VII

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Il campanello suona e per poco non lancio il mestolo nel lavandino dall'emozione mentre mi affretto ad aprire la porta di casa per saltare addosso ad Alex.

«Ma ciao amore.»
Gli stringo forte le braccia al collo e mi lascio avvolgere di conseguenza da lui. «Mi sei mancato.»
Affondo il viso sulla sua spalla e ci trascina dentro mentre rafforza la presa.
«Anche tu, piccola.»

È stato via due settimane per lavoro e siccome non era un viaggio programmato, non ero preparata a stare lontana da lui tanto a lungo, anche perchè non credo sia mai successo da quando l'ho conosciuto.

Mi riappoggia con i piedi a terra e solo quando si allontana faccio caso al piccolo mazzo di fiori che tiene in mano.
«Margherite.»
«Solo per la mia preferita.» Spingo il labbro inferiore in fuori dalla tenerezza e affondo il naso per sentirne il profumo.
«Grazie.»
Mi sorride e avvolge le mani ai lati del mio viso prima di baciarmi.
Dopo tanto tempo, il cuore fa le capriole a sentirlo così vicino.
Ci baciamo lentamente, nostalgici del periodo passati lontani e indugio più del dovuto sul suo labbro inferiore. Gli accarezzo il retro della nuca e mi fa pressione con la lingua per maggior contatto, facendomi scappare un gemito.

«Potrei morire se lo rifacessi.»
«Organizzerò il funerale, allora.» Sposta le mani sulla mia schiena e le abbassa finché non le poggia sul sedere. Mi spinge più vicina e gemo quando sento l'erezione crescente premermi sul ventre.
«Ora?» Domando a fiato corto toccandolo sul torace.
«Sì, subito.»
Insieme ci allontaniamo e mi affretto a slacciargli il bottone dei jeans mentre a lui non resta altro che afferrare l'orlo del vestito per sfilarmelo. Gli tolgo anche la felpa e lo bacio alla base del collo: mi era mancato sentire il suo profmo.
«Contro il muro.» Mormoro slacciandomi il reggiseno. Mi sfila il perizoma e mi afferra sotto le cosce per prendermi in braccio e spingermi contro la parete. Con una mano mi tengo appoggiata a lui e con l'altra gli afferro il cazzo: è così duro e grosso. Muovo il polso e la presa sulle cosce si fa più forte.
«Non ci provare.»
Sorridendo lo guido verso la mia entrata e con un colpo secco mi riempie tutta.
«Cazzo.» Impreca a bassa voce soffocando un genito.
Gli premo le mani sul retro del collo mentre si sistema afferrandomi per il culo, le gambe che gli avvolgono i fianchi in modo da poter muoversi meglio.
Si allontana e riaffonda in me con forza.

Lo sento ovunque e mi riempie come se fosse la prima volta ed è troppo bello per trattenere qualsiasi suono. Tutti i miei sensi si concentrano al ventre, il calore e l'orgasmo crescente. Gli vado incontro muovendo il bacino e ciò provoca solo altri gemiti da entrambi.
«Mi è mancato sentirti vicina, ascoltarti e toccarti.» Appoggia le labbra sul mio collo e lo bacia e succhia. Gemo in risposta e mi stringo intorno al suo pene quando mi colpisce sul punto giusto. Ruota i fianchi e mi sbatte con possessione nello stesso punto.
«Sei così bagnata e calda.»

«Ci sono... quasi.»
«Lo sento. Stringimi, piccola, fammi sentire quanto bene stai.»
Spinge il mio corpo al muro ed esplodo definitivamente quando infila una mano tra di noi per toccarmi il clitoride. Sussulto e mi sciolgo fra le sue braccia quando l'orgasmo prende il possesso del mio corpo facendomi tremare tutta.
«Oh, sì... così, ti prego.» Biascico le parole mentre continua a stimolarmi il fascio di nervi e, qualche colpo dopo, mi ritrovo con le gambe aperte contro il muro e il suono dei fianchi di Alex che sbattono contro la mia vagina fradicia di orgamo.

«Riempimi, amore. Fammi sentire quanto ti sono mancata.»
La forza dei suoi ultimi gemiti e colpi mi fa contorcere le dita dei piedi finché non si rilassa contro il mio corpo.
Mi accascio sul suo petto che si alza e abbassa profondamente mentre riprende fiato.
Mi riappoggia a terra solo per poter avvolgere le mani intorno al mio viso e baciarmi. Si muove delicato sulla bocca e caccio fuori la lingua per approfondire il contatto, ma si allontana con un sorriso.
«Che ne dici se vieni con me in doccia e poi mangiamo qualsiasi cosa buona tu stia preparando?»
«Dico che ci sto.»

Si allontana per prendere i fiori caduti a terra e poi mi prende in braccio.
«Hai fuochi da spegnere?»
Annuisco e attraversiamo la cucina insieme. Andiamo poi in bagno e mi godo il momento tra le sue braccia per baciarlo sul collo e ammirare la sua bellezza.
«Com'è andato il viaggio di ritorno?» Domando quando mi appoggia sul ripiano vicino al lavandino.
«Infinito.»
«Davvero? Come mai?»
Annuisce e mi sorride. «Perché sapevo che stavo ritornando da te.»

Nonostante ci siamo sempre tenuti in contatto e le telefonate serali passavano dal condividere qualsiasi cosa stessimo facendo nello stesso momento in silenzio alle attività più sconce, il contatto fisico nella nostra relazione è sempre stato presente e necessario.

Lo raggiungo sotto la doccia quando mi porge la mano.
Recupera il sapone e se lo massaggia tra i palmi prima di afferrarmi il seno e prestarci tutte le attenzioni che ritiene necessarie, capezzoli compresi; scende sullo stomaco e dietro la schiena, giù sul sedere dove lo stringe e palpeggia con forza. Si inginocchia, mi solleva una gamba mettendosela sulla spalla e tira fuori la lingua prima di avventarsi nella mia intimità.
«Oh, merda.»
Appoggio le mani sulla sua testa, già bisognosa di sentire di più. Si avventa sul clitoride che succhia e lecca con avidità. Sembra quasi che ne abbia più bisogno lui che io e la cosa mi piace da morire.

Sposta le mani sulla mia fessura e infila subito due dita che ruota e arriccia, finché non riceve la reazione desiderata. Mi contorco e gemo forte.
Allontana la bocca e pompa ancora le dita mentre scende a baciarmi l'interno coscia.
«Voglio venire con te dentro.» La voce mi esce debole ma si stacca e mi gira. Appoggio i palmi sulla parte e mi abbasso con il corpo mentre mi allarga le gambe.
«Questo bel culo, cazzo.» Mi schiaffeggia e stringo i denti per non urlare.
Inarco la schiena per permettergli maggiore accesso e con la punta mi stuzzica da dietro. Mi spingo verso di lui e si fa strada dentro di me dove subito stringo le pareti intorno al suo cazzo, non riuscendo a controllarmi.

«Sei ancora più stretta così.» Gli vado incontro e mi afferra per i fianchi per maggiore stabilità. In questa posizione si muove più veloce e stringo i pugni per non urlare.
Mi scopa forte, guidando il mio corpo come solo lui può e sa fare, portandoci entrambi all'apice un'altra volta.
Passa le mani lungo la schiena e poi si sposta sul davanti, afferrandomi il seno. Mi stringe a sé con la schiena attaccata al petto, stuzzicandomi i capezzoli.
Le scariche di piacere si accumulano, portandomi a un colpo dall'orgasmo.
Si irrigidisce.
Abbandono la testa sulla sua spalla mentre ci porta al limite e mi sento un disastro mentre veniamo.
«Così, stringimi piccola.»
Lo faccio e mi tremano le gambe dal piacere mentre continua lento a penetrarmi.
Lentamente esce e rimane con le braccia ad avvolgermi il corpo.
Quando i brividi sono passati mi giro verso di lui e osservo il suo viso rilassato post sesso.

«Ora ci laviamo davvero e poi ti faccio vedere il bel perizoma che prima mi hai tolto.»
Sorride e annuisce. «Tutto quello che vuoi.»
Lo bacio un'ultima volta e apro il rubinetto dell'acqua.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22 ⏰

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