Vorrei farti sempre il solletico.
Le parole di James mi rimbombano nelle orecchie mentre osservo due matricole rincorrersi. Il ragazzo prende la ragazza da dietro e la fa girare su se stessa prima di pizzicarle i fianchi, le amiche di lei ridono, gli amici di lui si lanciano sguardi complici. Sospiro, stringendomi i libri contro il petto.
Sto impazzendo.
Supero un paio di ragazze sentendole sussurrare il nome di James e di mio fratello. È mercoledì. Non vedo James da quando sono stata a casa sua e non parlo con mio fratello da lunedì. Non siamo mai stati tutto questo senza parlarci. Come se non bastasse, mio fratello si sta comportando come se non esistessi e la cosa mi fa soffrire terribilmente. Quando sono tornata a casa; lunedì pomeriggio; mia madre mi ha sgridato, ha minacciato di sequestrami il telefono e di mettermi in punizione ma non ha fatto nulla, come sempre. È da quando abbiamo dodici anni che non ci mette più in punizione. Mi ero preparata per un ulteriore discussione con Robin, ma lui non ha detto nulla.
Sarebbe stato meglio se lo avesse fatto, perché per tutto il proseguo della cena mi sono sentita gli sguardi accusatori dei miei fratelli maggiori addosso. Sì comportavano come se avessi ucciso qualcuno, il che mi ha fatto arrabbiare anche con loro anche se il giorno dopo hanno cercato di far finta di nulla. L'unico che non sembra averla presa come una tragedia è Jason.
Apro la porta del bagno, poggiando il palmo della mano su di essa, la sento cigolare dietro di me e ripongo i libri nello zaino. Pensare a James e passare davanti a quella massa di studenti che ora mi conoscono per la sorella del capitano fidanzata con il quaterback della North mi mette terribilmente a disagio. Mi avvicino a un lavandino, sono tutti posti uno affianco all'altro e sono in ceramica bianca; appeso su di esso uno specchio che segue tutta la parte dei lavelli.
<Ehi? Che qualcuno?> sento una voce richiamarmi. Sposto lo sguardo verso i bagni. Sono otto, con le porte gialle in legno piene di scritte e disegni.
<Sì?> rispondo alla voce.
<Ciao! Per caso hai un assorbente? Sono nel terzo bagno> pigola la ragazza imbarazzata.
<Sì; va tutto bene?> mi passo le mani umide sulla felpa poi prendo dalla tasca intera dello zaino un assorbente, glielo passo sotto la porta e mi allontano.<Insomma...credo di essermi sporcata i pantaloni, devo andare a prendere il cambio in palestra> borbotta mentre la sento aprire l'involucro di plastica.
<Mi dispiace...ti serve qualcosa per coprirti? Ho una felpa> sento il water scaricare e poi la porta si apre. Davanti a me mi si presenta Diana. Indossa una felpa con il cappuccio tirato su, non riesco a cogliere appieno la sua espressione di sorpresa perché indossa degli occhiali da sole.<Non voglio disturbarti...grazie mille> mi dice a testa bassa. Mi passa affianco per andare a lavarsi le mani e la vedo provare a sistemarsi lo zaino per coprire la macchia. Un tentativo completamente inutile. Appoggio lo zaino a terra e mi sfilo la felpa, riprendo lo zaino e la appoggio sul marmo del lavandino.
<Non preoccuparti> le dico accennando un sorriso timido poi mi giro pronta per dirigermi in mensa.<Scusami...potresti dire a Jason di non avermi vista?> mi chiede quasi in un sussurro ma le sue parole riecheggiando nel bagno.
<Non vado di certo a dire a mio fratello di averti dato un assorbente> le dico sarcastica. So esattamente a cosa si riferisce, però. La vedo corrugare le sopracciglia preoccupata, non cogliendo la mia ironia.
<Sai a cosa mi riferisco...aveva bevuto di solito non è così...se Jason continuerà a mettersi in mezzo potrebbe farsi male> mi dice incrociando le braccia al petto, sembra essere infastidita. Mi rendo conto che il suo è solo un meccanismo di difesa.<Intendi che le altre volte cerca di colpirti in posti non visibili?> le dico a bassa voce, cercando di non far suonare le mie parole come un attacco. Arrossisce a quelle parole.
<È capitato solo un paio di volte...il tuo fidanzato non è geloso?> quasi mi attacca.
<Il mio fidanzato sarà anche geloso ma sicuramente non se la prende con me se gli altri mi guardano e non diventa pazzo se qualcuno del sesso opposto mi parla> le rispondo pacata.
<Non ho bisogno della tua morale...non sei nessuno per me...> poi sospira pesantemente e lascia cadere le braccia lungo le gambe.
<Solo...dì a Jason di starmi lontano, va bene?> inclino la testa di lato.
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My Fake Lover
RomanceLily Parker è una classica ragazza americana, timida e con pochi amici. La sua caratteristica peculiare è quella di avere quattro fratelli, tutti bellissimi e popolari. Infatti, suo fratello Robin è il capitano della squadra di football della sua sc...