Prologo

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I loro sguardi languidi sono su di me, mentre uno di questi idioti mi tiene ferma per il collo.
Ho i polsi legati dietro la schiena, e certo che potevano avvertirmi prima di farmi inginocchiare in questo sporco vicolo.
Se l'avessi saputo non avrei indossato
il mio Yves Saint Laurent preferito, mentre ora rischio addirittura di sporcarlo di sangue.

<<Lurida sgualdrina, pensavi veramente di poter derubarci senza pagarne le conseguenze?>>.
Parla quello dietro di me, la lama affilata sul mio collo.

<<Hai perso la lingua?>> Aggiunge un altro dei 5, che si avvicina a me da davanti.
Alzo lo sguardo gelido nel suo, prima di guardarmi lentamente intorno.
5 obiettivi, 1 dietro di me, un'altro di fronte a circa un metro, e gli altri 3 attorno, a una distanza di massimo quattro metri.

<<Ce l'ha eccome la lingua questa puttanella, e chissà cosa sa farci con quella.>>.
Un coro di risate intorno a me, mentre io resto con un' espressione impassibile.

<<Nessun problema, non ci serve che parli, la tua lingua potrai usarla per qualcos'altro>> E quello che era dietro di me mi arriva davanti, tenendo sempre la lama puntata sul mio collo.

Lancio uno sguardo alla mia destra, dietro a un tizio dai capelli rossi, dove noto un barile di benzina, o comunque qualcosa di altamente combustibile.
Ne noto altri due, sulla sinistra.

Sorrido nascosta dai capelli, mentre questi tizi di cui ancora non ho capito il nome discutono su qualcosa.
Molto probabilmente su chi mi metterà per primo il cazzo in gola.

<<Lo sapete qual è l'errore più grande che state facendo?>> Parlo lentamente e a bassa voce, sempre con lo sguardo a terra, attirando la loro attenzione.

<<Quale sarebbe? Forse l'errore più grande é che non ti ho ancora zittita per bene>> e ricominciano a ridere.

<<Sapete qual é la differenza tra voi e me?>>
Ora il loro sguardo é fisso su di me.
Noto subito come il tizio di fianco a me stringe meglio il pugnale.

<<Voi siete così ingenui, dei criminali da quattro soldi, e sapete incutere timore solo con delle armi in mano>>
Alzo lo sguardo verso i cinque attorno a me.
<<Voi vi credete potenti, puntando il coltello al collo di una donna, ma siete anche fin troppo facili da manipolare.
La prima cosa a cui pensate quando vedete una donna é di scoparvela, e poi chissà, magari ucciderla dopo.>>

Mi passo la lingua sul labbro inferiore, dove sento l'odore del sangue per il pugno che mi aveva dato uno di questi prima.

<<Vorreste ucciderla ma non ce la fate, perché avete paura delle conseguenze. Perché l'avete desiderata così tanto, anche se per poco tempo, che vorreste tenervela per tutti i giorni come giocattolino.
E così esitate a uccidere...
Ma io, a differenza vostra...>>

Alzo lo sguardo in quello del tizio che tiene il coltello, per poi mantenere il contatto visivo.
<<...io non esito mai.>>.

E poi la vedo : un'enorme fiammata blu arriva da dietro l'angolo, e si scontra con il bidone di benzina sulla destra creando un'esplosione.

Approfittando della loro distrazione con la telecinesi attiro il pugnale in acciaio, che esce dallo spacco del vestito e mi arriva direttamente nella mano destra.
Con esso rompo le corde, e mi alzo velocemente.

Afferro il tizio vicino a me dal viso, e lo avvicino al mio viso, per poi sussurrargli all'orecchio: <<Questo è per aver detto quelle cose alquanto disgustose su di me>> E gli tiro un calcio nei coglioni.

Cade in ginocchio, e io lo seguo inginocchiandomi davanti a lui.
<<E questo, è per avermi sporcato il vestito>>, e gli pianto il pugnale nella parte destra del petto.

Hotel Room -Dabi x reader- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora