Chiudo l'estremità della traccia guardando il piccolo corridoio che porta al soggiorno e inspiro mentre medito su quello che potrei fare.
Prima abbiamo litigato di brutto e mi sono rinchiusa in camera. Sono uscita solo per una doccia veloce e non ho neanche cenato, come mi ricorda il mio stomaco.
Lo schermo della televisione è l'unica fonte di luce presente e non c'è audio.
Ignoro la fitta al cuore e salgo in camera, mettendomi comoda sul letto a leggere qualche pagina prima di mettermi a dormire.Ma non dura molto.
Dopo aver riletto lo stesso paragrafo tre volte chiudo il libro e mi alzo, pronta a scendere.
Mi avvicino al soggiorno in punta di piedi e sbircio il divano: Alex sta dormendo, la coperta che a malapena raggiunge le caviglie e la testa rivolta verso lo schermo.
Sempre con la massima attenzione vado in cucina e noto con mio grande rammarico che la cena è intatta: nemmeno lui ha mangiato e la tavola è ancora apparecchiata.Mi verso un bicchiere d'acqua e ripenso al litigio.
A mente meno annebbiata mi rendo conto che è partito tutto da una cazzata e sono sicura che se non fossimo stati stanchi per la giornata sarebbe andata diversamente.Controllo ancora in soggiorno e gli sistemo una seconda coperta in modo che copra i piedi e spengo la televisione: domani mattina risolveremo.
Sto per uscire quando sento il divano cigolare e mi giro. La sagoma nel buio è seduta ed è rivolto nella mia direzione.
«Scusa, non volevo svegliarti.» Sussurro piano.
«Non l'hai fatto.»
«Pensavo... ehm, potresti venire a dormire a letto, ecco.» Continuo, ma non ricevo subito una risposta come speravo, così vado in camera e mi nascondo sotto il piumino.
Non so quanto tempo passa, ma dev'essere stato appena prima che perdessi la speranza, e la porta si apre lentamente. Lo sento muoversi e poi il materasso si abbassa.
Sono girata in modo da dargli le spalle e ascolto attentamente ogni suo movimento per capire al meglio il suo stato d'animo.
Vorrei dire qualcosa, ma non so cosa. Vorrei solo girarmi e abbracciarlo, ma non ne ho il coraggio.«Vuoi parlarne?» Parla piano, a voce bassa e le parole mi vibrano dentro.
«Tu vuoi?»
«Te l'ho chiesto per primo.»
«Sono io quella che ha fatto la stronza.»
«Ho fatto il coglione anche io.»
Mi giro e con la testa appoggiata al cuscino alzo lo sguardo sul suo, poco illuminato dalla fievole luce della lampada: è appoggiato con la schiena alla testiera.«Mi dispiace, non dovevo attaccarti in quel modo.»
«Non dovevo scaricare, io per primo, le frustrazioni del lavoro a te.»
Mi alzo anche io mettendomi seduta.
«A prescindere dalle colpe, ti chiedo scusa.»
«Accetto solo se tu accetti le mie.»
Annuisco e mi avvicino a lui, fino a che non mi afferra per le cosce mettendomi a cavalcioni su di lui.
Parte di slancio, tentando di baciarmi, finendo per scontrare il naso sul mio. Gli afferro il viso e me lo avvicino più lentamente, un piccolo sorriso da parte di entrambi.
Cattura le mie labbra portandomi via il respiro e mi avvicina con sempre più forza al suo corpo.«Mi sento così stupido.» Mormora piano tra un bacio e l'altro.
«Perché?»
«Abbiamo sprecato tempo lontani.» Stringo le cosce a quella sincerità e senza rendermene conto mi ritrovo capovolta sul letto.
«Posso?» Giocherella con l'estremità del pigiama mentre scende a baciarmi sul collo.
«Certo.»
Sollevo le braccia e la maglia vola via, così come la sua.
Mi preme con il peso contro il materasso e si fa spazio tra le cosce.
Quando inizio a sentire l'aria mancare mi struscia contro i fianchi e mi sfugge un gemito che viene interrotto da quello successivo.
Sposto le mani dal collo ai suoi fianchi e tiro e gioco con l'elastico dei pantaloni.«Cosa vuoi, amore?»
«Sentirti.»
Mi bacia sul collo e si sposta per togliersi tutti i vestiti. Abbasso involontariamente e senza perdere mezzo secondo lo sguardo e la voglia sale alle stelle: lo voglio tutto e dentro.
«Sei bellissimo.»
Sorride prima di avventarsi su di me e togliermi ogni pezzo di stoffa.
Quando sono completamente nuda lo tiro a me e gli prendo il cazzo in mano. Trattiene il fiato e sospira lentamente quando inizio a muovere la mano.
«Non trattenerti. Fammi sentire ogni suono.»
Pompo la lunghezza, solletico la punta inumidendola tutta e mi sposto sulla base e testicoli, con delicatezza.
Ha il viso infossato nella curva del mio collo e ciò mi permette di sentire ogni sospiro e gemito, anche quando gli si blocca il fiato in gola.
Aumento un po' la presa e mi muovo più veloce: geme più forte.
E credo di essere completamente bagnata.«Ferma, ferma.»
Alza la testa e blocco i movimenti mantenendo comunque la presa.
«Voglio venire con te.»
«Fammi venire, allora.»Sorride e mi bacia, per poi scendere e baciarmi il collo, entrambe le tette, la pancia e piega le gambe ai lati della sua testa.
Rabbrividisco al tocco quando mi apre le labbra e mantiene lo sguardo sul mio mentre si abbassa con la lingua già fuori. Lecca il clitoride e con un dito percorre la mia entrata.
Abbandono la testa all'indietro e gemo forte mentre mi contraggo intorno al niente.«Sei bellissima e già fradicia.»
Mi succhia il clitoride e vorrei aggrapparmi alle lenzuola ma non ci arrivo.
Procede lento, attento e mi sento l'orgasmo avvampare presto.«Fermo, fermo.» Parlo piano e a fatica.
«Cosa?» Si blocca e solleva la testa.
«Voglio venire con te.»
In tutta fretta viene con il viso alla mia stessa altezza per baciarmi e me lo stringo contro. Il pene struscia tra le mie labbra e i movimenti sono scivolosi e umidi.
Spingo i fianchi contro i suoi e si allinea. Centimetro dopo centimetro mi riempie e lo avvolgo bisognosa.«Fai la brava.»
Resta fermo qualche istante e mi godo la pienezza e frenesia del momento. Entrambi stiamo ansimando. Le spinte sono da subito lente e profonde; muove i fianchi in modo tale da essere completamente dentro e il clitoride riceve le giuste stimolazioni.
Si abbassa per baciarmi e si muove più forte, rubandomi un gemito più disperato.
Lo fa ancora e rispondo allo stesso modo. Continua così e smettiamo di baciarci. Ascoltiamo i nostri gemiti e mi contraggo intorno a lui in modo diverso, con più disperazione.
L'orgasmo non è lontano.
Scioglie la presa delle gambe e me le piega contro il corpo mentre riprende ad assestarmi colpi che in qualche modo sono ancora più profondi e perdo la ragione.
Mi tremano le gambe. Ho il fiato corto. Dalla mia bocca escono solo mugolii e imprecazioni.
«Stringimi, piccola.» Come se potessi controllarmi e smettere.
Aumenta il ritmo e cambia angolazione rubandomi l'aria e qualsiasi controllo del corpo.
Gemo forte il suo nome e vengo, contorcendomi sotto e intorno a lui a lungo mentre anche le sue spinte diventano irregolari.
Si irrigidisce e impreca, accasciandosi su di me mentre sistemo le gambe intorno ai suoi fianchi, accogliendo il suo orgasmo.Restiamo abbracciati e fermi a lungo, rilassati e con la respirazione lenta.
Ha la testa appoggiata sul mio petto e mi tiene al caldo sotto di lui mentre con delicatezza percorro le dita sulle sue spalle.«Litigherei con te ogni giorno se il post sesso è...»
Viene interrotto dal brontolio del mio stomaco e solleva la testa.
«Dicevi?»
«...è così bello ogni volta. Andiamo a mangiare?»
Annuisco e si solleva, afferrandomi la mano e tirandomi su con lui.
Infilo le mutande e la maglia del pigiama mentre lui si avvicina con solo i pantaloni. Mi da un bacio delicato prima di avvolgermi il corpo con le braccia e tirarmi su, così mi aggrappo a lui mentre ci porta in cucina sotto mille piccoli baci che gli lascio sulla guancia e collo.ciao!
volevo ringraziare tutt* per le letture e il tempo che dedicate a leggere questa raccolta: non pensavo sarebbe arrivata a così tante persone.
spero davvero che vi stia piacendo 🫶
