Tanti anni fa, sul pianeta Vedogash scoppiò un'atroce guerra e dei potentissimi stregoni sterminarono tutta la popolazione dei maghi. Di questi, però, solo uno di loro si salvò, poiché proveniva da una stirpe molto potente, gli Otaru. Il suo nome er...
La tenue luce delle lampade nella casa di campagna creò un'atmosfera di mistero sul volto della giovane ragazzina. I suoi lunghi capelli biondi, fluenti e setosi, si intrecciarono con essa in un delicato gioco di sfumature. A un tratto, Brenda incrociò le braccia, scrutando il volto della nonna con uno sguardo penetrante. La quale, colta dall' agitazione abbassò bruscamente la cornetta. «Nonna, lo so che mi stai nascondendo qualcosa. Dimmi...», sospirò la ragazzina. La signora Roxy tentò in tutti i modi di mantenere la calma, ma un brivido di nervosismo le percorse la spina dorsale. «Tesoro, stavo solo rammentando a questa mia vecchia amica un evento inquietante che abbiamo vissuto da ragazzine. Niente di preoccupante». La giovane, però, non si lasciò dissuadere. «Uhm... Eppure a me sembrava che tu stessi parlando di qualcosa di serio». «No. Stavo solo cercando di ricreare la giusta atmosfera. Ecco perché avevo quel tono. Suvvia... Com'è andata la giornata oggi?», rispose la nonna cercando di cambiare argomento. «Sempre un po' così. Da quando la mamma é morta, ogni angolo di questo posto mi ricorda lei. Nonna, io non voglio più vivere a Erideon...», rispose la ragazzina con un tono malinconico. Roxy, percependo profondamente quel dolore, si avvicinò a Brenda con passi lenti, per poi avvolgerla in un amorevole abbraccio. I pollici della nonna sfiorarono delicatamente la sua schiena, tracciando linee di conforto, mentre il profumo familiare di lavanda creò una sensazione di piacere. «Tesoro, capisco quanto sia difficile per te. Se Erideon ti provoca troppa sofferenza, forse è il momento di considerare nuove strade. La vita è fatta di cambiamenti e tu hai il diritto di cercare la tua felicità». Brenda annuì, accogliendo il conforto nel caldo abbraccio della nonna, la quale le promise sostegno indipendentemente dalle scelte che avrebbe fatto.
Quel momento carico di empatia, però, venne bruscamente interrotto dall' improvviso suono del citofono. «Eh? Chi sarà mai a quest' ora...», pensó Roxy ad alta voce. «Tranquilla nonna... é Christian». «Ah... COSA VUOLE?» «NIENTE! Nonna, ti prego prova a dagli almeno una possibilità. Sono passati già sei mesi da quando stiamo insieme, é un ragazzo eccezionale, te lo assicuro». La nonna sollevò uno sguardo scettico, dopo di che rispose: «Beh, se é per questo anche tuo padre sembrava un bravo uomo, no? Infondo, é stato molto carino nel tradire tua madre appena ha messo al mondo tuo fratello. Poi, come se non bastasse l'ha abbandonata nel momento più critico della sua vita; ti ricordo che nello stesso anno si é ammalata. Il morbo di Parkinson é stato terribile, ma pur di rendervi felici, ha lottato fino alla fine». «Senti nonna, é inutile che mi ripeti sempre le stesse cose. Mio padre é un caso a parte, ok? Non per forza tutti gli uomini sono uguali. Poi per favore, evita di parlare di lei...». «Tesoro, scusa, ma non me la sento ancora di conoscerlo». «Va bene, non ti preoccupare. Vorrà dire che scenderò io come al solito». «Oh! Dove vai cara?» «Andiamo a fare un giro. Ciao nonna!», rispose Brenda, irritata, aprendo la porta d'ingresso e precipitandosi giù.
La signora Roxy amava i suoi nipoti come se fossero i suoi figli e talvolta, questo affetto si manifestava attraverso un atteggiamento di rigore. Tuttavia, decise di approfittare della temporanea assenza della ragazza per richiamare Mariette Marley. Così, qualche secondo più tardi, si sedette alla scrivania e digitò con attenzione il numero. Dopo di che, avvicinò il telefono all'orecchio e aspettò con ansia la sua risposta.
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