Nicola si trovava in uno strano ascensore. All'apparenza era ordinario, ma c'erano solo tre bottoni e l'interno emanava una bianca luce accecante.
Quando Crowley gli disse che la sua bambina si trovava in paradiso non poteva rimanere lì con le mani in mano a fare da zavorra per gli altri tre. Nella libreria osservò alcuni angeli salire e scendere da quell'ascensore, così decise di entrarci. Era davvero un miracolo fosse arrivato dall'altro lato della strada senza farsi ammazzare.
L'ascensore si fermò con un din e le porte si aprirono. Davanti a lui si stendeva un infinito spazio bianco. Dovette tenere gli occhi socchiusi per non farsi accecare e quando finalmente si abituò alla luce notò di essere circondato da degli angeli armati che gli puntavano contro spade e lance.
Nicola impanicato alzò le mani. "Sono il padre di Beatrice. Ve lo giuro, vi prego, voglio solo vedere mia figlia."
"Giù le armi." Gli angeli obbedirono e dietro di essi apparì Michele.
Nicola lo guardò confuso. "Lei chi è?"
"Sono l'arcangelo Michele. E lei è il signor Nicola, giusto?" L'uomo annuì. "Bene, mi segua."
I due si allontanarono dagli altri e, dopo minuti interminabili di camminata nella stessa direzione senza assolutamente niente attorno a loro, arrivarono davanti ad una bellissima culla. Nicola si fiondò su di essa, contento di trovarci Beatrice dentro. Girò lo sguardo e notò un enorme mappamondo dal quale usciva uno strano raggio rosso.
"Ma quello cos'è?" disse avvicinandosi piano.
"È la terra." Parlò Michele. "Quella è Londra, dove si sta combattendo la guerra." L'angelo si avvicinò e con due dita ingrandì il punto finchè i volti dei presenti non furono riconoscibili.
"Aristide..." Nicola notò subito il volto familiare che stava combattendo nella mischia. Sembrava ferito, ma ciò non lo fermava. Era circondato da demoni, arrivavano da tutte le parti, la sua giacca sempre perfetta era strappata, continuava però a lottare. Ad un tratto guardò in cielo, Nicola per un attimo pensò che stesse guardando proprio lui. Si avvicinò al mappamondo, guardò Aristide negli occhi prima che lui spostò lo sguardo per eliminare un'altro demone.Giù sulla terra, a Londra, in una via di Soho, la guerra continuava. Il mondo si era come fermato. Tutto in quel momento era concentrato sulla vittoria della battaglia e la conquista della bambina. Gli angeli cadevano, ma non quanto i demoni. Erano ormai rimasti in numero inferiore rispetto allo schieramento rivale. La guerra sembrava volgere al termine, gli angeli stavano vincendo.
Ora, avete presente l'espressione "il cielo si aprì."? Ecco, fu proprio quello che accadde.
Dall'alto una forte, bianca luce abbagliò i demoni che urlando straziati scapparono e, i meno fortunati, svanirono in una nuvola di fumo.
Di loro nella via era rimasta solo Shax, a terra, senza forze.
Aristide si avvicinò a lei, la guardò dall'alto, respirando affannosamente per la fatica e con ancora gli occhi colmi di rabbia. "La guerra è finita. Avete perso. Non provate mai più ad avvicinarvi a loro. Non avrete mai la bambina."
Shax in risposta si mise a ridere e si avvicinò per quanto le era possibile al volto dell'angelo. "Non importa... Lo faranno comunque gli umani. Dagli circa 33 anni." detto ciò sorrise e se ne tornò all'inferno.Finalmente l'adrenalina che Aristide aveva ancora in corpo svanì, ma ci mise poco a tornare non appena i suoi pensieri si spostarono su Nicola.
L'angelo si fiondò su Crowley ed Aziraphale "Dobbiamo trovare Nicola!"
I due lo guardarono sorridendo, ma Aristide non capiva. "Perchè state ridendo? Dobbiamo muoverci."
Aziraphale indicò dietro di lui. Quando Aristide si girò trovò l'ascensore aperto e davanti ad esso Nicola con la bambina in braccio.
L'angelo sorrise, gli lacrimarono gli occhi ed un senso di felicità inumana lo assalì mentre corse ad abbracciare l'uomo, stando attento a non schiacciare la piccola Beatrice.
Nicola sorrideva mentre si faceva stringere da Aristide. Finalmente sapeva di essere veramente al sicuro.
Crowley si girò verso Aziraphale che guardava i due sorridendo. "Alla fine è andato tutto bene. Beh tu dovrai tornare in paradiso a fare... i tuoi lavori da arcangelo supremo immagino. Però potremmo comunque vederci, a volte, se per te va be-"
Crowley fu interrotto dalle labbra di Aziraphale sulle sue. Gli teneva le guance strette tra le mani, Crowley dopo un attimo di shock si sciolse al suo tocco e strinse la vita dell'angelo ricambiando il bacio. Le labbra dei due si staccarono e si guardarono negli occhi. Entrambi aspettavano da tanto questo momento, avevano ancora molto da dirsi, ma erano sicuri che tutto si sarebbe chiarito, ora avevano tutto il tempo del mondo ed in fondo sapevano che nonostante tutto erano fatti l'uno per l'altro.
All'improvviso però il sorriso sul volto di Crowley si spense. "Aziraphale..." L'altro lo guardò preoccupato. "Stai andando troppo veloce per me." disse prendendo in giro l'altro ripetendo le parole che decenni prima l'angelo gli disse. Aziraphale diede uno spintone a Crowley. "Piantala, non è divertente." Rise.
"Ok ok, scusa. Quindi ora... Rimarrai qui? Con me?" chiese insicuro Crowley.
"Il paradiso mi ha offerto in cambio tutto ciò che volevo. E sei tu ciò che voglio." Crowley sorrise e rubò un'altro veloce bacio all'altro. "A proposito." continuò Aziraphale. "Avevo visto un bel cottage che può fare proprio al caso nostro. Andiamo via da qui, ricominciamo, solo noi due."
"Ma... Angelo, così dovrai lasciare la tua libreria."
"Crowley, non ricordi? Niente dura per sempre." Disse ricordandosi il giorno in cui si sono allontanati. "O almeno..." Si avvicinò se possibile ancora più al demone e gli accarezzo una guancia. "Non tutto." I due sorrisero e ancora si scambiarono un fugace bacio.
La loro felicità andava tuttavia in contrasto con ciò che pochi metri più in là stava accadendo.
"Te ne andrai?" Nicola sentì un peso al petto alle parole di Aristide. Non poteva davvero andarsene, non così.
"Nicola io... Vorrei tanto stare qui con voi."
"Allora fallo!"
"Non posso." disse guardando i suoi occhi lucidi. Perché faceva così male? "Non posso, Non è ciò che è scritto per me."
"Cosa importa? Il nostro destino non è scritto. Ti prego, rimani."
"Non è come pensi. Il mio posto non è qui." Aristide poggiò le mani sulle spalle di Nicola. "Non posso stare sulla terra, devo tornare in paradiso."
Nicola abbassò lo sguardo ed annuì. "Allora promettimi" disse con voce spezzata "Che veglierai su di noi, da lassù. E soprattutto che leggerai le nostre preghiere." Disse ridendo leggermente.
Aristide sorrise ed annuì. Si chinò, diede un bacio sulla fronte a Beatrice e in seguito anche su quella di Nicola. Un bacio che significava anche un addio, una storia già accaduta, ma questa volta non già scritta. Nicola aveva ragione, il grande piano, o come gli angeli volevano chiamarlo, sta a noi scriverlo, giorno per giorno.Nicola si trovava nel suo solito appartamento a Palermo. Era una giornata speciale perché Beatrice compiva un anno. Non aveva ancora nessuna caratteristica soprannaturale, ma le sue urla sì che erano ultraterrene. Nicola pregava ogni notte di riuscire a dormire anche un solo minuto in più.
I due si trovavano al tavolo della cucina a mangiare dei pasticcini prima dell'inizio della festa di Beatrice, quando il campanello suonò.
"Ma chi è? Ho detto ai nonni di arrivare più tardi." Confuso andò verso la porta e aprendola quasi gli venne un colpo. "Aristide!"
"È qui la festeggiata?" Nicola non gli fece neanche finire la frase che lo abbracciò stretto.
"Ma come mai sei qui? Pensavo non potessi." disse mentre lo faceva accomodare.
"Un piccolo strappo alla regola. Dovevo assolutamente fare gli auguri a Beatrice. E anche scusarmi con te."
Nicola lo guardò con un piccolo sorriso. "Non devi-"
"No. Scusami se non mi sono fatto sentire per tutto questo tempo, sappi che ho letto tutte le tue preghiere e spero di essere riuscito ad esaudirne qualcuna."
"Oh sì decisamente, ora dorme quasi per tutta la notte." I due risero e Aristide continuò a guardare Nicola negli occhi. "Scusami ancora se me ne sono andato."
Nicola gli poggiò una mano sulla spalla. "Ti perdono."
I due sorrisero, felici della presenza l'uno dell'altro. "Però ora sei obbligato a stare per pranzo. Non accetto un no come risposta." L'angelo sorrise e insieme andarono a sedersi al tavolo con la piccola.
Il destino della terra si trovava in buone mani. I quattro protagonisti, nonostante lontani, avevano finalmente capito che il loro destino non era scritto e fare uno strappo alla regola ogni tanto non faceva alcun male. Soprattutto se è per stare con le persone che si amano.
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Strappo alla regola | Good Omens x Santocielo
FanficGood Omens x Santocielo. E Good Omens S3 confermata da Neil, me lo ha detto lui, giuro. Un umano, due angeli, un demone ed un bambino da proteggere. La seconda venuta organizzata dagli angeli prende una piega diversa quando Nicola viene per errore...