Ad Asleeppunpun,
con te, ogni giorno, la vita è migliore.«Fanculo Harry Potter!» Gridó mentre inciampava in un gradino, finendo di fronte all'ennesima vetrina allestita e dedicata al Salvatore del Mondo Magico.
Draco Malfoy camminava a zig-zag per le strade del villaggio di Hogsmeade, nella sua mano destra, una bottiglia di vino elfico a metà, che galleggiava da un lato e dall'altro del vetro, alternandosi ai movimenti altalenanti ed instabili del ragazzo.
Era notte fonda ed il villagio era completamente deserto e silenzioso, c'era soltanto una cosa che non mancava mai a riempirlo, la faccia di Potter ovunque si girasse, striscioni per le stradine in suo onore, gadget più vari esposti in ogni singolo negozio, dal vestiario agli accessori, alle tazze, a dolci in suo onore, addirittura adesso esisteva il gelato al gusto "Harry Potter" e Draco pensó che solo Merlino sapesse a che cavolo di gusto insulso fosse.
Era ingiusto, pensó. Era legale tutto questo? Avrebbe continuato a vedere in giro la faccia di colui che avrebbe voluto solo dimenticare? «Ahh maledetti fanatici!» Una risata amara gli sfuggì dalla bocca, a San Potter sarebbe piaciuto tutto questo? Un tempo, il suo se stesso più giovane avrebbe risposto che si, avrebbe amato la celebrità, ma adesso, lo sapeva per certo, Potter l'avrebbe odiato.
Anche per questo non si faceva vedere in giro da un bel po'. Eppure, sembrava non avere l'effetto sperato, più Potter non si mostrava, più si parlava di lui, e nel momento in cui si mostrava in pubblico, allora iniziavano le più disparate teorie su cosa facesse ora, chi dovesse sposare, che carriera dovesse intraprendere, cosa avrebbe fatto con il suo figlioccio, gli stavano addosso come degli avvoltoi.Perdendosi nei suoi pensieri continuò a camminare per le stradine, faceva freddo, ma non era nulla che non si potesse sopportare. L'alcool aveva contribuito a riscaldarlo dall'interno. Si ritrovò, man mano, alla piazza principale al cui centro c'era una scultura fatta interamente in marmo, solo recentemente era stata inaugurata. Vi era un enorme blocco di marmo bianco lavorato a reggere un busto di marmo altrettanto bianco, il cui viso era quello niente di meno che di Harry Potter, con tanto di occhiali e di cicatrice in bella vista.
Draco si avvicinò maggiormente, salendo sui gradini che l'attorniavano, ma prima poggiò la bottiglia ancora leggermente piena di vino.
«San Potter, ma tu guarda...» Disse alla statua che raffigurava il Golden Boy. «Che ci fai qui? In mezzo a questa piazza, con un ghigno di trionfo che nemmeno ti appartiene, non hanno nemmeno saputo rappresentarti bene e sai perché? Perché nessuno ti ha visto davvero Cos'è che guardano? La cicatrice? La montatura rotonda dei tuoi ridicoli occhiali? Hanno fatto un'ottima riproduzione sai? Hanno saputo riprodurre perfettamente le proporzioni e anche la leggera gobbetta del tuo naso.»
Malfoy si avvicinò a toccare con la punta delle dita i lineamenti della statua. «A proposito, mi dispiace per quel calcio, in realtà ero più arrabbiato con me stesso che con te, e sai ero proprio un vero coglione al tempo.» Uno sbuffo di risata lasciò le sue labbra. «Sono uno stupido, vero? Sto parlando con una fottuta statua che nemmeno ti somiglia davvero, eppure riesco a scusarmi con questo busto di marmo e non con il vero te, forse sono ancora un coglione come al tempo e niente è cambiato.» Ci fu un attimo di silenzio, in cui Draco emise un profondo respiro, mentre guardava gli occhi scolpiti, privi di qualsiasi luce.«E...tutto è cambiato al tempo stesso. Perché è così difficile? Non sarebbe dovuto finire tutto poi? A volte è difficile anche respirare. A volte vorrei...» Si fermò, non riusciva a dirlo davvero ad alta voce anche se c'era solo una stupida statua inanimata lì in mezzo a tutto il villaggio. «Che importa cosa voglio? A nessuno importa. Nemmeno a me, sai Potter? Sono vivo grazie a te, in realtà tutti siamo vivi grazie a te, ma tu sei vivo? Intendo...sei davvero vivo?» La mano di Draco che vagava sul marmo liscio — facendo attenzione ad essere delicata, come se in qualche modo potesse rompersi — non si distingueva dal pallore della sua mano fredda.
«Io non credo di essere davvero vivo, però. A volte sembra di essere un fantasma, altre invece desidero soltanto di esserlo. Vorrei poter tornare indietro, ogni tanto quando mi perdo nei ricordi, ci penso e immagino come sarebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente, se non avessi ricevuto l'educazione che mi è stata imposta, se non avessi fatto il bullo e lo stronzo con te, o se tu avessi accettato la mia amicizia sul treno, quel primo giorno. Avrei davvero voluto essere tuo amico, avrei davvero voluto...qualsiasi cosa, ho sempre sognato di poterti avere nella mia vita, stupido Potter. E no, non è andata come speravo, ora sei sempre davanti ai miei occhi, ovunque, dappertutto, anche in questa fottuta statua, ma tu non mi guardi mai, tu non lo sai. I tuoi occhi sono spesso spenti, bassi, a volte pieni di qualcosa che oserei dire sia rabbia, ma non per gli altri...rabbia per te stesso, tu ti odi, non è vero? Ti odi per tutto questo. Ma lascia che ti dica una cosa San Potter, non ha senso provare odio per se stessi, non ha senso essere così arrabbiati, io lo so bene ed ora l'ho capito. Non è colpa tua. Niente di quello che è successo agli altri è colpa tua.» Gli occhi di Draco erano diventati più lucidi, la gola gli si stringeva facendo si che la sua voce risultasse tremolante. «Le persone che ti hanno...che ti amano, hanno fatto quello che hanno fatto proprio perché ti amano e non perché credevano che tu li avresti salvati. Vorrei che tu sapessi tutto questo, certo non da me, non arriverei nemmeno a pronunciare una parola che litigheremmo o chissà che altro. Mi sei sempre entrato fin sotto pelle, e credo che la cosa fosse reciproca.» Draco sorrise amaramente, rabbrividendo leggermente per quello che stava per ammettere. «Sai perché dico che le persone hanno affrontato le scelte che hanno fatto perché ti amano? Quella notte, al Maniero, sapevo che eri tu. Ti avrei riconosciuto in ogni dove, sotto ogni forma di incantesimo, anche ad occhi chiusi, anche senza vederti, io avrei saputo sempre riconoscerti.» Sospirò, l'effetto dell'alcool era andato scemando e i suoi sentimenti ormai erano saliti così a galla che non aveva senso nemmeno provare a spingerli di nuovo giù, sepolti nel suo cuore. «So chi sei Harry...e tu non sei niente di tutto questo che si sforzano tanto di rappresentare. Ma vorrei tanto farti un'ultima domanda: Tu ricordi chi sei? Sei racchiuso in ogni scintillio nei tuoi occhi quando ti si presentava avanti una sfida, in ogni sorriso per una vittoria, nel momento in cui afferravi il boccino, nel momento in cui sei gentile con gli altri, o quando sei goffo perchè ti senti inadeguato alla situazione, o quando lanci il tuo Patronus a forma di cervo, o quando hai volato sull'ippogrifo o quando mi hai battuto in qualsiasi cosa, quando hai salvato il tuo nemico dall'Ardemonio, quando hai utilizzato un incantesimo di disarmo invece che uno di uccisione...»
Fece un ulteriore passo in avanti, spostando la mano dietro ai capelli della statua, avvicinando il proprio naso con quello di marmo «E' lì che ci sei tu, Harry...Chi sei è più scolpito nel mio cuore di quanto non lo sia in questo posto.»

STAI LEGGENDO
| About Drarry | Raccolta
Fanfiction✏️RACCOLTA DI DRARRY✏️ one shot, flash fic, drabble. !In continuo aggiornamento!