VI

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Oggi è un giorno speciale per Alex: ama il 29 febbraio; non è il suo compleanno ma ha questa idea secondo la quale ogni quattro anni ci venga regalato un giorno in più e non transige all'idea che debba essere vissuto al massimo. Così gli ho fatto una sorpresa.
Dopo la lunga giornata fuori a fare attività che ci siamo sempre ripromessi di fare quando avremmo avuto tempo, finalmente varchiamo la soglia di casa.

«Che giornata bellissima. Abbiamo sfruttato bene queste ventiquattro ore in più.» Dice tirandomi in un abbraccio.
«Sono contenta. Ma ho una piccola sorpresa per te, ancora.»
Scatta sull'attenti e gli si illuminano gli occhi. «Ovvero?»
«Io vado a farmi una doccia, poi ci vai anche tu e quando uscirai, vedrai.»
Mi stringe con più forza e mi bacia. «Sapevo di averti scelta bene.»
«Prima vado e prima avrai la tua sorpresa.»
Mette le mani al lato del mio viso e mi regala un bacio da capogiro prima di allontanarsi e la cosa mi fa contrarre dei muscoli che useremo tra non molto.

Vado in camera a recuperare il completino intimo che ho comprato per l'occasione e nel minor tempo possibile mi lavo e lo indosso, coprendomi con il pigiama.
Quando esco lo trovo già pronto con il cambio di vestiti in mano. Mi dà una pacca sul sedere prima di entrare.

Sistemo una sedia al centro della camera, rivolta verso il letto, con tutte le cose che ci serviranno poi e ritorno in bagno facendo la massima attenzione e silenzio.
Sopra l'asciugamano gli lascio un bigliettino con scritto "asciugati molto bene :) e vieni in camera" e mi porto via i vestiti: comunque non ci sarebbero serviti.

Sento l'acqua chiudersi così mi spoglio; dopo qualche istante la porta si apre.
Entra in camera e si blocca.
Mi osserva a lungo.
Sono seduta sulla sedia verso di lui e il completino che indosso è semplice: viola e in pizzo, molto trasparente.
«Mi piace già.»
Gli sorrido e mi alzo, scrutando il suo corpo il bella vista. Ho già la bava alla bocca.
«Vieni, siediti.» Gli cedo il posto e mi metto alle sue spalle.
«Ho il posto d'onore?»
«E non sai quanto.» Lo bacio sul collo di lato e sposto le sue mani dietro la sedia per bloccarle con delle manette.
«Già mi piace.» Lo stesso faccio con le caviglie: sono manette morbide, non sarà doloroso... non sotto questo punto di vista.
«È molto semplice: tu sarai qui e io lì.» Indico il letto davanti a noi e al quale è rivolto con la sedia.
«Non puoi farmi soffrire così, però.» Ha la voce calda e profonda ma ha comunque un piccolo sorriso.
«Non soffrirai, no.»
Lo bacio a lungo prima di abbassarmi, provocandogli già sospiri pesanti. Scendo lungo il torace con baci umidi e nel frattempo mi tolgo le mutandine. Inginocchiata davanti a lui, gli afferro il pene solo con le labbra.
«Oh, cazzo.» Si spinge con i fianchi verso l'alto ma non gli permetto di farsi più strada nella mia bocca. Gli succhio l'estremità e lo lascio con uno schiocco.
Ammetto che resterei qui inginocchiata tutta la sera, ma invece appendo solo il piccolo pezzo di stoffa che mi sono tolta al cazzo eretto.
Mi piego davanti a lui dandogli tutta la visuale del mio sesso e gattono fino all'estremità opposta del letto. Mi appoggio con la schiena alla testiera e divarico le gambe.

«Dimmi come devo toccarmi.»
«Potresti semplicemente farmi usare la bocca.»
«Sai che mi piace masturbarmi.» Abbasso la mano e mi infilo un dito dentro. Inarco la schiena e fisso i miei occhi nei suoi. «Sono bagnatissima.»
«Tiralo fuori, è il mio posto quello.»
«Dovrei fare così?» Succhio via dal dito i miei umori e ne reinserisco due.
«Sei stupenda.»
Muovo la mano e trattengo il piccolo gemito che stava per scapparmi.
«Tirale fuori e massaggiati il clitoride.»
Faccio come dice e mi tocco con movimenti circolari.
«Così?»
«Sì e fatti sentire.»
Un brivido mi percorre la schiena e man mano che continuo smetto di trattenermi.
Il calore parte dal basso e si estende in tutto il corpo, riempiendomi il petto.
«È bellissimo.»
«Lo so bene. Ora muovile da destra a sinistra.»
Mi stringo intorno al nulla e abbandono la testa all'indietro. Ho un leggero tremolio alle gambe.
«Vorrei riempirti e guardarti allo stesso tempo.»
Mi stimolo ancora prima di infilarmi due dita dentro.
«Oh, sì. Non sono come le mie, vero? Le mie ti fanno sentire meglio.»
Gemo forte alle sue parole e mi allungo a prendere il vibratore, a doppia stimolazione, che ho preparato sul letto.
Lo infilo acceso dentro di me e inarco la schiena colpendomi violentemente sia l'interno che il clitoride.
Credo di aver urlato.
«Vai, così, urla per me.»
Avvolgo con ingordigia il vibratore e mi rompo nell'orgasmo quando vengo. Le gambe mi tremano ininterrottamente e mi accascio sui cuscini.
La vibrazione continua portandomi allo sfinimento e mi godo l'orgasmo appieno finché non recupero un po' di facoltà cognitive.
Me lo sfilo con molta poca voglia.

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