Andrè
Cerco di andare via il più silenziosamente possibile, prima che... Giorgia? Irene? Insomma la tipa, qua, si svegli. Sì, non ricordo il nome dell'ultima donna con cui sono stato a letto.
Nemmeno della penultima.
O quella prima.
Non mi interessa nemmeno ricordarli, forse non li ho nemmeno sentiti nella confusione del birreria di ieri sera.Negli ultimi mesi questo è quello che sono diventato: un uomo a cui non interessa conoscere le donne che si porta a letto.
È solo un modo per distrarmi, andare avanti, cercare di divertirmi, soprattutto dopo ieri sera.
Credevo che così non ci avrei più pensato.
Invece ora mi ritrovo in metro metre torno a casa qualche ora dopo l'alba, con il cellulare in mano a fissare il contatto di Alice.
Sono passati sei mesi da quella mattina.
Non l'ho mai più sentita.
Mai più vista.
Non ha nemmeno provato a scusarsi, inventarsi una fottutissima scusa.Mi ha lasciato andare così.
Come una persona che si libera di qualcosa che non vuole più e smette di pensarci.Sono io il coglione che ancora ci pensa.
In momenti come stamattina, farei partire quella chiamata e darei sfogo ai pensieri una volta per tutte, le direi ciò che non le ho detto quel giorno.
Forse mi metterei a gridare, chiedendole cosa cazzo avesse in testa mentre faceva quello che ha fatto.
Forse invece, conoscendomi, sentendo la sua voce, non direi nulla.
Forse invece, conoscendola, non risponderebbe nemmeno, vedendo il mio nome.Ma io non la conosco più.
Tempo dopo ho scoperto che la loro storia andava avanti da qualche anno. Non riuscivo a capire come potevo essere stato così distratto da non accorgermene.
Finché Bea non ha pensato bene di confidarsi con Giulia, amica comune mia e di Alice. Ho sempre saputo che non era capace a tenere la bocca chiusa, ma mai avrei pensato fosse così ingenua da raccontarle che era lei a coprire le fughe d'amore di Alice con quel tipo.
È scesa così nei dettagli che ho pregato Giulia di smettere di raccontarmi.
Probabilmente è l'unica persona al mondo che in questo momento abbia la mia fiducia.Vorrei smettere di pensarci e a volte mi sembra anche di riuscirci, ma non oggi.
È inutile continuare a fissare il cellulare, lo blocco per l'ennesima volta e lo infilo in tasca, cercando di concentrarmi sul libro che sto tentando di terminare da due settimane abbondanti, invano.Mi rendo anche conto che, con questo umore, non sono di compagnia a nessuno, d'altronde chi ha voglia di frequentare una persona che si piange addosso da sei mesi? Quei due amici che mi restano, tra poco si stancheranno di sentirmi così ogni giorno.
Sono diventato l'ombra di me stesso.
A malapena poco fa mi sono reso conto che qualcuno scendendo mi ha urtato, preso com'ero nella mia commiserazione non ho nemmeno dato un cenno di vita.Dovrei fare qualcosa, darmi una scollata.
È inutile continuare a farmi del male ora. Voglio solo buttarmi a letto e bruciare la mia giornata libera a dormire.
Non vedo l'ora di scendere, odio la metropolitana.Cazzo! Se mi fossi accorto di quello che succedeva intorno a me poco fa, forse sarei anche riuscito a scendere alla fermata giusta e tornare a casa.
Scendo un paio di fermate dopo la mia, riprendo la metro nella direzione opposta e, quasi con mia sorpresa, riesco a scendere alla fermata giusta.
Appena arrivo in superficie, mi accendo una sigaretta, vizio che avevo perso fino a sei mesi fa. Che cliché sono diventato, l'uomo che aveva smesso per far felice la propria donna ma che ha ripreso subito dopo essere tornato single.
Mi dirigo verso casa finalmente, passando davanti al bar che fa angolo con il mio palazzo.
Sono tentato di fermarmi a fare colazione, non ho voglia di salire e mettermi a preparare nulla, ma ancora meno di parlare con il barista che non riesce a stare in silenzio per più di 30 secondi contati. Nessuno può aver voglia di parlare così tanto a quest'ora del mattino.
E poi c'è troppa gente.
Non per niente evito sempre di entrare in questo bar.Pazienza.
Mi butterò a letto a stomaco vuoto, anche a questo penserò più tardi.
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L'inverno di Aurora
RomanceAurora si è lasciata trasportare dalla corrente, ha accettato tutto ciò che veniva per così tanto tempo che non ricorda più cosa sia davvero la felicità. Poi qualcuno incrocia il suo cammino e le restituisce la voglia di reagire, tirarsi su le mani...