Parte 6

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Vado a dormire. Sono le cinque, ma voglio dimenticare. Solo nel sonno sono serena, anche se in tutta la notte riesco a dormire forse due o tre ore al massimo. Mi sveglio sentendo una mano accarezzarmi i capelli, è mia madre. E così bella... Ha degli occhi grandi e neri, un sorriso accogliente e delle mani vellutate. Perché non sono come lei? Forte. Allegra. E calorosa. E riuscita a crescermi dignitosamente da sola. Quando mio padre se ne è andato di casa , lei si è rimboccata le maniche e ha cominciato a lavorare. ''Silvia, cosa succede? Hai dormito solo 5 ore, sono le dieci e mezza , cosa è che ti fa star male?'' ha uno sguardo così amorevole e sincero che è impossibile mentirle. '' Cristian. Di nuovo''.

Dopo la discussione sull'amore vero con mia mamma, mangio un panino e studio tutta la notte. Alle quattro mi addormento sui libri e sogno, come sempre, lui. Lui che mi tocca i capelli, che li odora e che mi dice che fanno profumo di me. Tutto sembra bello, ero felice, ero ancora io. Ero Silvia.

La mattina mi sveglio, come al solito tardissimo. Metto i jeans bianchi strappati, quelli comprati a Berlino, e una camicia nera a scacchi nera e rossa. Oggi sono più felice, non mi sono svegliata con la voglia di sdraiarmi di nuovo. Mi trucco, faccio una coda altissima ed esco correndo da casa. Ecco, ho perso l'autobus. Cazzo.

Mentre cerco di capire quando sarebbe passato l'altro autobus, sento un clacson. Il rumore è inconfondibile. Mi giro. Eccolo lì. Il secondo amore della mia vita. Quello che era riuscito a farmi dimenticare Cristian, ma che se n'era andato con la scusa che non mi meritava. Mirko. Eccolo lì, con il suo giubbino firmato e le Vans. In tutta la sua magnificenza scende dalla decappottabile e mi viene incontro.

''Bambolina, hai perso l'autobus?''

''Si.''

''Ma che fai, non mi saluti?''

Ed ecco che si avvicina. Momenti che sembravano infiniti, ma che lui fa con una tale sicurezza che sono impercettibilmente brevi. Mi appoggia le sue labbra carnose nella punta della bocca. Avvampo. Sorrido un attimo e tossisco. Cazzo. Non sono cambiata.

''Non sei cambiata. Arrossisci così facilmente...''

Cerca di afferrare la mia mano. Io mi sottraggo alla sua presa. Non posso, due amori non li posso gestire.

''Devo andare, mi dispiace. ''

''Vieni, ti do un passaggio''

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