Geyser

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Come ogni qualvolta passassi dalla villa del signor Takeyo, ad accogliermi sul ciglio della porta trovai la sua badante. La signora Nezumi era sempre cordiale e anche in quell'occasione trovai molto piacevole scambiare quattro chiacchiere con lei prima di mettere il guinzaglio a Pika, il Rottweiler del padrone. Per la maggior parte le nostre conversazioni aleggiarono attorno ad argomenti banali, come il tempo o la cagnetta in questione, ma il suo atteggiamento pacato mi contagiò pure quel pomeriggio. La sua gentilezza mi metteva di buonumore anche nelle giornate in cui fossi giù di morale... O frastornata dall'eccessiva energia della cucciola che a momenti era in grado di strapparmi via il braccio per rincorrere qualche gatto o un altro cane.

Infine, come gli altri giorni, salutai la domestica con un inchino e mi incamminai verso casa con l'animo un po' più leggero.

Mantenni le mani affossate nel giaccone invernale, quando il cellulare vibrò contro il mio palmo nella tasca destra. Agguantai l'apparecchio senza pensarci troppo, ma venni invasa da una buona dose di frustrazione nel constatare che mi stesse chiamando un numero sconosciuto.

Che fastidio... Spero non sia ancora lo stesso scherzetto di quella notte.

"Pronto?"

Ma la linea cadde quasi subito.

"Divertente... Vediamo se ti piace il contrario."

Mi affrettai per telefonare al numero ignoto e posai l'oggetto all'orecchio.

Una suoneria.

Udii una suoneria alle mie spalle.

Non può essere una cazzo di coincidenza!

Mi voltai di scatto. Feci appena in tempo ad avvistare un individuo vestito con abiti monocolore che mi diede le spalle, per poi dirigersi nella direzione opposta alla mia a passo svelto. Mi diressi a grandi falcate dietro di lui e affrettai il la marcia, sempre più convinta di aver trovato la persona desiderosa di mettersi in contatto con me... Anche se con un approccio fallimentare.

La figura incappucciata svoltò a sinistra e imboccò un vicolo. Quando accorsi dietro l'angolo, realizzai avesse cominciato a correre sgomitando chiunque gli intralciasse la strada.

Oh, beh... Direi che mi ha appena dato la conferma di essere lui.

Presi un sospiro a pieni polmoni e le mie iridi si focalizzarono su quella personcina sempre più in lontananza.

Non devo rincorrerlo. Non devo rincorrerlo, non devo rincorrerlo, non devo rincorrerlo. Non devo farmi notare e devo attirare meno attenzione possibile.

Strinsi i pugni e digrignai i denti dal nervosismo.

...Fanculo!

Mi precipitai all'inseguimento con uno scatto fulmineo. Corsi a perdifiato per accorciare la distanza tra me e l'individuo in fuga, ma purtroppo fui ostacolata dalla folla. Ci misi tutta me stessa per inseguirlo.

Dopotutto avevo un ottimo istinto su questo tipo di cose... Ottimo sulle altre persone, certo, peccato fosse pessimo nei miei confronti.

Mi avventai senza pensarci su una parte di marciapiede coperta dalla neve e non mi accorsi della lastra ghiacciata sottostante. Il mio piede scivolò e feci un volo.

"Cazzo!" Imprecai coperta di neve sporca. "Cazzo, cazzo, cazzo!" Grugnii rimettendomi in posizione seduta a gran fatica.

La botta mi fece un male cane, nei giorni a venire mi sarebbe sicuramente spuntato un ematoma sul fondoschiena.

"Ti sei fatta male?"

Quella domanda, posta con quel tono cordiale e profondo, l'avevo già sentita.

Alzai lo sguardo e rimasi folgorata da un paio di occhi cristallini. Era un cliente abituale della pasticceria di Isabel... E non un cliente qualunque. Era il ragazzo tranquillo del duo molesto che prendeva sempre posto al tavolino sotto la finestra.

Villain ☽ || DabixOCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora