"Che fai a Natale?"
"Niente" rispose Simone stiracchiandosi la schiena sulla sedia.
"Neanche io" commentò Manuel.
La proposta era sospesa fra loro due e lo sapevano bene entrambi.
"Vuoi venire da me?" Occhi accesi, vispi. Manuel era speranzoso.
"È una proposta indecente?"
"Solo se accetti"
Non c'era un reale motivo per rifiutare. Nell'ultimo mese si erano comportati né più né meno come due amici. Si offrivano il caffè annacquato delle macchinette, a volte, e durante il collegio docenti la pensavano sempre nello stesso modo.
Ogni tanto Manuel accennava a Oliver e Simone soffriva sempre un po' di meno. Aveva ragione sua mamma: passerà.
"Allora accetto" rispose Simone.
Era il loro gioco: stuzzicarsi, rincorrersi, perdersi e poi ritrovarsi da dove si erano lasciati.
"Alle otto. Porta del vino" sentenziò Manuel.
"Cosa prepara lo chef? Siamo quello che mangiamo..."
"Una bottiglia di vino contiene più filosofia di tutti i libri del mondo"
"E chi lo ha detto?"
"Mi deludi, uomo di scienza. Pasteur"
Simone sogghignò.
-
Simone si aggirava confuso nell'enoteca. Quando faceva il barista non è che si intendesse granché di vini, anzi, versava quello che gli veniva chiesto.
Le etichette delle bottiglie gli scorrevano sotto gli occhi senza che capisse cosa significassero.
"Ha bisogno di aiuto?" chiese un commesso.
Simone non aveva neanche idea di che cosa stesse cercando, tanto per cominciare. "Devo portare un vino a una cena stasera..." cominciò lui.
"È una cena importante?"
Lo era? Simone non sapeva dirlo. Gli tremavano le mani al pensiero di passare una sera solo con Manuel. Ma si era promesso di essere un amico per lui, e niente di più. Quando erano ragazzini, e lui passava le notti a sognarlo e le giornate a rischiare la vita per lui, riusciva con una tenacia sorprendente a essergli amico, e niente di più. Aveva nascosto Nina e sua figlia in casa sua, per Manuel. E ora non riusciva a passare una serata con lui senza sentire il suo cuore martellargli nelle orecchie?
"Signore?" chiese nuovamente il commesso.
"Sì, è una serata speciale" rispose Simone.
Uscì dall'enoteca con un vino rosso da cento euro in una busta, con un fiocco sul collo e i migliori auguri per la sua serata speciale. Non sapeva nemmeno che insulti rivolgere a sé stesso per la totale incapacità di rimanere fedele ai suoi propositi.
Passerà.
-
Manuel lo accolse sulla porta di casa con un sorriso così grande da potercisi prendere una casa in affitto sopra. Simone gli allungò la busta e sopportò il sorriso malizioso di Manuel quando vide il fiocco.
"Un vino da cento euro? Non è che c'hai un secondo fine?"
Simone arrossì violentemente.
"Come sai che è così costoso? Ora ti intendi anche di vini?" fu l'unica cosa che riuscirono a pronunciare le sue labbra balbettanti.
STAI LEGGENDO
Critica dell'amor pratico
RomanceSono passati circa dieci anni da quando Manuel Ferro è partito per il Giappone con suo padre. Simone Balestra insegna matematica nel suo vecchio liceo e crede di essere inseguito dai fantasmi.