|| This Is My Story||

Parte 7

Per tutto il tragitto non proferisco parola. Non voglio sentire la sua voce vellutata e a volte severa. Quando mi aveva aperto la portiera avevo sentito il suo alito caldo sul collo. Ero arrossita visibilmente e avevo sentito come un ghigno proveniente dalla sua bocca. Sorrideva e mostrava quei denti bianchi e perfettamente dritti che un tempo mi mordevano le labbra.

''Eccoci qua, bambolina. Se hai bisogno di un passaggio per andare a casa, fammi uno squillo.''

''Okay. Grazie Mirko.''

Scendo dall'auto e ricomincio a respirare. Tutto è meno confuso. Sono io. Sono sola. Sono a scuola. E sono io. Okay entriamo nell'inferno. Mentre mi avvio verso la mia classe mi viene in mente la sua frase se hai bisogno di un passaggio per andare a casa, fammi uno squillo. Ricordo che non ho più il suo numero. L'ho cancellato un mese dopo averlo visto con un'altra al campo sportivo. Ci eravamo lasciati da quasi due settimane ed ero andata da lui per implorarlo di rimettersi con me. Quando vidi quel bacio appassionato che stava dando a quella ragazza, uscii in fretta e in furia dal cancello. Avevo le lacrime agli occhi. Forse era stato un bene.

Entro in classe. Vedo Cristian accanto alla mia sedia. Lo guardo male e mi siedo accanto a lui.

''Ciao.''

''Ciao Cristian. Perché non ritorni al tuo posto?''

Forse sono stata troppo sgarbata, perché lui prende i libri, si alza e si siede accanto alla sua compagna di banco. Cazzo. Mi toccherà chiedergli scusa. Seguo tutta la lezione di inglese con interesse. Mi piace questa materia. L'insegnante ha una pronuncia impeccabile e quando prima conto di andare a fare un viaggetto a Londra. Finisce l'ora. Adesso è il momento di avvicinarmi a lui e chiedergli scusa per il mio comportamento. Non ce la faccio. Aspetterò l'intervallo.