Inizio del gelo

19 1 1
                                    

La pioggia cadeva. Gelide gocce ingrigivano quella giornata. Gli alberi spogli segnavano l'inizio di quel triste inverno. Le guardie davanti all'entrata del castello erano immobili e fissavano il vuoto; sembrava non avessero un cuore...

Nella sala del trono di Medievalia si respirava la stessa fredda e imbarazzante atmosfera. Il re, seduto sul trono, fissava il ragazzo con uno sguardo curioso e sorrideva. Il ragazzo, Alex, era turbato, teneva lo sguardo fisso per terra; si sentiva arrossire in quel momento di silenzio.

-Che ti prende Alexander?- 

L'uomo continuava a sorridere ma era come se cercasse di leggere le preoccupazione nella mente del principe. 

Dal suo canto Alex avrebbe voluto essere da qualsiasi altra parte ma non li. Non davanti al Barone Nero. Cioè, davanti al re. Ogni tanto si dimenticava di quel particolare. E anche se il suo sguardo sembrava trasmettere felicità e dolcezza il ragazzo sapeva che in quella mente si celavano tutt'altro che pensieri smielati. A meno che non fossero rivolti a lui.

-Quanto manca perché io possa rivederli di nuovo?- chiese quindi.

-Pensi troppo a loro. Sai che stanno bene tesoro.

Alex arrossì.

-Non chiamarmi così.

Lo sguardo amorevole del re si contrasse in una cupa espressione. Ma al principe non faceva più paura.

-Anche se sei il re non sei nè mio padre nè il mio padrone e non mi faccio scrupoli a dire il mio pensiero su come ti rivolgi a me. Sono un PRINCIPE, devi ricordartelo- disse tutto ciò velocemente, come per paura di essere interrotto. Invece si beccò uno schiaffo dall'ex barone. Poi lo prese per le guance e gli sibilò:

-Sarai anche un principe ma tuo padre ti ha venduto a ME e mi rivolgo a te come mi pare e piace, sei come uno schiavo ma col titolo di nobile.

Ok, lo aveva fatto proprio arrabbiare. Detto ciò il re lo scaraventò per terra. Il cuore di Alex batteva a mille. Perché cavolo??? Era la stessa cosa ogni volta che i suoi pensieri erano dedicati a Ruby. Non poteva essere amore. Quell'essere gli stava rovinando la vita, trattando lui e i suoi amici come delle bestie. In quanto a suo padre beh, se n'era andato, lo aveva abbandonato "vendendolo" al barone e sua sorella era perennemente chiusa nella sua stanza. Ormai Ruby, Gene e Brilli erano diventati la sua vera famiglia. Ma era da più di un mese che non li vedeva. 

Come se potesse leggerlo veramente nel pensiero il re disse:

-Per i tuoi amici... se ti comporterai ancora così stai certo che non li rivedrai mai più.

Doveva essere soddisfatto dato il panico disegnato nel viso del giovane a sentire quell'esclamazione.

-Stai attento a quello che dici Alexander- e gli diede un freddo bacio sulla guancia. -Puoi andare.

Il ragazzo marciò dolorante verso la porta della sua camera, la aprì e si buttò nel letto. Lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi e i suoi pensieri erano confusi come se si spezzassero in mille pezzi per poi ricomporsi in modo diverso causando al giovane un forte mal di testa. Inoltre quando aveva sbattuto la testa per terra gli si era formato un graffio che scorreva vicino all'occhio destro dove il sangue stava ancora uscendo.

-Mamma...- gemette Alex, pallido, mentre sopra di lui cadeva l'oscurità.

La chiave della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora