IV

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Entro in cucina con il naso attento e l'acquolina in bocca.
«Cosa stai preparando di buono?»
«Polpette di carne al sugo.» Risponde mentre gli avvolgo le braccia intorno ai fianchi.
«Bene, ho già fame! Cucina veloce.»
Ride piano.

Finisce di preparare con me aggrappata dietro di lui che di tanto in tanto gli bacio la schiena e la sua maestria di procedere tranquillo è tremendamente sensuale.
Esordisce con un «finito!» molto euforico quando l'unica cosa rimasta da fare è aspettare che si cuocia.
Mi allontano e mi appoggio al tavolo, mentre lui si lava e asciuga per bene le mani.

Gli faccio cenno di avvicinarsi e lo spingo verso di me, affondando le mani tra i capelli. Catturo le labbra nelle mie, gustandole dolcemente e passando lenta la lingua sul labbro inferiore: sono morbide, con un retrogusto di salato.

Mi afferra per le cosce prendendomi in braccio e ci sposta sulla parte di tavolo immacolato: aveva già apparecchiato.
Ci baciamo fino a perdere tutta l'aria nei polmoni e gli unici suoni udibili sono lievi gemiti e sospiri.
Sposto le mani sotto l'elastico dei pantaloni e sorrido quando mi stringe più forte.
«Cosa vuoi fare?» La voce bassa e roca mi manda alle stelle.
«Tante cose.»
«Per esempio?»
«Non saprei scegliere.»
Non ci stiamo più baciando, ma le labbra si muovono comunque su quelle dell'altro.
Mi sposto verso l'orecchio, senza staccare mai le labbra dalla sua pelle.
«Lo sai che effetto mi fai quando cucini?» Con i denti gli afferro il lobo dell'orecchio e lo lascio andare. Le mani vagano lentamente dalle spalle verso il basso, passando sui pettorali e oltre.
«No, quale?» Le sue mani continuano a stringermi le cosce.
«Potresti scoprirlo da solo.»
«E come?»
Lo bacio sotto l'orecchio con l'intento di lasciargli un piccolo marchio poco evidente mentre le mani oltrepassano l'elastico delle mutande.
«Oh no, amore.» Ha un momento di debolezza che esprime cedendo la presa sul mio corpo.
«Ah no? Io volevo piegarmi
Ho ormai afferrato il cazzo che si indurisce ancora di più a seguito delle mie parole.
Stacca le mani dal mio corpo per portarmele alla base del collo e inizia a baciarmi, senza lasciarmi modo di formulare un pensiero per quanto bello e travolgente è.

«Dopo non riesco a farlo, devo baciarti ora.»
Gli cingo il collo mentre mi spingo più vicina a lui, sentendo quanto è pronto.
Mi sfugge un gemito mentre si strofina tra le mie gambe, la mano che si infilano sotto la felpa per stringere il seno.
«O fai qualcosa, o faccio da sola.»

Non se lo fa ripetere: mi sfila i pantaloni e a seguire anche le mutande, rimpiazzandole con la mano.
Non riesco a trattenermi quando mi massaggia il clitoride e mi aggrappo a lui quando i tremolìi non cessano. I brividi mi percorrono ovunque e la forza nei muscoli diminuisce sempre di più.
«Ti voglio... dentro.» Le parole escono strozzate, ma esegue la richiesta.
Si allontana e guardandomi negli occhi si toglie pantaloni e mutande: è super pronto.
Mi prende in braccio e mi aggrappo salda a lui iniziando a baciargli il collo mentre con una mano sistema i vestiti tolti sul bordo del tavolo.
Mi bacia un'ultima volta e mi fa stendere sul tavolo di pancia. Con la sistemazione dei vestiti sotto il ventre non riesco a toccare con i piedi per terra e sento l'aria fresca solleticarmi l'intimità.
«Vorrei potessi vederti.» Mi afferra il sedere stringendolo forte, per poi schiaffeggiarmi.
Posa un bacio alla base della schiena e mi preparo a sentirlo entrare, invece ricevo la sua bocca.
Gemo e stringo forte il bordo del tavolo a sentirlo con la lingua sulla mia entrata e mi fa solo che bagnare di più.
È lento, attento e mi stimola nei punti giusti: è meraviglioso.
Quanto darei per guardarlo.
Usa le dita per accarezzarmi l'entrata e poi penetrarmi mentre la bocca si sposta, facendomi tremare attraverso il clitoride e gemere più forte.
Per fortuna sono sul tavolo altrimenti sono sicura che cadrei a terra per l'orgasmo che mi sta provocando.
Geme tra le mie labbra e i suoni si fanno più bagnati.
«Sei così buona... continua, amore.» Le dita si piegano dentro di me e si fanno più veloci. Mi stringo più forte intorno a loro mentre tra un tremolio e un urletto strozzato, vengo.
Continua a leccarmi, più lento, e sento i miei umori lungo le cosce: mi bacia seguendo quella scia e poi si alza.

Ho la mente annebbiata e le sue mani mi stringono forte i fianchi. Posa un bacio sul culo e poi lo sento con la punta farsi spazio dentro di me.
«Oh, cazzo.» Resta fermo qualche secondo e con un colpo secco mi penetra del tutto.
Sono ancora tremante dall'orgasmo e non riesco a non stringermi avida intorno al suo cazzo.

«Mi farai venire subito così.»
Mi preme contro il tavolo e riaffonda dentro in modo brutale. Mi stringo ancora.
«Maledizione, amore. Sei così stretta.»
Procediamo a lungo così: si allontana lentamente, mi fa attendere con solo la punta dentro e poi mi riempie con forza, io mi stringo.
Oltre che ad afferrare in modo disumano il bordo del tavolo e gemere senza filtri, non so più come sfogarmi.
Devo ancora riprendermi dal primo orgasmo che ho già il prossimo dietro l'angolo.

Il suono delle pelli che si collidono non aiuta a prolungare l'attesa di sfogare il piacere, così come la fermezza con cui affonda in me, il modo in cui mi stringe e gli apprezzamenti bisognosi che geme.

Cambia il ritmo e la penetrazione diventa irregolare.
«Vieni anche tu, amore, riempimi.»

Le spinte si fanno più forti finché non vengo e mi contraggo introno a lui con il disperato bisogno di sentirlo ancora più a fondo. Viene anche lui e resta fermo dentro di me.
Si abbassa contro di me, baciandomi sulla spalla. Girando la testa riesco a vederlo un poco: fermo, con gli occhi chiusi e sereno.
«Ne voglio ancora.» Sussurro e un sorriso gli spunta immediatamente.
«Prima facciamo il carico di energie.»

Quando la respirazione torna regolare si allontana e mi svuota. Mi aiuta ad alzarmi e sistemarmi seduta a bordo del tavolo dove lo avvolgo con le gambe più vicino a me; gli afferro il cazzo e me lo porto all'entrata della vagina, riempiendomi nuovamente.
«Amore, sei insaziabile.» Ha una briciola di rimprovero mentre lo dice, ma il suo non opporsi e il sorriso, fanno sorridere anche me.
«Voglio solo sentirti dentro mentre ti bacio.»
Acconsente e se all'inizio parte come un bacio lento e profondo, finisce sconnesso contro il muro.
Ma questa è un'altra storia.

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