I. 𝗡𝖮𝖵𝖨𝖳À

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Kiyama Hiroto lo svegliò come suo solito, bussando alla sua porta tre volte e non di più, mentre il suo altro patrigno Midorikawa Ryuji lo riempiva già dei suoi soliti proverbi, come "il mattino ha l'oro in bocca". Dire che i suoi capelli facessero schifo era un eufemismo, ma in qualche modo riuscì a farli apparire presentabili prima di scendere per la colazione. I suoi due patrigni gli avevano lasciato la divisa della Raimon piegata e stirata sul comodino, trattamento che di solito non riservavano mai. Anche quando scese a fare colazione si trovò sul piatto dei mochi alla fragola, che di sicuro il Sole dell'Infanzia non poteva permettersi per tutti i ragazzi lì dentro. «Oggi è un giorno speciale» spiegó Midorikawa, sistemandosi la sua lunga coda verdastra: «E non dimenticare, la colazione è il pasto più importante della giornata!»

Non era cambiato di una virgola, ma Masaki non si stancava mai dei suoi modi di dire e proverbi, anche se ripeteva sempre gli stessi, ogni singolo giorno: era una quotidianità piacevole. E poi il socio della famiglia Kiyama non sbagliava, quello era davvero un giorno speciale, ma non esattamente per come lui lo intendeva. Per i suoi patrigni era il ritorno a scuola dopo le vacanze, per lui era l'anniversario di incarcerazione di suo padre, che nel giro di qualche mese forse sarebbe tornato a casa. Ma cosa lo diceva a fare? Era ovvio che i suoi due patrigni sapessero benissimo di quella data, e che stavano solo cercando di tirarlo su di morale. Comunque, Kariya decise di godersi i mochi alla fragola e il tempo mite che c'era fuori. Quel pomeriggio gli sarebbe stato concesso di tornare a vedere il Signor Kariya dopo quattro anni, aveva tutto il pomeriggio per farsi schiacciare dall'ansia della cosa, quindi si sarebbe divertito il piú possibile prima.

«Kariya-kohai!» quella voce mezza femminile gli giunse alle orecchie dopo nemmeno cinque minuti di strada. Ma certo, il suo adorato senpai lo stava aspettando alla fermata dell'autobus, come suo solito.
«Sei in ritardo, come al solito» era incredibile come farlo arrabbiare potesse essere così tanto divertente.
«Kirino-senpai, buongiorno anche a te» borbottò ghignando il ragazzo dai capelli azzurri, tirando fuori un mellifluo sorriso da schiaffi.
«Rischi sempre di perdere il bus»
«Sí, ma non lo perdo mai, senpai».
Kirino era l'unico a cui avesse parlato della situazione con suo padre: le altre alternative erano Aoi, Shinsuke e Tenma, che per carità, erano gentili, disponibili e tutto, ma non sapevano stare zitti un attimo. Davvero, spifferavano qualsiasi cosa ai quattro venti in tempo record, persino alla zia di Tenma! Kirino-senpai invece aveva il dono della discrezione. Ogni tanto si domandava se il suo senpai avesse mai nominato la particolare condizione familiare di Kariya a Shindou-san, il suo amico del cuore, ma voleva sperare di no.

Cosa poteva saperne il rampollo di una famiglia talmente ricca da comperarsi due prigioni al giorno, di problemi come i suoi? Almeno Kirino non sembrava in vena di fargli domande sull'incontro imminente di Kariya con il suo Oto-sama, e di questo gli era più che riconoscente.
«In ogni caso, non voglio rischiare di perdere gli allenamenti mattutini per aspettare un kohai che non si alza dal letto in tempo, Kariya-kun»
«Rilassati, Kirino-senpai, tanto Tenma non è un capitano severo come Shindou-san, lui non riprende mai nessuno se qualcuno fa tardi» rispose Kariya, felice di vedere come Kirino smise di controbattere subito dopo. Il senpai si prese qualche secondo, estremamente vittorioso per Masaki, per rispondere: «Beh, non lo fa ma dovrebbe, dovrebbe eccome»
«Sí sí certo, come vuoi» ci fu qualche istante di silenzio da parte di entrambi. «Allora... non è che mi spieghi meglio la situazione?»

Come non detto, nemmeno il grande e saggio Kirino Ranmaru era immune alla curiosità; c'era da aspettarselo.
«Spiegarti meglio cosa, senpai?»
«Beh, cosa devi fare oggi pomeriggio, ogni volta che tenti di spiegarmi come è andata, mi confondo anche io». Kariya abbassò lo sguardo sul marciapiede, ragionando sul cosa dire, e magari sul come dirlo.
«Non eccitarti troppo senpai, la mia situazione è molto più noiosa di quello che sembra»
«Noiosa?» a quanto pareva il suo tentativo di dissuadere Kirino aveva portato all'esatto opposto. Kariya sospirò, arreso. Quel ragazzo non lo avrebbe mollato fino a quando non avesse sputato il rospo.
«Ogni anno il caso di mio padre si apre per vedere se può uscire di prigione e ogni singolo anno succede qualcosa che lo fa rimanere dentro»
«Qualcosa del tipo?»
«La curiosità uccide il gatto, senpai»

𝗜𝖫 𝗖𝖠𝖲𝖮 𝗠𝖠𝖲𝖠𝖪𝖨- RanMasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora