Capitolo 4

209 9 6
                                    

Nonna Virginia se n'era andata.

La sua era stata una decisione premeditata e volta a voler lasciare spazio ai ragazzi, ma forse ancor più ai loro genitori.

Visto poi che il rapporto tra suo figlio e suo nipote si era stabilizzato sosteneva che la sua presenza in quella casa fosse ormai superflua.
Così la donna aveva ormai abbandonato l'abitazione da qualche giorno, sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta.

A causa dell'assenza dell'anziana i giovani passavano sempre più spesso del tempo da soli visto che i loro genitori uscivano.

Anche quella sera, infatti, i due si erano ritrovati in balìa di loro stessi e delle loro doti culinarie.

Dopo una pasta al pomodoro un po' troppo cotta Manuel aveva proposto di uscire a fumare e Balestra, che ancora non aveva imparato a resistere al suo fascino, l'aveva seguito senza opporsi.

Si sedettero entrambi ai bordi della piscina e, dopo che la canna fu pronta, Ferro ne aspirò una boccata e la passò all'altro ragazzo.

"M'hai fatto preoccupà sai? - disse il più basso scrutando l'altro - come stai ora?"

"Bene"

Il castano, per cercare di strappare un sorriso all'amico disse" 'o sai che mia mamma m'ha detto che me so' addormentato sulle sedie della hall dell'ospedale mentre aspettavo che qualcuno dicesse qualcosa sulla tua salute?"

Simone si limitò a continuare a fumare senza accennare una risposta, al contrario di ciò che sperava Manuel che aveva deciso di raccontare quel piccolo aneddoto perchè ci teneva che l'altro sapesse che in un momento così delicato c'era (stato) per lui.

Ferro decise allora di avvicinarglisi per sfiorargli la sigaretta dalle dita in modo da avere la sua completa attenzione: "Senti ma me lo vuoi dì o no perchè hai hai fatto 'sta cazzata?"

"Sono stato sommerso da dei brutti pensieri, non ha importanza" biascicò scrollando le spalle.

"Si che l'ha Simò"

"Non mi va di parlarne, d'accordo?" enunciò il ragazzo che stava iniziando a innervosirsi e che voleva dunque concludere alla svelta quel discorso.

"Ma a me va invece" insistè l'altro.

"Anche a me piacerebbe sapere cosa cazzo vuoi da me eppure non mi sembra di assillarti in questo modo" ribattè prontamente Balestra.

"Cosa dovrei volè da te?" domandò confuso il più grande.

"Perchè mi hai baciato?" buttò fuori simone, preso dalla rabbia.

Una domanda semplice e lecita.
Un quesito a cui il giovane aveva solo sognato una possibile risposta.

Manuel si mise a osservare la canna e successivamente l'aspirò.

"Non fare 'sti giochetti e guardami Manuel" quasi urlò Simone.

L'altro allora rilasciò la boccata presa precedentemente e: "Non 'o so Simò... vorrei capirlo pure io" fu ciò che dichiarò prima di allontanarsi.

Balestra si ritrovò improvvisamente al freddo, smarrito e con dei nuovi dubbi a vagargli per la testa.

- ♡ -

Questi nuovi dubbi insieme ai vecchi erano ormai diventati un chiodo fisso nella mente del giovane (oggi più di prima, s'intende).

Data l'ossessività che li accompagnava, essi erano piuttosto fastidiosi per il ragazzo, ma altrettanto utili in casi di insonnia o sotto la doccia.

Aveva infatti appena finito di lavarsi e di pensare a Manuel e a tutti i dubbi che lo accompagnavano che se l'era ritrovato davanti al naso, una volta uscito dal bagno.

I due si erano guardati, specialmente il più grande che godeva di una visione più ampia visto che Simone addosso aveva solo un asciugamano.

Nonostante l'apparente svantaggio anche gli occhi di Balestra avevano perlustrato il corpo coperto dell'altro... forse anche fin troppo.

"Simò me posso lavà o me devi fissà ancora per molto?" domandò Manuel con un sorrisetto sghembo.

"Sei tu che mi guardavi... e comunque mi ostruisci il passaggio" ribattè il corvino.

"Ah è questo 'r problema? Rimediamo subito sua altezza reale" disse l'altro inchinandosi e spostandosi lateralmente incrociando le gambe.

Simone lo squadrò con un sopracciglio alzato.

"Ancora qua stai?" rincarò la dose il più basso.

"Hai fretta?"

"Seh me sto pisciando addosso, levate" disse allora Manuel scostando il ragazzo e dirigendosi in bagno.

Una volta all'interno della stanza prese un sospiro profondo e iniziò a spogliarsi.

"Accidenti a te Simò" mormorò tra i denti mentre si levava i boxer, scoprendo la sua erezione.

Un professore 2 | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora