1 novembre | 7:00 a.m.
Quando la sveglia suonò, Annabeth stava fissando il soffitto da 6 ore. Odiò sé stessa per non essere riuscita ad addormentarsi la sera prima.
Il giorno prima aveva cominciato la giornata con la polizia alle calcagna, poi la Moyasamu li aveva incastrati, lei e i suoi amici erano stati incolpati di omicidio, stavano rischiando per la terza volta in un giorno di morire in un terremoto e, come se sono bastasse, ora anche la gemella di Noah misteriosamente risuscitata.
"Caspita, che giornata" Annabeth sentiva tutta la sua vita essersi stravolta.
Si chiese se il suo destino fosse controllato da qualcun altro, qualcosa di mille volte più forte di lei. Del resto a quante altre persone nel mondo potevano capitare tutte quelle cose?
Si rigirava nel letto senza riuscire a smettere di pensare. Poi le venne in mente la notizia che le aveva comunicato nonna Rose la sera prima: sua madre sarebbe potuta uscire dall'ospedale nel giro di non molte settimane. Sospirò e si tranquillizzò. Era strano essere lì tranquilla nel letto, dopo tanta paura e angoscia provata nei giorni precedenti.
Quando suonò la sveglia alle 7:00 del mattino, Annabeth quasi la ruppe arrabbiata. Guardò il calendario: era lunedì 1 novembre, doveva andare a scuola.
Dopo aver sbuffato seccata per qualche minuto, si alzò controvoglia, mise le ciabatte e aprì le tende della finestra, che mostrava un bel paesaggio autunnale pieno di foglie secche di tutti i colori. Il cielo era offuscato, proprio come la sua mente in quel momento.
Guardò il letto sfatto, poi si ricordò di una cosa: dov'era Emma? La sera prima era andata a letto insieme a lei, ma non l'aveva vista alzarsi. Era molto strano, soprattutto considerato che non aveva chiuso occhio durante tutta la notte.
Si vestì in fretta, poi andò in bagno a truccarsi. Non appena si guardò allo specchio e vide quelle grosse borse sotto gli occhi arrossati, le venne voglia di tornare dentro il suo letto caldo.
Tuttavia, scese di corsa le scale diretta in cucina e quasi le prese un colpo quando si ritrovò davanti Emma, Crystal e persino Noah ed Elizabeth seduti al tavolo della colazione. Li guardò con aria interrogativa.
- Buongiorno dormiglionaaa! - la accolse sorridente Crystal.
Lei la guardò rammaricata:
- Magari avessi dormito almeno un po'!
- Ma se non mi hai nemmeno sentita mentre mi alzavo?! - le disse Emma - Sicura di non aver proprio dormito?
- I-io... non lo so, so solo che sto morendo di sonno.
Prese posto accanto a Noah. In realtà si vergognava un po' di farsi vedere da tutti i suoi amici e dal suo ragazzo in quelle condizioni, ma nessuno l'aveva avvertita che casa sua era diventata un B&B aperto a tutti.
Il ragazzo la salutò, mentre mandava giù un biscotto alla cannella:
- Giorno piccola - le stampò un bacio sulla guancia destra.
- Sono più piccola solo di due anni - ribatté con aria assonnata. In realtà quel nomignolo le piaceva.
Lui sorrise, poi le sussurrò all'orecchio:
- Non ti preoccupare, non sei l'unica a non aver dormito. E poi... qualcuno qui russa abbastanza forte - ridacchiò mentre indicava Lizzie con lo sguardo.
La sorella sentì e cercò di difendersi, fingendosi offesa.
Osservò quella ragazza. Era l'esatta copia di Noah, ma al femminile. Dal suo arrivo la sera prima, Annabeth aveva subito notato qualcosa di strano in lei, non riusciva a capire niente del suo passato. Era sbucata dal nulla e si era integrata nel gruppo come se non fosse mai successo nulla, come se non si fosse mai buttata dal quinto piano di un orfanotrofio.
Ragionò un po' sulle parole che le aveva detto la sera prima: "Noah ha bisogno di essere amato, un'altra delusione lo distruggerebbe". Si sentì in colpa. Non aveva ragionato molto sullo stato d'animo del ragazzo, ma dopo tutte le volte che lo aveva accusato e lo aveva trattato male, doveva essersi sentito davvero distrutto. Era stata troppo cattiva nei suoi confronti.
Forse era per questo che cercava di parlare con sua sorella come se non fosse mai morta: preferiva tornare alla vita felice di prima e nascondere il dolore che aveva provato in quei mesi, piuttosto che perdere tempo a indagare sul suo ritorno. Lei ora era lì, con lui, era questo che gli importava. Non voleva che nient'altro e nessun altro gli portasse via sua sorella, di nuovo.
- Hey, hey Annabeth ci sei? - Lizzie le stava schioccando le dita davanti al viso, evidentemente si era bloccata troppo a pensare.
- S-sì sono qui, che c'è?
- Mi sono spaventata, eri lì ferma a fissarmi. C'è qualcosa che non va?
- Io... no, mi sento bene, scusa. Mi ero solo... persa nei miei pensieri, tutto qua.
L'imbarazzo era alle stelle, così cercò di allentare la tensione:
- Allora... mi volete spiegare che ci fate tutti qui a casa mia stamattina?
- Sono stata io ad invitarli - parlò nonna Rose - Volevo festeggiare il trionfo di ieri e il ritorno di Elizabeth. Ho pensato che vi avrebbe fatto piacere, tra l'altro erano già tutti svegli.
Annabeth si limitò ad annuire silenziosa e abbassò la testa sulla tazza di latte macchiato.
Improvvisamente cominciò a girarle forte la testa.
Guardò all'interno della tazza e vide il latte che cominciava a vorticare incontrollato. Si spaventò. Si guardò intorno ma vedeva tutte le immagini confuse, mescolate, sovrapposte.
Di sottofondo sentiva un fischio insopportabile, somigliava quasi a un urlo.
Tornò a guardare la tazza. Aveva smesso di vorticare, ma ora le macchie di caffè stavano formando dei grumi, si mescolavano, sembravano voler formare qualcosa, un' immagine forse.
La ragazza afferrò il bordo del tavolo e lo strinse con molta forza, come per scaricare la rabbia.
Le gambe del tavolo cominciarono a tremare, un piatto cadde a terra e si ruppe, rovesciando tutto il suo contenuto sul pavimento; gocce di latte cominciarono a fuoriuscire dalla tazza, macchiandole la maglia.
Ma lei non si fermava, sembrava incontrollabile.
Il latte uscì tutto fuori dalla tazza, ma il caffè rimase sul fondo.
Annabeth lo guardò, sembrava aver formato un'immagine.
Scacciò un urlo.
L'immagine era la sagoma di una bambola, senza capelli.
La Moyasamu.
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Moyasamu 2
Paranormal⚠️Prima di leggere questo libro è necessario leggere "Moyasamu"⚠️ "Fa più male quando un sogno viene infranto, più che quando non viene realizzato" Annabeth pensava di aver finalmente raggiunto la felicità, ma un nuovo imprevisto piomba inaspettatam...