V

5 2 0
                                    

Pensai a molti uomini che raggiunsero una grande conoscenza, ma allo stesso tempo non vennero compresi dai loro contemporanei. Mi venne in mente Socrate, il filosofo ateniese, che con il suo incessante interrogare aveva scavato nelle profondità della conoscenza.. La sua vita giunse a una fine tragica, condannato a morte dalla stessa società che egli cercava di illuminare. Gesù, che con le sue parole, spesso avvolte in metafore e parabole, sfidavano il modo convenzionale di pensare. Anche lui, però, fu oggetto di incomprensioni, finendo per pagare un prezzo elevato per la sua visione del mondo. L'imperatore romano Giuliano, soprannominato "l'Apostata" per aver abbandonato il cristianesimo in favore del paganesimo, fu un sovrano illuminato e uno studioso profondo. Tuttavia, le sue idee non furono accettate dalla maggioranza, venne deriso e in seguito morì in battaglia, probabilmente in seguito a un complotto. E Ipazia la filosofa, matematica e astronoma di Alessandria nel IV secolo, che pagò anch'essa un prezzo per la sua ricerca di conoscenza e verità. La sua vita fu segnata dalla passione per lo studio, ma la sua fine fu tragica, vittima di violenza e intolleranza religiosa per opera di fanatici cristiani.

Queste persone, con la loro conoscenza profonda della vita, avevano sperimentato l'isolamento e la mancanza di comprensione da parte di coloro che si dedicavano principalmente ai piaceri terreni. « Come avete superato le difficoltà derivate principalmente all'indole umana nel seguire i vizi e i piaceri? Il fatto di essere mal visti, di apparire "diversi" e di lottare quotidianamente con gli errori e l'ignoranza, non vi irritava o rattristava? Man mano che acquisivate sempre più conoscenza, non vi sentivate sempre più soli e incompresi? »

Dopo aver esposto la domanda, un silenzio cadde nella stanza. Un silenzio che permeava l'atmosfera, portando con sé il peso delle storie di coloro che, nonostante la loro profonda comprensione della vita, avevano subito incomprensioni, persecuzioni e violenza. Un momento di penetrante silenzio, carico di significato e di rispetto per coloro che avevano attraversato tali difficoltà nel loro cammino verso la verità. Le sagge figure nella stanza guardarono nel vuoto con espressioni dispiaciute come se comprendessero perfettamente la ragione di quel quesito.

Marco Aurelio si prese un momento prima di risponde. « Ogni volta che vieni offeso da un impudente, chiediti subito: "È possibile che al mondo gli impudenti non esistano?". No. Quindi non chiedere l'impossibile; perchè anche quel tale è uno degli strumenti che devono esistere al mondo. Fà la stessa considerazione anche a proposito del furfante, del traditore e di qualsiasi altra specie di malfattori, poiché rammentandoti subito che è impossibile che non esista una simile razza di gente, sarai più cortese verso ognuno di loro. Altra cosa utile è pensare immediatamente alla virtù che la natura ha dato all'uomo contro questo vizio, giacchè essa ha dato quale antidoto, ad esempio, contro l'ingratitudine la mitezza, e contro altri vizi, qualche altra particolare qualità. Ti è sempre possibile, insomma, riportare sulla retta via colui che ha errato, perchè ogni uomo che commette una colpa sbaglia lo scopo che s'era prefissato, ed erra fuori strada. Che c'è di male o di strano se l'ignorante agisce da ignorante? Guarda piuttosto che tu non debba incolpare te stesso per non esserti aspettato da lui la colpa che ha commesso. Ma soprattuto prenditela con te stesso ogni volta che rimproveri un traditore o un ingrato, poiché la colpa è chiaramente tua, sia che tu abba creduto che un uomo con un tale carattere avrebbe mantenuto la parola data, sia che tu, facendo un favore, non l'abbia fatto disinteressatamente e in modo tale d'aver raccolto subito l'intero frutto della tua azione nel semplice compierla. Che vuoi di più, amico mio, una volta che hai fatto del bene? Non ti basta aver agito secondo la tua natura, ma ne cerchi anche un compenso? È come se gli occhi ti facessero pagare perchè vedono, o i piedi perchè camminano. Proprio come questi sono stati infatti creati per svolgere ognuno la funzione che gli è propria, così anche l'uomo, nato per far del bene, ogni volta che l'ha compiuto o ha comunque contribuito all'altrui bene nelle cose indifferenti, ha fatto solo ciò per cui è stato costituito, e ha così tutto il suo compenso. (1)»

Un dialogo oltre il tempo e lo spazioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora