IV o epilogo

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"Te rendi conto che voi state a litigà per chi per primo deve fà a proposta, sì?"

A sentire quelle parole a voce alta, pronunciate dal suo migliore amico- quasi cognato, sembra tutto più folle di quanto effettivamente non sia.

"N'è questo il punto, Jà".

Ovviamente non esiste al mondo che Manuel ammetta di star esagerando; aveva preparato quella proposta di matrimonio da mesi, nei minimi dettagli. Quando aveva detto a Simone, anni prima, che si sarebbero già potuti sposare per lui perché avevano già perso troppo tempo, non scherzava. Successivamente avevano cercato entrambi di realizzarsi prima: erano diventati entrambi professori- lui di filosofia, Simone di matematica, in un liceo classico.

E alla fine Manuel, a quasi 27 anni, era pronto a fare quella fatidica proposta. Proprio quando stava per inginocchiarsi - e non per le loro solite attività - e tirare fuori l'anello - come nella più scadente delle romcom- quel cretino di Simone lo aveva fulminato con lo sguardo e gli aveva detto "Non ti azzardare! Vuoi sempre fare cose plateali!"

Ma che cazzo di comportamento era?????

"E quale sarebbe il punto, allora? Tu sei 'n cojone, mi fratello pure, proprio la coppia perfetta!"

Manuel si spazientisce "Il punto è che io avevo già preparato tutto e ce so rimasto de merda. Ma te pare che fa quella scenata? E' una cazzo di drama queen, come sempre!"

Jacopo sospira "Ma mica ti vuole lasciare, semplicemente vole esse lui a chiedertelo...!"

"Ma non deve, voglio esse io! Glielo avevo già detto 4 anni fa. C'ho er diritto de precedenza" Si siede sulla poltrona dell'ufficio di Jacopo, sbuffando platealmente. "Che poi è sempre così con lui: deve essere il primo in tutto, anche a letto - pure la prima volta- ha dovuto..."

"E che cazzo, Manuel, non voglio sapere, non voglio sentire!"

Jacopo chiude gli occhi schifato e si tappa le orecchie.

Manuel ridacchia "Esagerato!"

"No, esagerato un cazzo. Te pare normale dover sapere de quando mi fratello e il mio migliore scopano????? Oltretutto non siete mai stati così discreti...."

Manuel lo guarda perplesso "Che vor dì?"

"Vor dì che non eravate tanto silenziosi quando Simone viveva da papà" emette un verso disgustato "E manco quando stavate da te, a giudicare da quello che dicevano Chicca e Matteo"

"Cioè fateme capire: voi parlavate della nostra vita sessuale? Ma come state?"

Jacopo sospira "Ci lamentavamo della vostra vita sessuale, è diverso". Firma velocemente un documento e poi "E mi stai facendo perdere tempo, Manuel. Parlatevi e scusatevi e poi: sposatevi, senza rompere i coglioni a noi altri, possibilmente".

"Bell'amico e quasi cognato che sei!" Manuel si avvia verso la porta "Non sarai di certo il mio testimone se continui così".

Jacopo gli fa il dito medio e Manuel esce sconsolato da quella chiacchierata. Non vuole darla vinta a Simone.





"Vogliamo continuare così tutta la sera?"

E' sera ora, e Manuel è tornato a casa, trovando Simone seduto solo a mangiare in silenzio. Non lo degna neanche di uno sguardo e non ricambia il suo saluto.

Manuel è ufficialmente stanco.

"Non dobbiamo combinare proprio niente" ribatte Simone, continuando a mescolare distrattamente le penne salmone e panna.

Certe cose vorrei dirtele all'orecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora