capitolo 6

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Presi il telefono dalla borsa e risposi.
"Pronto? "
" Sono qui al parco, tu dove sei?"
"Sto arrivando "
Attaccai subito e guardai tutti i ragazzi negli occhi.
"State attenti a non farvi vedere mi raccomando "
"Non ti preoccupare per noi, anzi stai attenta tu. Quando ti servirà aiuto ci siamo noi " disse Harry.
Li abbracciai uno ad uno e quando arrivai a Giorgia mi bloccò le braccia e la guardai perplessa.
"Rebekah io non starò nascosta in un angolo con loro. Io sarò lì accanto a te"
"No! No Giorgia è pericoloso."
"Non mi importa. Non cambio idea anche se mi dici che c'è il rischio di morire."
"Va bene. Tanto non ho scelta "
Ci dirigemmo verso il parco e i ragazzi si nascosero, Giorgia teneva la mia mano stretta nella sua per darmi forza. Appena arrivate trovammo una macchina grande parcheggiata, aveva i vetri oscurati e non si vedeva nulla all'interno. Chi poteva essere se non Ronnie? Uscì fuori quando mi trovai a qualche metro di distanza dall'auto.
"Che ci fa qui? Avevo detto che non ci doveva essere nessuno!!" Urlò infuriato.
"La lettera l'aveva già aperta lei, prima che arrivassi a casa e non c'è stato modo di farla rimanere a casa sua" dissi inventando una scusa.
"Non mi importa! Ci dovevamo essere solo io e te ma...sapevo che qualcuno ti accompagnava, hai troppa paura di me."
Detto questo fece un cenno verso la macchina. Capii che non eravamo soli.
"Ti presento la mia banda!"
Quei visi mi ricordavano tanto i ragazzini che mi avevano picchiata da bambina.
"Non siamo qui per fare presentazioni, ma per parlare."
"Dov'è mia figlia?" Dissi incisiva.
Non parlava.
"Dimmi dov'è mia figlia!"
"Ei calmati piccola, sei troppo agitata"
"Non chiamarmi piccola! Non sono tua"
"Invece si che lo sei" disse avvicinandosi come una furia a me, con le sue mani mi accarezzò i capelli e rabbrividii.
"Lo sei sempre stata" disse mettendo un dito sotto il mento e facendomi alzare lo sguardo. Ero disgustata.
"Dov'è mia figlia?" Ripetei.
"Mamma che palla che sei! Portatemela!" Esclamò verso due ragazzi.
Entrarono in macchina e sentivo degli urli.
"Carolyn! Carolyn!" Urlai.
Dalla macchina uscirono e la tenevano per le braccia.
"Mamma! Mamma aiutami! Mamma!" Continuava ad urlare disperata.
"Lasciala stare! Lei non centra nulla con questa storia! Lasciala andare e farò tutto quello che vuoi"
"Che bella sei quando mi preghi..." Di scatto mi prese il braccio e mi strattonò addosso a lui.
"Sei proprio bella!" Disse accarezzandomi il viso, ero solo che disgustata, disgustata da quel mostro.
"Io non te la do vinta Ronnie. Io....io"
"Tu cosa? Guardati hai 30 anni e non sei capace a parlare, o forse hai paura?"
"Io non ti temo!" Urlai liberandomi dalla sua presa.
"Dovresti..." iniziò a camminare in direzione di mia figlia.
"Non ti azzardare a toccarla! Provaci e giuro che ti ammazzo! "
"E come!? Sei debole e poi non ne avresti il coraggio"
Non sapevo cosa rispondere, ma ero certa di una cosa: in qualche modo lo avrei tolto per sempre dalla mia vita.
Prese mia figlia e la portò a qualche metro da me, sempre tenendola.
"Lasciami! Ti prego, lasciami!"
"Zitta mocciosa! " esclamò portandole una mano al collo.
"Basta!" Scaricai la mia energia in un pugno e glielo sferrai in piena faccia, riuscendo a liberare mia figlia.
Qualche secondo dopo mi arrivò un pugno dritto allo stomaco.
Carolyn ormai era al sicuro, abbracciata a Giorgia.
Un uomo cercava di riprenderla ma Giorgia non demordeva.
"Lasciateci stare!" Continuava ad urlare. Un uomo iniziò a prenderla a pugni.
"Anche lei no!" Saltai addosso all'uomo scaraventandolo a terra e sferrai un calcio alla schiena.
"Corri Giorgia! Vai!"
Dopo poco mi ritrovai a terra con un fortissimo dolore alla testa e allo stomaco.
Non ci stavo capendo più niente, avevo un forte giramento di testa. Percepii solo due braccia prendermi, poi divenne tutto buio.

Giorgia

"Voglio mamma" disse Carolyn con il fiatone.
"Tesoro non ti preoccupare, siamo quasi arrivate alla macchina e la aspetteremo lì."
"Dove credete di andare!?" Gridò un uomo a pochi passi da noi, la prima cosa che feci fu mettermi davanti Carolyn.
"Non provare ad avvicinarti a lei!"
"Sennò? Che mi fai?!" Pian piano si avvicinò a me e prima che potesse fare qualcosa sferrai un pugno sul viso, ma lui non si spostò, anzi fece un sorrisetto beffardo e di scatto prese con forza il mio braccio e me lo storse.
Gemetti dal dolore, mi stava facendo malissimo.
"Lasciala stare! Immediatamente! " Urlò una voce, la voce del mio angelo.
Quando l'uomo si girò Niall e Liam erano davanti a lui.
"Ragazze andate!" Disse Liam.
Continuammo la strada e ogni tanto guardavo indietro per vedere cosa stavano facendo, si stavano prendendo a pugni, poi vidi uno di loro accasciarsi a terra, e non era ne Niall ne Liam.
Ero così preoccupata per Rebekah, ma dovevo stare più calma possibile, dovevo farlo per Carolyn.
"Tesoro come stai?"
"Sto male...zia sto male perché tutto questo sta succedendo per colpa mia"
"Ma che stai dicendo!? Non è per niente colpa tua cucciola, quegli uomini sono orribili, ti hanno fatto qualcosa? "
"No...ma ho avuto paura, tanta paura" era così tanto triste che non potevo fare nulla, solo abbracciarla.
"Adesso tua mamma ti sta difendendo! Lei è forte"
"Mi manca, la voglio qui adesso. Voglio dirle che mi dispiace e che le voglio tanto bene."
"Allora dimmelo!" Esclamò una voce.
"Mamma! Ti voglio tanto tanto tanto bene!" Disse correndo verso di lei e abbracciandola.
"Anche io tesoro. C'è una cosa che ti devo dire..."

Harry

Abbiamo finalmente risolto tutto, Ronnie è stato sistemato per bene e Rebekah si è risvegliata fortunatamente sana.
Adesso però volevo vedere la reazione di Carolyn nello scoprire che in realtà sono suo padre.
"Io e Harry dobbiamo dirti una cosa...lui lo ha scoperto da poco, ma io lo sapevo da tanti anni e non ve l'ho mai detto, di questo me ne pento. Avevo paura, ma ora mi rendo conto che ho fatto un errore gravissimo."
"Dimmi mamma...cosa c'è di tanto importante? "
"Harry è tuo...è tuo padre "
La sua espressione è cambiata da preoccupata a sorpresa.
"Non ci credo! Papà..."
"Carolyn... "
"Come sono contenta!" Mi saltò addosso e mi ricoprì la guancia di baci.
"È ora di tornare a casa!"

Rebekah

"Papà viene con noi vero?"
Il suo sguardo da cucciolo e Harry che sorride, come posso dire di no?
"Va bene"
Tornai a casa di mamma e papà e appena mi videro mi strinsero in un grande abbraccio e mi chiesero un sacco di cose, ma era tardi ed ero stanca. Presi Charlotte e quando vide Carolyn le saltò addosso dalla gioia, era così preoccupata.
Per la notte andammo a casa mia e tutto tornò normale...mancava solo una cosa da sistemare. Eravamo nel letto e sussurrai il suo nome:
"Harry"
"Dimmi" disse girandosi verso di me.
"Dobbiamo schiarirci le idee..."
"Cosa siamo noi adesso?" Mi domandò.
"Non lo so..."
"Tu mi ami?" Chiese sussurrando a qualche centimetro dal mio viso.
"Io ti ho sempre amato, il mio cuore non ha mai smesso di battere per te..e tu? Tu mi ami?" dissi senza rendermene conto.
"Si, con tutto il mio cuore" dopo nemmeno un secondo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Da quanto non provavo quelle emozioni forti, lo stomaco pieno di farfalle, i brividi sulla schiena. Fu un bacio di quelli indimenticabili.
"Ti amo piccola"
"Ti amo riccio"
Dopo queste frasi un sorriso comparì sulle nostre labbra.
"Quanto mi sei mancata. Ora avrò tre ragazze importanti nella mia vita! Tu e le mie due figlie. Le cose più preziose che posso avere"
Mi dimenticai di quel piccolo tradimento, sapevo che lui mi amava come nessun altro e non lo avrebbe più fatto.
Ci scambiammo coccole per quasi tutta la notte. La notte più bella in 10 anni.

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Le persone ritornano sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora