Aziraphale ed Aristide entrarono nella libreria con due caraffe in mano.
"Abbiamo preso più acqua santa possibile." dissero a Crowley, imbardato da testa a piedi con una tuta antiradiazioni che aveva rubato nel 2011. "Bene." disse lui. "Dobbiamo trovare un modo per attaccare i demoni con questa."
In quel momento entrò Nicola in cucina. "Ah proprio tanta ne avete presa di sta acqua santa." disse guardando le sole due caraffe.
"Non ti preoccupare." parlò Aristide "È più grande all'interno."
"Ma come la usiamo?" I quattro rimasero in silenzio.
"Lo so!" esclamò Nicola. "Lasciate fare a me."
Una decina di minuti dopo l'uomo entrò di nuovo nella cucina con dei sacchetti in mano e li rovesciò sul tavolo.
Crowley esaminò il contenuto. "Palloncini e... Pistole ad acqua?"
Nicola annuì emozionato, sicuro della sua idea.
"Avanti." batté le mani Aziraphale. "Questi palloncini non si riempiranno da soli."I giorni passarono, i quattro erano pronti a combattere i demoni al momento della nascita, la quale non mancava molto ad arrivare. Crowley, Aristide e Nicola si trovavano nel salone della libreria seduti sulle comode poltrone.
"Un paio di settimane eh. Pronto a diventare padre?" Disse Crowley a Nicola che si sgualciva l'orlo del maglione nervoso. "Eh? Oh si si, sono solo un po' preoccupato. Spero non gli succeda niente."
"Stai tranquillo, il suo...altro padre è con noi." Disse Aziraphale arrivando con un vassoio con sù quattro tazze di tè.
I tre presero la loro tazza in mano.
Dopo pochi minuti Aristide guardò Nicola. "Tu non bevi?" L'altro non rispose, aveva gli occhi serrati. "Nicola, stai bene?"
"N-no..."
I tre si avvicinarono in fretta a lui. "Cosa hai? Cosa senti?" chiese Aziraphale.
"Credo... che sia il momento."
Crowley si affrettò a prendere il telefono. "Chiamo un'ambulanza."
"No!" Lo fermò Nicola. "Non voglio più nascondermi. Mio figlio deve essere fiero di me e non avere un padre che si vergogna di lui. Riportatemi in Sicilia, nel mio paese. Voglio che nasca lì."
"D'accordo, ma muoviamoci."Il silenzio regnava nella sala. Il forte odore di disinfettante riempiva le narici dei tre esseri soprannaturali.
"Aristide. Piantala, mi stai ipnotizzando a continuare ad andare avanti e indietro." Parlò Crowley.
Aristide si fermò e si sedette su di una sedia, continuando freneticamente a muovere una gamba.
Un'infermiera uscì dalla sala dov'era Nicola e subito i tre si alzarono, guardandola ansiosi.
"Congratulazioni. La bambina è nata, non ha problemi, si trova già in reparto. Potete vederla se vi va."
I tre si guardarono stupiti e Crowley sorrise a trentadue denti "È una bambina! Congratulazioni vecchio." disse guardando in cielo.
Contenti si diressero a vederla. L'infermiera gli indicò la piccola con la targhetta "Beatrice" sulla culla.
"Oh, quanto è bella." disse Aziraphale.
"Già." rispose Aristide.
"Ahaha scommetto che riuscirà ad avere più seguaci del fratello."
"Crowley! Mica è una gara."
"Ragazzi." li interruppe Aristide "Io vado da Nicola."
L'angelo si allontanò dai due ed entrò nella stanza dell'uomo.
"Come sta il neo papà?"
"Aristide! È andato tutto a meraviglia. L'hai vista quanto è bella? Tutta suo padre." disse contento facendo spazio sul letto ad Aristide. L'angelo si sedette e continuò a guardare il suo sorriso stanco ed emozionato. "Una bambina." Parlò Nicola guardando in cielo. "Ci prenderemo cura di lei, non è vero?" disse poggiando la sua mano su quella di Aristide.
"Sì... Certo che sì."
Più guardava gli occhi scuri di Nicola, più si sentiva in colpa di non avergli detto subito la verità. Avrebbe davvero, con tutto il suo cuore, voluto vedere la bambina crescere. Ma non era questo ciò che c'era scritto nel grande piano. Doveva dirglielo, Nicola doveva sapere che non sarebbe potuto stare ancora a lungo sulla terra. Ma come si fa a dire una cosa del genere? A dire una cosa che può distruggere le certezze in un momento così felice, e così fragile?
"Nicola..."
Un forte boato riempí le orecchie ai due. Un esplosione improvvisa, molto vicina.
Quando i due riacquistarono l'udito si guardarono negli occhi, terrorizzati. Impugnarono ognuno la propria pistola ad acqua e la puntarono verso la porta. Pietrificati, pronti a sparare a qualsiasi piccolo movimento.
La porta si spalancò. Una figura sulla soglia. Nicola sparò dritto al petto di quello che si rivelò essere Aziraphale.
"Oh... Scusa amico."
"Muovetevi." disse l'angelo brandendo un palloncino riempito di acqua santa in ogni mano. "È iniziata la guerra."Il reparto maternità era diventato un vero e proprio campo di battaglia. Per la prima volta Nicola vide angeli e demoni combattere tra di loro con i suoi occhi. Gli angeli si stringevano contro la porta al di là della quale si trovavano le culle dei neonati. Entrambe le fazioni armate continuavano a colpirsi e ad essere colpite. Crowley lanciava palloncini ad ogni demone che trovava e la mira di Aziraphale con la pistola ad acqua era impeccabile.
Sembrava andare tutto per il verso giusto per gli angeli, quando d'un tratto non si sentì il rumore di un vetro in frantumi.
Un demone stava entrando nella sala, stava andando dritto verso la piccola bambina che dormiva beata nella sua culla noncurante del frastuono.
Nicola non ci vide più. Brandí la pistola e senza pietà riempì di acqua santa quel demone, e poi un'altro, e un'altro ancora. Sembrava un'altra persona. Si era trasformato e tutto per il bene di sua figlia.
"Ritirata!" la voce di Shax emerse tra le urla e in poco tempo i demoni rimasti sparirono. "Torneremo!" aggiunse prima di scomparire.Nicola si fiondò nella sala e prese in braccio Beatrice. La piccola lo guardava con due grandi occhi marroni, ignara della guerra avvenuta pochi secondi prima.
"Shhh c'è papà ora, non ti succederà niente." L'uomo piangeva mentre stringeva la piccola creatura. Si accasciò a terra, quasi tremava e continuò a baciarla sulla testa.
Aristide, Crowley ed Aziraphale lo seguirono nella stanza e lo guardarono continuare a dondolare avanti e indietro. Non doveva più accadere una cosa simile, ma la guerra era ormai iniziata. Avevano vinto una battaglia, ma erano loro che dovevano occuparsi più di tutti dell'incolumità della figlia di Dio.
Aristide fu il primo a sedersi al fianco di Nicola. Lo abbracciò, cercando di frenare i suoi spasmi dovuti al pianto. L'altro si tranquillizzò, iniziò a respirare in maniera più regolare e guardò Aristide con gli occhi ancora annebbiati dalle lacrime. Appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Sapeva che lui, come la sua bambina, erano al sicuro finchè fossero stati con loro, questi tre esseri strani che erano entrati nella sua vita così velocemente e senza preavviso, ma avevano portato grande gioia.
Aziraphale si asciugò una lacrima e batté le mani. "Bene, tra due giorni potrà uscire. Torneremo alla mia libreria, lì è più sicuro."
"Ma come facciamo se i demoni sanno dove ci troviamo?" Parlò Nicola.
"Ah!" esclamò Crowley, battendosi una mano in fronte e iniziando a camminare avanti e indietro.
"...Devi dire qualcosa o è colpa dell'adhd?" chiese Aristide.
"No!... cioè...no, voglio dire che non è così. Non sanno dov'è la bambina, sanno dove sono io!"
Nicola lo guardò confuso, ma per i due angeli tutto aveva più senso.
"Non tracciano tutti noi." parlò Aristide come per esporre i pensieri che i tre condividevano a Nicola. "I demoni possono sapere solo dove si trova Crowley."
"Esattamente, quindi..." continuò quest'ultimo. "Ho un piano."
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Strappo alla regola | Good Omens x Santocielo
FanfictionGood Omens x Santocielo. E Good Omens S3 confermata da Neil, me lo ha detto lui, giuro. Un umano, due angeli, un demone ed un bambino da proteggere. La seconda venuta organizzata dagli angeli prende una piega diversa quando Nicola viene per errore...