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La preoccupazione di Charles e Pierre raggiunse il culmine quando decisero di chiamare qualcuno per aprire la porta della stanza di Lia. Un tecnico dell'hotel, accompagnato da un personale medico, si affrettò ad aiutarli.

Con ansia palpabile, Charles osservò mentre la porta si apriva lentamente. La stanza era buia e silenziosa, ma qualcosa attirò l'attenzione di Pierre. La luce del bagno filtrava nell'oscurità, e l'aria si caricò di tensione.

Attraversarono il corridoio fino al bagno e, con il cuore in gola, videro Lia nella vasca, priva di sensi. Il suo corpo sembrava fragile e vulnerabile, e il battito del cuore era debole. La preoccupazione si trasformò in paura, mentre Charles e Pierre cercavano freneticamente di capire cosa fosse successo.

"Chiamate un'ambulanza!" gridò Pierre, il panico dipinto sul suo viso. Charles, con mani tremanti, prese il telefono e compose il numero d'emergenza. Mentre aspettavano l'arrivo dell'ambulanza, Pierre cercò di rianimare Lia, temendo il peggio.

Il personale medico arrivò rapidamente e iniziò a valutare la situazione. Lia venne prontamente trasportata in ospedale, e Charles e Pierre la seguirono ansiosi.

Nella sala d'attesa, il tempo sembrava scorrere lentamente. I medici fornirono informazioni, ma la paura per la salute di Lia era ancora presente. Charles si sentiva colpevole per non aver compreso prima il dolore di sua sorella, e Pierre si incolpava per non essere stato in grado di proteggerla.

Finalmente, un medico uscì dalla sala operatoria. Lia era stabile, ma la situazione rimaneva delicata. I medici avevano stabilizzato il suo stato, ma ora iniziava la lenta e incerta strada verso il recupero. La stanza d'ospedale divenne il nuovo campo di battaglia, mentre Charles e Pierre si unirono nel sostenere Lia, affrontando insieme la tempesta che si era abbattuta sulla loro vita.

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I corridoi dell'ospedale erano pervasi da un silenzio pesante, interrotto solo dai sussurri sommessi dei dottori. Charles e Pierre, entrambi con gli occhi gonfi di lacrime, erano in piedi davanti alla sala operatoria, aspettando notizie sullo stato di Lia.

Il medico uscì dalla stanza, il suo volto imperturbabile tradiva un mix di emozioni complesse. "È stato davvero un miracolo che sia ancora viva. Ha subito molte ferite da taglio profonde e ci vorrà tempo per curare le sue ferite."

Le parole del medico colpirono duro, come una pugnalata al cuore. Pierre, incapace di reggere l'emozione, si voltò e corse via dal corridoio. Charles, con il cuore straziato e le lacrime che scorrevano senza controllo, lo seguì.

Fuori dall'ospedale, Pierre si fermò in un angolo appartato, cercando di nascondere le lacrime che solcavano il suo volto. Charles gli si avvicinò lentamente, consapevole della fragilità del momento.

"Pierre," disse Charles, la voce impastata dalle lacrime. "So che è difficile da affrontare, ma dobbiamo essere forti per Lia. Lei ha bisogno di noi adesso più che mai."

Pierre si girò verso Charles, e i due amici si abbracciarono, condividendo il peso della sofferenza. "Non avrei mai dovuto lasciarla sola," sussurrò Pierre, la voce rotta. "Non avrei dovuto permettere che arrivasse a questo punto."

"Pierre," chiamò Charles, "cosa intendevi quando hai detto che è colpa tua? Perché ti senti così?"

Pierre sollevò lo sguardo, occhi gonfi di lacrime, e iniziò a parlare con voce rotta. "Sono un coglione, Charles. Lia ha visto me e Kika baciarci. Dovrei essere stato più attento, avrei dovuto proteggerla da questo dolore. Tutto è successo a causa mia."

Prima che Charles potesse rispondere, un dottore li interruppe. "Scusate, ragazzi, ma c'è una buona notizia. Lia è sveglia."

Gli occhi di Pierre si illuminarono improvvisamente di speranza e ansia. "Posso vederla?" chiese con una voce ansiosa.

Il dottore annuì. "Sì, potete entrarle, ma tenete la conversazione breve. Ha bisogno di riposo."

Senza perdere tempo, Pierre e Charles seguirono il dottore verso la stanza di Lia. Charles notò il cambiamento improvviso di atmosfera, da una tristezza profonda a una speranza rinnovata. Era evidente che, nonostante il peso dei loro cuori, la presenza di Lia li avrebbe tirati fuori da quell'oscurità.

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Entrando nella stanza di Lia, gli occhi di Pierre si illuminarono al vedere la ragazza sveglia, anche se la sua debolezza era palese sul volto. Charles rimase in disparte, osservando la scena con curiosità e preoccupazione. Lia rivolse uno sguardo affettuoso a Pierre, ma fu quest'ultimo a prendere la parola.

"Pierre," disse Lia con voce flebile, "non è colpa tua. Non devi scusarti per quello che è successo."

Pierre, ancora addolorato e tormentato dalla colpa, si avvicinò al letto. "Lia, mi dispiace. Non avrei mai voluto farti del male. Non avrei dovuto permettere che accadesse. Non volevo baciarla, lo giuro."

Lia sorrise dolcemente, cercando di dissipare la tensione. "Pierre, ti perdono. So che non era tua intenzione. Abbiamo tutti momenti difficili. L'importante è che tu sia qui ora."

Charles, pur essendo il miglior amico di Pierre, rimaneva confuso davanti a questa interazione intensa e complicata tra i due. Era evidente che ci fosse qualcosa di più profondo, qualcosa che forse era sfuggito alla sua comprensione nel corso degli anni. la relazione tra lia e pierre era sempre stata complicata, ma quella situazione sembrava oltre la sua comprensione. Pierre, con il cuore in tumulto, aveva sempre avuto un debole per Lia, ma Charles non era mai riuscito a cogliere appieno la portata di quei sentimenti.

"Ragazzi, forse sarebbe meglio lasciarla riposare," suggerì un'infermiera gentilmente, rompendo il momento di intimità.

Pierre annuì, esprimendo il suo ringraziamento con lo sguardo. Mentre uscivano dalla stanza, Charles rimase indietro, ancora confuso, ma deciso a capire ciò che accadeva tra il suo migliore amico e Lia. La verità, come un enigma da risolvere, rimaneva sospesa nell'aria.

𝑢𝑛 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎// 𝑝𝑖𝑒𝑟𝑟𝑒 𝑔𝑎𝑠𝑙𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora