tredici

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Quella mattina i ballerini erano stati convocati sulle gradinate con una delle scuse più spiacevoli che potessero ascoltare. Fu detto loro che avrebbero assistito a cinque performance dei possibili sfidanti, candidati per prendere il posto di chi fosse arrivato ultimo nella classifica della puntata.

I cinque ragazzi iniziarono le loro performance, uno dopo l'altro, dimostrando una padronanza tecnica e una presenza scenica che facevano riflettere. Ogni ballerino del gruppo era consapevole che il loro posto in classifica era in gioco, e il timore di essere sostituiti si faceva sempre più reale. Il nervosismo cresceva tra i ballerini, palpabile nell'aria come una tensione elettrica. Giorgia, solitamente sicura e grintosa, si sentiva destabilizzata dall'ombra dell'incertezza.

Il salone era colmo di un silenzio sospeso, rotto solo dagli applausi cortesi alla fine di ogni performance. Giorgia si sentiva il cuore battere forte nel petto mentre osservava i suoi potenziali concorrenti. Aveva dedicato giorni a perfezionare la sua coreografia, ma ora, di fronte a queste nuove sfide, il dubbio iniziava a insinuarsi nella sua mente.

Dopo la visione di tutte le coreografie, balzò in piedi per poi iniziare a camminare avanti e indietro sulle gradinate, mordendosi il labbro inferiore con ansia.

I cinque sfidanti, se pur molto diversi fra loro, erano straordinariamente bravi e preparati, così tutti i ballerini caddero nello sconforto più totale. C'è chi aveva paura di venir sostituito dal proprio professore; chi tremava all'idea di arrivare ultimo in puntata e chi, come Giorgia, metteva in dubbio la coreografia che avrebbe portato domenica.

Sentiva il peso della responsabilità sulle sue spalle: si trattava della sua permanenza nella scuola. Ogni passo, ogni movimento che aveva diligentemente studiato, sembrava ora messo in discussione. La sua mente era una tempesta di dubbi.

Il motivo principale per cui fosse così insicura era la scelta della sua coreografia. Quella settimana, con la maestra, avevano deciso di portare una coreografia di contemporaneo ben lontana dal suo stile, che l'aveva messa in difficoltà durante le prove. Quindi, l'idea di portare un pezzo che non la valorizzasse abbastanza e che la facesse sentire insicura, in una puntata così importante, la spaventava.

Scontato dirlo, quella sera rientrò in casetta per ultima, dopo aver provato l'intero pomeriggio ed aver chiesto ai professionisti se potessero allungarsi un altro po' con lei in sala prove. Quando rientrò erano quasi tutti a tavola -qualcuno aveva persino già finito di mangiare- mentre lei aveva ancora il fiatone ed il viso rosso dalle interminabili ore di allenamento.

«Amò, vieni... ti ho fatto qualcosa da mangiare.» esclamò Gaia, con un sorriso gentile, seguendo la ragazza che si dirigeva verso la loro stanza, con il borsone sulle spalle.

«No Gà, scusami.» sussurrò lei, gettando con grazia i suoi vestiti sul letto, pronti per essere lavati. «Prima voglio farmi una doccia, poi mangio.»

Nel silenzio che seguì, Gaia sentì il peso dell'ansia nell'aria. Conosceva bene le sofferenze che Giorgia aveva vissuto fino a qualche tempo prima, e ogni segno di esitazione nel mangiare la faceva agitare. Nonostante il suo sforzo nel preparare qualcosa di buono, l'ombra della preoccupazione si stagliava chiaramente sul suo viso. Voleva essere utile per lei ed aiutarla, evitando che la sua amica si buttasse a capofitto nelle vecchie e cattive abitudini.

Giorgia sentì il senso di colpa stringerle lo stomaco in una morsa, gli occhi preoccupati di Gaia le facevano male. Era consapevole delle paure della sua amica, ma non sapeva come spiegarle che era tutto sotto controllo e che non aveva brutti pensieri per la testa. Nella loro stanza, la tensione aleggiava come una danza sottile tra passato e presente, tra la preoccupazione amorevole di Gaia e la determinazione di Giorgia a prendersi cura di sé stessa, navigando tra i flutti incerti delle emozioni condivise.

VENTO E FUOCO | HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora