha rosso fiammante, invece Jack su una Bmw nera
- mi raccomando alle quattro a casa- disse Jack mettendosi il casco e montando sulla moto. Jessica si prese una gomma e si mise il casco. Montò sula moto la accese ed uscì avviandosi verso la scuola.
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Spie. Un gioco sporco
AksiSe vuoi diventare quello che vuoi, basta avere il coraggio di diventarlo. Undici anni fa la vita di Jessica cambiò radicalmente. E non è facile vivere una vita doppia. Si esatto. Doppia. Lei non è come le altre ragazze. Lei è una spia. ...