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La mattina della partenza di Charles e Pierre per la gara, Lia, Lollo  e Arru erano riuniti nell'aereoporto per salutare i due piloti. Lia era ancora sulla sedia a rotelle, ma sapeva che era solo una questione di tempo prima di poter tornare a camminare.

, Charles si avvicinò a Lia, osservando la sua espressione. "Stai bene, Lia?" chiese, con un sorriso preoccupato.

Lia annuì, restituendo il sorriso. "Sì, Chacha. In bocca al lupo per la gara in Qatar."

Charles le prese delicatamente la mano. "Non appena sarai a Monaco, correrò da te. Non vedo l'ora di vederti camminare di nuovo."

Pierre, senza dire una parola, si avvicinò. Le pose una carezza delicata sul viso e le diede un bacio che sembrava contenere mille parole. Lo sguardo intenso di Pierre comunicava più di quanto le parole avrebbero potuto esprimere. Lia sentì la forza della loro connessione, un legame che andava oltre le sfide che avevano affrontato.

Con un sorriso dolce, Pierre si allontanò, dirigendosi verso il gate con Charles. Lollo e Arru, che avevano assistito a quel momento, si avvicinarono a Lia con sguardi comprensivi.

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Il sole sorgeva sopra le cime dei grattacieli di Tokyo mentre Lia si svegliava in un confortevole letto d'hotel. Ancora sulla sedia a rotelle, ma consapevole che presto avrebbe ripreso a camminare, iniziò la sua giornata con una determinazione radiante.

Dopo una colazione leggera, Lia si diresse verso il vicino parco, circondata dal verde rigoglioso e dai profumi dei fiori. Lollo e Arru erano al suo fianco, pronti ad assisterla in ogni passo, conferendo a questa esperienza una dimensione familiare.

Il parco era un luogo di vita e vitalità, con persone che facevano jogging, famiglie che facevano picnic e anziani che praticavano Tai Chi. Lia, sulla sua sedia a rotelle, si immerse nell'atmosfera, godendo della bellezza serena del luogo.

Lollo e Arru la accompagnarono lungo i sentieri del parco, fermandosi di tanto in tanto per osservare i fiori o catturare il suono degli uccelli. Lia sentiva la brezza leggera sul viso e assaporava la libertà che la natura offriva, anche sulla sedia a rotelle.

Nel pomeriggio, decidettero di esplorare i vicoli affollati di uno dei quartieri tradizionali di Tokyo. I colori sgargianti delle vetrine, gli odori avvolgenti di cibo di strada e il vociare allegra delle persone riempivano l'aria. Lia, nonostante la sua sedia a rotelle, era immersa nella vitalità della vita urbana giapponese.

La serata li portò a una tranquilla cena in un ristorante locale. Lollo e Arru condividevano racconti divertenti e avventure della loro giornata, creando un'atmosfera di calore e complicità.

Tornati in hotel, Lia rifletté sulla giornata. Nonostante la sedia a rotelle, aveva vissuto ogni istante con intensità e gratitudine. Si addormentò con la consapevolezza che ogni giorno, indipendentemente dalle sfide, portava con sé opportunità di gioia e scoperta. E mentre il silenzio avvolgeva la città.

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Il mattino si alzò tranquillo su Tokyo, e Lia si svegliò con la consapevolezza che quel giorno sarebbe stato diverso. Era il giorno in cui, finalmente, avrebbe restituito la sedia a rotelle all'ospedale e iniziato a ritornare alla normalità.

Dopo una colazione leggera in hotel, Lia si preparò con calma. Lollo e Arru erano pronti ad accompagnarla, come sempre, in questa fase di transizione. Non c'era l'effusione di festeggiamenti, ma piuttosto una calma determinazione a tornare alla routine quotidiana.

Arrivati all'ospedale, Lia venne accolta da dottori e infermieri che conosceva bene. Le domande abituali sulla sua salute vennero scambiate con tono amichevole. Il dottor Takashi, il suo ortopedico, la condusse attraverso una serie di test e controlli per assicurarsi che tutto procedesse come previsto.

Alla fine, il dottor Takashi le disse con un sorriso: "Lia, sei libera di lasciare la sedia a rotelle. Le ferite hanno fatto progressi incredibili."

Lia, senza troppi fronzoli, si alzò dalla sedia e la consegnò simbolicamente all'ospedale. Non c'erano applausi o festeggiamenti, solo la sensazione di un passo avanti. Si sentiva ancora un po' debole, ma la prospettiva di tornare a camminare senza l'aiuto di una sedia a rotelle era una motivazione sufficiente.

Il resto della giornata trascorse in modo ordinario. Lia, Lollo e Arru tornarono in hotel e continuarono le attività quotidiane. Le strade di Tokyo, con la loro frenetica normalità, la accoglievano come sempre.

Quel giorno segnò il ritorno graduale alla vita normale, senza grandi fanfare ma con una gratitudine profonda per ogni piccolo progresso compiuto. Lia, con il passato alle spalle e il futuro di fronte a sé, abbracciò la normalità come un dono prezioso.

𝑢𝑛 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎// 𝑝𝑖𝑒𝑟𝑟𝑒 𝑔𝑎𝑠𝑙𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora