L'orologio segnava le 7,30 del mattino, Robin, con il gomito poggiato sul finestrino dell'auto osservava il paesaggio al di fuori.
"Quando ci sono le ragazze in un liceo i ragazzi cercano di essere un po' meno rozzi e le ragazze cercano di essere più brillanti di quanto non siano quando sono tra di loro" disse la voce meccanica che proveniva dalla radio accanto al volante.
stronzate pensò la mora.
Aveva studiato per quasi tre anni in un collegio femminile e i suoi risultati erano più che buoni.
Si era rivelata dotata per le materie scientifiche e in generale tutto ciò che riguardava calcoli e numeri.
Il Liceo misto non aveva nulla di differente dal collegio e sicuramente la presenza di qualche ragazzo non avrebbe influito sulle sue competenze."Robin cara, mi stai ascoltando?" Chiese l'uomo accanto a lei. La sua voce era roca.
"Perdonami Victor, stavo solo pensando"
"Non preoccuparti. Sei contenta di ritornare a Saint-Jean-d'Angély? Tua madre é entusiasta, non vede l'ora di vederti"
Victor era un uomo abbastanza gentile, uno di quelli però che non si lasciava mai scappare un sorriso.
Per quanto aveva potuto conoscerlo, era un padre molto severo che pretendeva il massimo rispetto sia dal figlio che dai giovani in generale.
E malgrado la ragazza avesse ritenuto alcuni suoi modi alquanto eccessivi, era sempre stato disponibile per lei."Molto contenta" mentì.
La vita in collegio le piaceva, lì aveva acceso e fumato la sua prima sigaretta insieme Odette Morin della camera 57, la sua prima punizione con Camille Blanc della camera 94 e infine la sua prima risata dopo tanto tempo insieme a Margot Caron della camera 49.
Margot si era rivelata sin da subito una buona amica e una grande ascoltatrice, anche lei come molte ragazze in collegio aveva avuto un infanzia difficile. Era cresciuta in un ambiente malsano, sua madre aveva una dipendenza da alcol e suo padre non era quasi mai a casa.
A salvarla da quell'inferno fu la sua insegnante, una donna deliziosa che teneva alle sue alunne più di ogni altra cosa.
Grazie a Margot, Robin era riuscita finalmente a passare avanti la morte di Hugo ed era tornata ad essere se stessa."Sei stata bene da zia Yvonne questa settimana?" Domandó Victor.
"A proposito, come mai non sono potuta tornare a casa direttamente?"
"Ho avuto dei problemi a lavoro, non potevo permettermi di venirti a prendere fino a Parigi in più sono sicuro che Yvonne sia stata molto felice di rivederti" Il suo tono di voce era tagliente, qualcosa nella domanda di Robin lo aveva turbato.
"Siamo arrivati. Immagino che tu preferisca scendere qui per andare da sola. La tua valigia la porterò io a casa" Riprese.
"Va benissimo, grazie mille Victor. Ci vediamo questo pomeriggio" Robin si affrettò a scendere dall'auto, prese la sua cartella bianca e si incamminò per il Liceo.
Saint-Jean-d'Angély era diversa, più luminosa dall'ultima volta che l'aveva vista.
Il cielo era limpido, senza nessun' ombra di una nuvola con la forma della Torre Eiffel.Robin camminando, si accese una sigaretta presa dalla tasta del suo abito nero.
Non adorava il nero, preferiva di gran lunga il giallo o il verde, purtroppo però in collegio si aveva la possibilità di indossare solo abiti a una sfumatura: quella nera.Il Liceo Voltaire si apriva in un grande giardino di ghiaia dove ormai si erano raggruppati quasi tutti gli studenti. Per sua fortuna, vide poco distante da lei due ragazze e così decise di avvicinarsi.
Sentiva gli sguardi dei giovani fissi su di lei.
Questo le procurava un leggero disagio ma cerco di non badarci troppo."Non ci credo. Pichon é il primo a parlare con le ragazze" Disse un ragazzo moro appoggiato ad una panchina insieme ai suoi due amici.
"Non preoccuparti, comunque... non credo siano loro che mi interessano" Affermò il biondiccio voltandosi verso Robin che faceva il suo ingresso nel liceo.
"Cazzo... Non può essere vero" Reagì il moro girandosi a guardare la ragazza.
"La conosci Dupin?" Domandò malizioso il terzo colpendogli la spalla.
"È la mia sorellastra" il tono di voce di Dupin era diventato improvvisamente cupo.
Jean Dupin adorava essere figlio unico, quando era piccolo a differenza dei bambini che volevano un fratellino o una sorellina, aveva chiesto un set di finte armi in legno.
Con la morte prematura di sua madre non si sarebbe mai aspettato di ottenere una sorella, o meglio, sorellastra.
Probabilmente era quello il motivo del suo odio per Robin che era una presenza non richiesta.
In più suo padre da quando si era risposato era diventato ancora più esigente e severo con lui."interessante" Riprese il biondiccio portandosi la sigaretta alle labbra.
Nel frattempo Robin si era avvicinata a due ragazze che stavano parlando con uno studente vicino a una scalinata.
"Sei un'attrice?" Domandò una delle due.
Aveva dei capelli scuri corti e una frangetta che le copriva metà fronte."Scusa cosa?" Robin era sorpresa dalla domanda.
"Sembri uscita da un film! Comunque piacere, sono Simone Palladino" si presentò lei.
"Nessun film purtroppo. Robin Vertier. Tanto piacere" le strinse la mano.
"Lei é Michèle Magnan, l'ho appena conosciuta" la bruna indicò la ragazza alla sua destra.
"E lui é Henri Pichon" Concluse.Robin rivolse ad entrambi un sorriso sincero.
"Sai già quale classe ti hanno assegnato?" Riprese Simone.
"No, ora guardo. Speriamo di essere insieme." Ripose la mora cercando il suo nome tra l'elenco.
Un brivido le percorse la schiena non appena lesse il nome di uno dei suoi compagni.
Jean Dupin.
Sapeva che frequentava quella scuola ma perché doveva proprio finirci nella stessa classe.
Non poteva pensare che oltre a doverlo vedere tutti i giorni a casa ora le sarebbe toccato pure vederlo durante le lezioni.Non fece in tempo a rispondere a Simone che un uomo, probabilmente il direttore didattico, iniziò il discorso di benvenuto.
"...Vi ricordo che il Liceo Voltaire accoglie a partire da quest'anno: le ragazze, vi chiedo quindi di accoglierle con tutta l'educazione e il rispetto di cui sono certo che siete capaci. Do' ora la parola alla professoressa Giraud che farà l'appello degli alunni. " Concluse.
"Ora farò i nomi degli studenti di seconda A" Iniziò la donna.
Per fortuna Robin capitò in classe con Simone e Michèle e così, una volta chiamate, seguirono la professoressa nella loro aula.
Spazio Autrice
Ecco il primo capitolo, spero vi piaccia anche se anche questo non é un granché.
Ho avuto molto da studiare in questi giorni in mia discolpa.
Se comunque vi è piaciuto lasciate una stellina! Accetto consigli per qualsiasi cosa nei commenti.
Al prossimo capitolo 🌝
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speechless // Joseph Descamps
FanficRobin Vertier dopo tre anni in collegio torna a Saint-Jean-d'Angély dove per la prima volta il liceo Voltaire aprirà le porte alle ragazze. Quella piccola città sembrava così diversa da come l'aveva lasciata. Forse era semplicemente lei che era cam...