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Il giorno successivo fu difficile per entrambi.
Vennero portati i carrelli, colmi di pane. Ma per i dolci innamorati non era la stessa cosa mangiare soli. Harry pensava che se il suo amato fosse stato li, probabilmente gli avrebbe dato parte del suo pane, e Louis quel mattino lo avrebbe fatto.
Harold, finito il pane, fu chiamato per andare a lavorare nei campi. Passò la mattinata ad arare insieme ad altri ragazzi, fortunatamente chiese aiuto perché non aveva idea di come fare.
Louis quella mattina aspettava impaziente la canzone. Quasi fosse un modo per ricordare il suo amato. La trasmessero un po tardi rispetto al solito, ma non importava. Il giovane iniziò a cantare, immaginando la voce di Harry che lo accompagnava.
Harold stava arando quando le note della canzone ormai familiare si fecero spazio in quel monotono silenzio.
I ragazzi iniziarono a cantare, esprimendo nelle parole il dolore che provavano, cercavano di tirarlo fuori in modo che il vento lo portasse via, lontano dai loro cuori.
Scesero delle lacrime ai due innamorati, ma ormai erano abituati.
La canzone venne stoppata, ancora una volta, poco prima del ritornello.
"Mi manca così tanto" sospirarono entrambi. Senza sapere di averlo detto nel medesimo istante.
Poco dopo un soldato entrò nel padiglione di Louis, il quale venne chiamato per lavare l'argenteria del comandante.
Durante le pulizie ogni pensiero, ogni lacrima ed ogni sorriso era dedicato al suo amato.
Harold era ormai stanco, si fermò per riprendere fiato, quando un soldato gli tirò un calcio.
"Lavora! Non fermarti! O dimostrerai quanto inutile sia la tua razza" e con queste parole sputò nel terreno al quale Harry stava lavorando.
Ancora una volta il piccolo innamorato si chiese il perché di tanto odio. E decise di chiedere.
"Perché ci odiate tanto? Cosa abbiamo fatto?" Disse con tutto il coraggio che possedeva. Per un momento la guardia sembrò stupita e quasi in colpa, ma parve solo un impressione.
"Siete inutili. Non meritate di vivere ma piuttosto che buttarvi vi facciamo lavorare. Non siete degni di gustare le grazie dell'amore. Avete portato rovina, siete una razza inutile." Rispose urlando e sbraitando mentre una lacrima rigò il viso di Harry.
"Non piangere! Sei una femminuccia!" Disse il soldato, aggiungendo uno schiaffo e un calcio alle sue parole.
Harold decise di non continuare a chiedere e riprese il lavoro. Voleva non pensare a Louis per riuscire a finire in fretta. Ma fu impossibile.
A Louis le cose non andavano meglio. Il comandante entrò in casa e vide Louis piangere.
"Non mi sporcare l'argenteria con le tue insulse lacrime. Ora sbrigati o ti aumento il lavoro." Disse per poi andarsene.
Il piccolo ragazzo sognante riprese a pulire, cercando di non piangere.
Il giovane Louis venne riportato nel padiglione dalle guardie, nessun soldato si era mai fidato di qualcuno che entrava nella casa del capo, soprattutto se ritenuto schiavo.
Si sdraiò a terra, immaginando di avere il suo Harry a fianco e di tenergli la mano. Inutilmente, dato che Harold era distante dalle sue braccia.
"Arriverò prima io della morte. È una promessa" bisbigliò osservando il lato vuoto che poteva esser colmato solo dal suo amore.
Harry intanto finì di bagnare i campi. Tornò nell'accampamento davvero stanco. Anche lui immaginò di aver Louis al suo fianco, immaginò di abbracciarlo e di baciarlo. Ma questo, era impossibile.
Quella sera si sognarono entrambi. Furono sogni tristi, pieni di desideri irrealizzabili.
Delle lacrime bagnarono i loro visi nel pieno della notte, senza che nessuno se ne accorse.

Goodbye My Lover || Larry ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora