VIII. 𝗦𝖮𝖢𝖢𝖮𝖱𝖲𝖮

25 5 3
                                    

I tre ragazzi finirono con le braccia legate dietro alla schiena, seduti sul pavimento dello studio; i tre uomini erano lì, ma non avevano fatto loro alcun male. Kariya si era immaginato che, come nei film, loro iniziassero a minacciarli con la pistola o chissà cosa, ma quei criminali sembravano più nervosi di loro. Kariya guardava con rabbia la borsa che gli avevano strappato; si agitò ma le corde erano fin troppo strette per provare a liberarsi. Kirino teneva lo sguardo verso il basso e respirava pesantemente. Anche la sua sicurezza era scomparsa; Shindou non parlava, sembrava assente. Gli chiese scusa mentalmente: "mi dispiace, mi dispiace Shindou-san, mi dispiace Kirino-senpai, per quello che vi sto costringendo a passare". Uno degli uomini tirò fuori la confezione d'erba che avevano preso. «Non sapete che non si ruba ciò che non è vostro?» disse egli, agitando la busta davanti a loro. «Allora, perché la volevate?»

Nessuno dei tre rispose. Erano rimasti a sguardo basso tutti quanti, troppo spaventati per fare o dire qualcosa.
«Rispondete!» alzò quindi la voce, afferrando Kariya per il colletto della felpa. Se la prendeva con lui perché la borsa era sua? Beh... aveva senso.
«Kariya!» urlò Kirini, in agitazione.
«Lascialo andare» strillò Shindou.
«Rispondete, altrimenti...»
«Altrimenti cosa?» domandò Shindou, con aria di sfida. Se Kariya non fosse stato terrorizzato, avrebbe sputato in un occhio al Virtuoso. Ma veramente? Gli sembrava la situazione? Che cosa stava pensando di fare?
«Altrimenti cosa?» domandò di nuovo Shindou: «Mio padre sa che siamo qui, se alzi anche solo un dito su di noi, sei morto»; wow, e da quando Shindou-san fosse così coraggioso? Era pronto a scommettere che non lo fosse per niente. Shindou e l'uomo si guardarono in faccia per un minuto buono, ma Kariya venne lasciato andare. «Ti avevo detto che potevi usare il nome della tua famiglia» sussurrò Kariya, dopo essere atterrato per terra. «Sta zitto, Kariya»

Per un po' non gli vennero fatte domande. I tre estrassero un coltello e ai tre il cuore smise di battere per un po', ma non fecero in tempo di usarlo.
«Pista! Fate passare!» urlò una voce estremamente familiare. Si girarono tutti in quella direzione, poi un pallone da calcio arrivò dritto addosso ai tre. Dalla posta sbucò Midorikawa, con il suo solito sorriso inquietante sul viso. «La mia Cometa Astrale è rimasta potente, visto? E come vi avevo detto, una pallonata fa male» disse gioioso, mentre si occupava di slegare i ragazzi; Kiyama era all'ingresso dello studio, e incentivò i quattro a uscire immediatamente: quegli uomini non sarebbero rimasti storditi a lungo, e avevano perso molto tempo a slegarli. I ragazzi della Raimon fecero invidia a dei velocisti, quando si trattò di fuggire. Si gettarono per i corridoi, le porte, le scatole... ovunque pur di andarsene. Si lanciarono contro la porta d'uscita e poi corsero ancora, e ancora, fino a raggiungere la Torre di Inazuma. Lì sarebbero stati lontani abbastanza da non essere cercati. Kariya si sdraiò per terra, esausto e senza fiato; Kirino e Shindou erano entrambi seduti per terra. A Kariya venne stranamente da ridere, e i due senpai lo seguirono.

Forse erano impazziti, o era solo una risata liberatoria. I due patrigni lo raggiunsero, e Kariya si gettò tra le loro braccia. «Visto che poteva essere divertente?» disse Midorikawa, vedendo che stessero ancora ridendo.
«No che non lo è... però abbiamo trovato tantissime cose... di tutto» iniziò Kariya, ancora senza fiato: «vi giuro....ho tutto... qui..» disse, andando in cerca della sua borsa, ma non c'era. L'aveva lasciata lì. Kariya crollò in ginocchio. Aveva tutto in quella borsa, ma l'aveva lasciata lì dentro... Maledizione. «Non possiamo entrare di nuovo... se hai trovato qualcosa, lo abbiamo perso» constatò Kiyama, e a Masaki salirono le lacrime. «Non è tutto perduto» disse invece Kirino, guardando Shindou, che annuì. Poi Kirino tirò fuori il suo cellulare: «Ricordi? Ho fotografato tutto. Ho la foto della droga, la registrazione della loro discussione, la foto dei documenti dove usavano io nome di tuo padre, c'é tutto»
«Ti bacerei, Kirino-senpai» esultò Kariya, stravolto dalla gioia, mentre si gettava tra le braccia del senpai.
«Tutto molto bello..ma vi prego torniamo a casa» pregò Shindou; non si era accorto prima di allora che stesse tremando. Ah già, avevano appena sentito qualcuno venire ucciso con un colpo in testa. Se n'era quasi scordato. «Shindou ha ragione, andiamocene. Siete sotto shock, avete bisogno di riposarvi.»

𝗜𝖫 𝗖𝖠𝖲𝖮 𝗠𝖠𝖲𝖠𝖪𝖨- RanMasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora