Il resto della settimana andò bene. Aron non mi parlava, non che prima lo facesse, ma meglio così. Era una persona orribile. Come si possono dire delle cose simili a una persona che neanche conosci?!
Io Allison e Emily stavamo vagando per i corridoi prima di andare a lezione«Ragazze, dobbiamo troppo andare alla festa di Isabel Cox!»urlò euforica Allison.«Ok anche se quella non mi convince»rispose Emily.« Chi è questa Isabel?»chiesi non sapendo di chi stessero parlando. «È la ragazza più popolare nonché più bella della scuola» rispose Ally « Certo, sarei anche io la più popolare della scuola se avessi un padre ricco quanto tutte le Kardashian e che mi fa avere tutto quello che voglio»La interruppe Emily. Qualcosa l'avevo capito.
«Avete una foto? Almeno la riconosco quando la vedo» «Tranquilla non c'è bisogno sta passando proprio ora.» rispose Emily prima di alzare gli occhi arrabbiata. Mi girai all'istante e vidi la ragazza che avevo notato il mio prima giorno di scuola. Non era cambiata per niente. Non che in una settimana si posltesse cambiare molto ma almeno cambiare pettinatura...
In tutta la sua bellezza camminò fino ad arrivare alla sua aula. Sembrava quasi abituata a tutti quegli sguardi.«È meglio se andiamo»disse Emily. Non capivo perché le stesse così antipatica ma non erano affari miei.
«Possiamo tornare a casa?»chiese Ally.«Dai andiamo»La incitai.
Entrammo nell'aula di inglese e la prima cosa che notai era Aron. Per quanto io lo odiassi per quello che mi aveva detto era impossibile non vedere la sua bellezza. Credo che anche Apollo, il Dio Graco più bello, sarebbe stato invidioso del suo fascino. Come sempre aveva le maniche della camicia bianca rimboccate sui gomiti. Non mi restava altra scelta che metermi vicino a lui poiché mi era stato riferito che il posto che avrei scelto il primo giorno sarebbe stato permanente per tutto l'anno scolastico.
Mi sedetti e senza degnarlo di uno sguardo tirai fuori dal mio zaino il libro di inglese che da poco mi era arrivato. Dopo aver sistemato anche l'astuccio sul banco aprii il mio libro. Notai che Aron non lo aveva così lo misi al centro. Lui stupito dal mio gesto mi guardo. Le sue iridi mi folgorarono. Non so quanto tempo passò, forse 5 minuti o forse 1 ma nessuno di noi due distolse lo sguardo.
«Ehi fidanzatini trovatevi una camera! » urlò un nostro compagno di classe più avanti. Distolsi lo sguardo imbarazzata. Ma Aron continuava a guardarmi quasi volesse imparare a memoria il mio profilo. «Ti ha dato fastidio? »mi chiese Aron con voce decisa. "COSA?! ARON MI AVEVA APPENA PARLATO? " «C-cosa? »chiesi presa alla sprovvista. «Ti ha dato fastidio il fatto che lui ci abbia chiamati "fidanzatini"? » «S-si insomma mi ha dato più fastidio che si sia intromesso in cose che non lo riguardano, come fa sempre»in effetti non era la prima volta che il mio compagno si intrometteva in discordi che non lo riguardavano. «Ma a te cosa interessa tanto sono solo una puttana» dissi ricordandomi di quello che mi aveva detto. «Senti non dovevo dirtelo... » «No infatti non dovevi dirmelo. Pensi di sapere tutto di tutti quando invece non sai niente. Ma infondo come potresti visto che gli unici amici che hai sono tuo fratello, Nicholas e altre 3 persone. » dissi rancorosa. « Parli tu che sei amica di... Aspetta ricordamelo tu perché sono troppe persone e non so se riesco a ricordarmele tutte.» disse mentre avvicinava il suo viso al mio. I suoi occhi erano freddi e impenetrabili come se ci fosse un muro di ghiaccio.
"No no no non adesso" pensai. Mi stava per venire un'altro attacco di panico. Non potevo permettere che lui vincesse un'altra volta.
« Comunque grazie per lo schiaffo della scorsa settimana» fin'ora non avevamo mai parlato dello schiaffo. Ma d'altronde non avevamo mai parlato dopo quello. «Ma stai zitto che non ti ho fatto niente. E poi mi vorresti dire che non te lo meritavi?» nessuno dei due distolse lo sguardo e sinceramente non mi dispiaceva. Il suo volto si addolcí appena. «Non dico questo. Ma sta di fatto che tu mi hai dato uno schiaffo e poi sei scappata in bagno» «Mh... Non mi sono sentita bene» risposi il più velocemente possibile. «Bugia» disse avvicinando ancora di più il viso al mio. Il mio attacco di panico si stava avvicinando. Mi cominciarono a tremare le mani e il fiato veniva a mancare. «Ok» disse allontanando il viso dal mio e guardando la prof. «Cosa? » «Non me lo vuoi dire. Non fa niente».
Mi stupì della sua empatia se così si poteva chiamare.
QUESTO È IL 3 CAPITOLO
SPERO VI PIACCIA
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Opposites
ChickLitDue ragazzi completamente opposti ma allo stesso tempo così simili, cercheranno di lottare l'uno per l'altro tra combattimenti, affari loschi e passati irrisolti.