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Il giorno dopo il ricovero, Charles si recò da solo nell'hotel per prendere le valigie di Lia. Camminò per i corridoi con una tensione palpabile nell'aria, preoccupato per la condizione della sorella e ansioso di assicurarsi che stesse ricevendo la cura adeguata.

Entrò nella stanza di Lia e le valigie erano pronte, sistemate con attenzione, ma il bagno raccontava una storia diversa. Quando aprì la porta, uno scenario agghiacciante si svelò di fronte a lui.

Lamette sporche di sangue erano sparse sul pavimento e sul lavandino, un triste ricordo della battaglia interna di Lia. Charles rimase immobile per un istante, il cuore spezzato e il disagio che lo avvolgeva. La vista di quelle lamette, testimonianza della sofferenza di sua sorella, gli provocò una profonda nausea.

Le lacrime rigavano il suo viso mentre cercava di raccogliere quegli oggetti taglienti con delicatezza, come se fossero frammenti fragili del dolore di Lia. Aveva la sensazione di essere arrivato troppo tardi, incapace di proteggere la sua adorata sorellina quando ne aveva più bisogno.

Con un nodo stretto alla gola, Charles raccolse le valigie di Lia e lasciò l'hotel in silenzio. La sua mente era pervasa da un misto di emozioni, dall'orrore della scena nel bagno al desiderio di fare tutto il possibile per aiutare Lia a superare quel momento buio.

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Dopo due giorni di ricovero, Lia venne dimessa dall'ospedale, ma il suo stato richiedeva cautela. Era costretta a usare una sedia a rotelle, poiché gli sforzi eccessivi avrebbero potuto provocare la fuoriuscita di sangue dalle ferite ancora fresche. Mentre Pierre la aiutava ad uscire dall'ospedale, la tensione si materializzò sotto forma di Kika, che li attendeva fuori.

Kika, con il suo atteggiamento sprezzante, si avvicinò a Lia e Pierre. "Uh, piccolina, cosa è successo? Il tuo fidanzatino ti ha spezzato il cuore? Hahaha," disse, ridendo e dando a Pierre uno sguardo complice.

Pierre, rotto e infuriato da quella provocazione, stava per perdere il controllo, ma Lia prese coraggio. Nonostante la sua condizione fisica debole, le parole di Kika la colpirono come un pugno. Con determinazione, Lia rispose: "Se avessi le forze, ti prenderei a calci."

Pierre ammirò la forza d'animo di Lia, ma la situazione era chiaramente difficile per entrambi. Mentre Kika continuava a provocare, Pierre sentì il bisogno di reagire, ma Lia, con uno sguardo implorante, chiese a Charles di portarla via.

Charles, comprendendo l'importanza di proteggere la sua sorella in quel momento, si avvicinò alla sedia a rotelle di Lia e la prese. "Andiamo via, Lia. Non vale la pena prestare attenzione a persone come lei."

Pierre, anche se infuriato, seguì silenziosamente, trattenendo le sue emozioni. Era chiaro che la presenza di Kika avrebbe solo complicato ulteriormente la situazione, e ora, più che mai, era importante concentrarsi sul recupero di Lia. Mentre si allontanavano, Pierre sentì una miscela di rabbia e impotenza, ma anche la determinazione di fare tutto il possibile per aiutare Lia a superare quella prova difficile.

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Dopo essere usciti dall'ospedale, Lia, Pierre e Charles si recarono in hotel, dato che le ferite di Lia rendevano impossibile prendere l'aereo immediatamente. Charles, preoccupato per la sorella, chiamò i fratelli Arthur e Lorenzo, che si precipitarono in Giappone per raggiungerli, dato che Charles sarebbe dovuto partire per allenarsi per il prossimo gran premio.

Una volta arrivati in hotel, Lorenzo, consapevole della complicata vicenda tra Lia e Pierre, vide i due all'entrata e si scagliò immediatamente contro Pierre. Urlò cose come "Brutto bastardo, perché? Perché le fai del male?"

La tensione raggiunse il culmine, ma Pierre, invece di reagire con rabbia, abbassò lo sguardo e confessò: "Lorenzo, ho sbagliato a non staccarmi subito... ma fidati se ti dico che ho sentito il cuore spezzarsi quando ho visto Lia in quelle condizioni. Io l'amo più di me stesso."

Le parole di Pierre gettarono nello stupore sia Charles che Arthur. Lorenzo, colpito dalla sincerità di Pierre e forse anche dalla risonanza emotiva delle sue parole, si ritrasse per un momento. Poi in silenzio si recarono verso l'ascensore, ma non entravano tutti quindi i fratelli leclerc decisero di fare le scale. 

L'ascensore si chiuse lentamente, lasciando Lia e Pierre soli. Lia, sulla sedia a rotelle, guardò Pierre con occhi timidi, il cuore in gola. Era intimorita dalla reazione che Pierre avrebbe potuto avere alla sua richiesta.

"Pierre," iniziò Lia con un filo di voce, "posso chiederti una cosa?"

Pierre, notando la preoccupazione nei suoi occhi, si abbassò al suo livello, cercando di trasmettere calma. "Certo, Lia. Chiedi pure."

Lia, un po' imbarazzata, chiese esitante: "Potremmo... dormire insieme stanotte?"

Un sorriso gentile si dipinse sul volto di Pierre, e sulle labbra di Lia apparve un sospiro di sollievo. Pierre si chinò leggermente, abbassandosi al suo livello, e le disse dolcemente, "Mi farebbe solo piacere, Lia."

Un dolce bacio sigillò le sue parole, un gesto di intesa e affetto tra loro. L'ascensore giunse al piano desiderato, e una volta usciti, Pierre aiutò Lia a spostarsi sulla sedia a rotelle, dirigendosi verso la sua stanza.

Prima di entrare, notarono Charles in lontananza, che sembrava voler andare da Lia. Lorenzo, più vicino, lo fermò e gli sussurrò all'orecchio: "Lasciali parlare."

Charles, sebbene confuso, rispettò il consiglio del fratello. Guardò Lia e Pierre da lontano, chiedendosi quale strada avrebbe preso la loro complicata storia. Nel silenzio della hall, la complessità delle emozioni pesava sulle spalle di tutti, mentre Lia e Pierre si preparavano ad affrontare un dialogo che avrebbe potuto cambiare tutto.


𝑢𝑛 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎// 𝑝𝑖𝑒𝑟𝑟𝑒 𝑔𝑎𝑠𝑙𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora