IV

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Sono molto sorpreso nel constatare che ci siano tutti questi punti in comune tra le varie dottrine, nonostante la distanza temporale e geografica che separa queste persone le une dalle altre. Nel mio salotto è presente l'imperatore filosofo Marco Aurelio, vissuto tra il 121 e il 180 d.C; Lao Tzu, fondatore del taoismo e autore del celebre Tao Te Ching, vissuto nel VI secolo a.C; Siddharta Gautama, ossia il Buddha storico, vissuto tra il 566 e il 486 a.C; e infine Jalal al-Din Rumi, maestro mistico sufi, vissuto in tempi relativamente recenti rispetto agli altri, ossia tra il 1207 e il 1273. Ognuno di loro ha intrapreso un percorso diverso, ma ciononostante tutti sembrano essere giunti in un'unica destinazione. Meditai a lungo e ad un certo punto diedi voce ai miei pensieri: « All'apparenza sembra di vivere una vita caotica e frenetica dove vi è un continuo scontro, a volte anche violento, di ideologie e punti di vista, dove bene e male, giusto e sbagliato sembrano essere due entità distinte e contrapposte e in perenne lotta fra loro, ma questa sera mi sembra che ci sia una sorta di unità da dover scoprire e svelare. »

Intervenne al Rumi con un messaggio molto importante riguardo questo tema: « Tu vedi che un uomo è preso da cento differenti desideri, e dice: "Voglio del toutmaj, del bourak; voglio della halwa, del qelya, voglio della frutta e dei datteri". A sentirli così, tutti questi cibi differiscono, ma la loro origine è unica: la fame di quell'uomo, ed essa è una. Quando è sazio, l'uomo dice: "Non voglio più niente". Diviene dunque palese che egli non aveva né dieci né cento cose, ma una sola, all'origine del suo desiderio.(1) Quando si osserva l'intento che viene ricercato, la dualità scompare. La dualità è ciò che esiste nel ramo, la radice è unica. E questo si applica anche ai maestri spirituali: per quanto nelle apparenze esteriori, sembrino svariati, e malgrado vi siano, nei loro stati, negli atti e nei detti varietà e divergenze, dal punto di vista dell'intenzione essi sono un'unica cosa, e la loro ricerca è la ricerca del Vero. Ugualmente, quando il vento soffia all'interno di una casa, solleva il margine del tappeto, scompiglia i tappetini, leva in aria rametti ed erbe secche, increspa l'acqua della vasca e fa ondeggiare alberi e foglie. Tutti questi stati appaiono distinti e differenziati, ma, dal punto di vista dell'intenzione, dal punto di vista della radice e della realtà, si tratta di un'unica cosa soltanto. Il movimento viene soltanto dalla corrente d'aria. (2)»

Le sagge parole di Rumi risuonarono nel salotto, permeando l'atmosfera con una profonda verità. Mi vennero in mente le parole della bellissima orazione che fece il senatore Quinto Aurelio Simmaco nel cercare di ripristinare l'Altare della Vittoria all'interno del Senato romano intorno al 384 d.C, fatta precedentemente rimuovere dallo schieramento dei senatori cristiani col sostegno del vescovo Ambrogio di Milano.

«Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento », iniziai a ripetere ad alta voce l'orazione di Simmaco. « Contempliamo tutti le medesime stelle, abitiamo sotto lo stesso cielo, uno solo è l'universo che ci circonda: che importa con quale dottrina ciascuno di noi cerca la verità? Non si può giungere per un'unica via a un mistero così sublime. » Per onestà intellettuale terminai accennando l'autore e il contesto in cui visse.

Marco Aurelio aveva ascoltato molto attentamente e ad un certo punto mi disse: « Il senatore Quinto Aurelio Simmaco? Credo di non conoscerlo nella storia di Roma.»

« È perchè ha vissuto circa 150 anni dopo la tua epoca, quando l'editto dell'imperatore Teodosio fece del cristianesimo l'unica religione tollerata nell'Impero di Roma. Si cercava l'unità, ma temo che col tempo ciò creò ulteriori divisioni.»

Marco Aurelio, con la sua eterna saggezza, si levò in piedi e si diresse verso la finestra, contemplando le stelle nel cielo notturno. Dopo un momento di silenzio, disse con voce calma, ma profonda: « Simmaco, un uomo del futuro, cercava l'unità attraverso la comprensione della diversità delle credenze. Tutte le cose sono reciprocamente intrecciate, il loro legame è sacro e quasi nessuna cosa è estranea ad un'altra. Si trovano, infatti, armonicamente ordinate e insieme danno ordine e bellezza al medesimo mondo. E quest'ultimo è unico, formato da tutte le componenti, unico è il dio che le attraversa tutte quante, unica la sostanza e unica la legge, la ragione comune a tutti i viventi intelligenti, unica la verità, se è vero che una sola è la perfezione dei viventi aventi medesima natura e partecipanti alla medesima ragione. (3)»

Un dialogo oltre il tempo e lo spazioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora