Capitolo 17

8 0 0
                                    

"La notte, la dea che viaggia
attraverso i cieli, vide Endimione
addormentato e se né innamorò.
Restava al suo fianco per tutta la notte,
mentre lui giaceva immerso in un sonno eterno, senza mai invecchiare"
-Ovidio

Bryan's pov

Tormento.
È questo ciò che sento in questo momento, la mia mente continua a tormentarsi dopo ciò che ho fatto. Per l'ennesima volta io ho sbagliato, non volevo arrivare a tanto e so per certo che se mia mamma in questo momento potesse vedermi mi ripudierebbe come figlio.
Penso questo mentre continuo a sferrare pesanti colpi al sacco rosso che ho di fronte.

Stamattina dopo una notte tormentata ho deciso di farmi del male fisico, non sono riuscito a chiudere occhio nemmeno sotto sforzo. Le immagini della ragazzina che urlava e che si allontanava da me spaventata a morte non mi hanno permesso di riposare e stamattina altrettanto non mi permettono di ragionare lucidamente. Non so esattamente da quanto tempo io stia colpendo questo sacco come se fosse me stesso, ho perso ormai la cognizione del tempo.

Continuo a sferrare colpi carichi di rabbia quando improvvisamente la stanza inizia a girare, sento il mio corpo fremere e diventare debole ad ogni colpo e non capisco cosa mi stia succedendo. Sono abituato ad allenarmi in modi peggiori di questo e non concepisco perché il mio corpo stia reagendo in questo modo. L'ultima cosa che riesco a sentire è il mio corpo che si accascia sul il pavimento sfinito e senza uno straccio di forza dopodiché i miei occhi non riescono più a reggere e mi lascio invadere dal buio più totale.

La puzza ospedaliera mi invade le narici ormai da anni, sono di nuovo in ospedale con la mamma. Dice che è importante per lei venire qui e che i dottori la aiuteranno a curarsi così che lei possa giocare con noi tutte le volte che vogliamo. Così io sono costretto a sedermi fuori la sua stanza d'ospedale e attendere che esca dopo essere stata visitata. Papà ormai nemmeno si fa più sentire, da quando ha scoperto la malattia di mamma ha lasciato casa nostra, me e i miei fratelli da soli con lei.
Sono ancora seduto su una delle tante sedie di questo corridoio a giocare con la mia macchinina blu quando vedo in lontananza una bambina camminare per questi corridoi spaesata. Mi alzo dalla sedia sulla quale sono seduto e curioso decido di raggiungerla con delle falcate brevi ma decise. "Ciao!" Dico con forse troppa enfasi alla bambina senza capelli davanti a me che si gira spaventata quasi come se non mi avesse visto fino ad ora per poi sorridermi cordiale. "Ciao! Mi hai spaventata..." mi dice continuando a sorridermi. "Perché sei qui?" Chiedo alla bambina difronte a me che mi guarda di traverso a causa della mia domanda inopportuna. "Io sono malata, non vedi? Non ho i capelli" dice ovvia facendo una risata subito dopo non so per quale strana ragione, mia sorella ama i suoi capelli e ogni volta che proviamo a toccarglieli inizia a piangere... non capisco come questa bambina possa sorridermi per la sua assenza di capelli. "Hai la stessa malattia della mia mamma?" Chiedo alla bambina che in un primo momento inizia a guardarmi curiosa e corrucciata per poi successivamente tornare a sorridermi con calore. "Non so che malattia ha la tua mamma. Io ho la leucemia, mi sembra così si chiami..." mi dice grattandosi la testa con fare scenico per ricordarsi il nome della sua malattia. Leucemia? Mai sentita prima d'ora, non è la malattia di mia mamma. "Perché non hai i capelli?" Chiedo sempre inopportuno alla bambina che prende a sedersi stanca su una delle sedie del corridoio. "Perché per curarmi da questa malattia non ho bisogno dei capelli" mi dice leggermente triste prendendo a muovere le gambine con fare energico sentendo subito una certa fatica infatti rallenta i suoi movimenti. Ha gli occhi verdi, risaltano sulla sua pelle candida e devastata dalla malattia che la affligge ma è comunque una bella bambina, piena di vita e riesco a leggerglielo negli occhi. Ma anche dal fatto che quando ne parla è come se la sua malattia non la toccasse e continua a sorridere imperterrita alla stessa vita che la sta distruggendo. Prima che possa porgli l'ennesima domanda scomoda vedo il dottore di mia mamma uscire dalla sua stanza con una faccia preoccupata facendo dei cenni negativi con la testa guardando le analisi e prima che esca anche mia mamma dalla stanza mi permetto di fare un'ultima domanda alla bambina davanti a me che sembra avere lo sguardo perso nel vuoto molto probabilmente pensando a qualcosa. "Come ti chiami?" Chiedo frettoloso e preoccupato allo stesso tempo, vorrei correre dalla mia mamma e chiederle com'è andata la visita per poi abbracciarla forte a me come lei fa sempre con me. "Io sono Haylay, e tu?" Mi domanda la bambina mai vista prima d'ora porgendomi la sua mano in segno di educazione. "Io sono...

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝑨𝑷𝑷𝑬𝑨𝑹𝑨𝑵𝑪𝑬𝑺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora