7. Memories

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Baby we built this house
on memories
take my picture now
shake it till you see it

TN POV

I divanetti nella sala delle riunioni non sono mai stati così duri.
Proprio come le luci della stanza, che non sono mai state così scure.

Sembra effettivamente tutto immerso in una tetra oscurità, causata sicuramente dall'attacco di due giorni prima.

Di sicuro chi l'ha sferrato è potente, qualcuno che riesce a creare un turbine d'acqua del genere, tanto da aver bisogno di un guaritore per il braccio.

Ce l'ho appoggiato in grembo, fasciato da bende pulite, ma fortunatamente grazie al quirk dell'infermiera dell' hotel è migliorato.

<<E adesso che facciamo?>> La voce di Toga mi estrae dalla fitta rete dei miei pensieri.

È shigaraki a intervenire :<<Facciamo ricerche, turni di vedetta tra i tetti di Tokyo, scopriamo chi ci ha fatto ciò e annientiamolo>>.

<<Io mi rifiuto di fare il turno di notte>> risponde la biondina sbuffando, mentre torna al suo hobby preferito: affilare coltelli.

<<Lo faccio io>>. Kurogiri.

Decido finalmente di prendere parola, dopo essermene stata zitta e immersa nei miei pensieri durante l'ultima ora di assemblea.

Tuttavia non riesco a levarmi dalla testa la X sul muro del mio salotto, insanguinata e letale.

<<Non è la prima volta che vedo quella X>> mi intrometto, attirando l'attenzione di tutti i miei compagni.
Pure di Dabi, che se ne era stato tutto il tempo seduto sul davanzale della finestra, fumando come una ciminiera.

<<L'ho già vista una volta, 13 anni fa, ma non ho idea di chi possa essere>>
Deglutisco, cercando di trattenere l'improvvisa nausea che mi attanaglia lo stomaco.

<<Sono alla ricerca di questo tizio da anni, e per anni non si era più fatto vivo>>.

Improvvisamente l'aria nella stanza sembra essere diminuita, e la temperatura decisamente alzata.

I miei amici ricominciano a discutere animatamente, mentre io abbasso lo sguardo con un movimento impercettibile.

Mi sfioro la cicatrice sul fianco destro con la mano sinistra, quella che posso muovere, e trattengo il respiro nel momento in cui nella mia testa riappaiono le immagini del sangue.

Mi alzo prima di rendermene conto.
Appena incrocio lo sguardo degli altri dico semplicemente: <<Penso che abbiamo discusso abbastanza, la riunione è finita>>, e me ne vado senza voltarmi indietro.

Sentendo lo sguardo di Dabi bruciarmi la schiena.

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C'è una ragazzina... una bambina.
Ha i capelli neri come la pece, e due occhi nocciola fin troppo riconoscibili.

Ed è... è legata alla parete.
Sangue, c'è molto sangue.

Per terra, sotto di lei.
E sulla parete di fronte altro sangue.

Parole confuse, gesti confusi.

Il respiro è smozzato, irregolare, mentre cerca di liberarsi.
Urla, strilla, ma nessuno la sente.

Tranne quell'ombra sul muro, che la osserva disperarsi, in cerca di una salvezza, in cerca di qualsiasi speranza.

Non ha il coraggio di guardarla negli occhi, ma solo di chiuderli e aspettare il colpo di grazia.

Aspettare che tutti finisca.
Quella bambina sono io.

È l'urlo straziante nel sogno a svegliarmi, ansimante e col sudore che cola dalla fronte.
Mi alzo velocemente, scendo dal letto sbattendo contro il comodino e ho a malapena il tempo di inginocchiarmi davanti al water prima di rigettare la cena.

I miei conati sono l'unico rumore che sento, accompagnati dalle immagini che si ripetono nella mia testa.

Frequenti, interminabili.
Non le vedevo da mesi.

Ci avevo messo anni a rinchiudere quei ricordi in una parte remota della mia testa, ma ora... ora tutto è ricominciato.

Ci metto un bel po' a svuotare lo stomaco, dopodiché semplicemente mi siedo di fianco alla tazza, con la schiena appoggiata al muro.

Alzo lo sguardo verso il soffitto, cercando della luce, qualsiasi cosa che possa aiutarmi a restare aggrappata alla realtà, ma tutto ciò che vedo è buio.

Subito la stanchezza mi travolge, togliendomi lentamente le forze.

Controllare se i suoi schermi sono alzati è l'unica cosa che faccio prima di richiudere gli occhi.

La mattina dopo mi risveglio esattamente dove mi ero addormentata la sera prima.

Mi alzo con la schiena dolorante, e mi osservo allo specchio.
Le occhiaie sotto agli occhi, i capelli spettinati.
Questa sono io?

Decido, come sempre, di rendermi presentabile prima di scendere per fare colazione.

Tuttavia l'umore sotto terra non collabora.

Mi lego i capelli in due trecce lunghe, che scendono oltre le spalle.
Indosso un semplice top nero e sotto... dei semplici pantaloni della tuta.

Non mi trucco neanche stavolta.

L'unica cosa che voglio fare è riempire la pancia, riempire quel vuoto che sento dentro di me.

Preparata il minimo indispensabile scendo al piano terra, e mi dirigo al bar di fronte alla piscina.

È insolitamente tutto silenzioso, tranquillo, così decido di prendermela con tutta la calma del mondo.
Mangio una brioche alla crema, e bevo... bevo il mio solito the alla pesca corretto con la vodka.

Solitamente non bevo alcool la mattina, tuttavia l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è che voglio alleggerire la testa.

<<Nottata pesante.>>.

La presenza vicino a me mi fa sussultare, mentre si siede al mio fianco sul divanetto di pelle bianco.

Indossa una camicia nera, sbottonata in alto, che lasciano intravedere un bel po' del suo petto muscoloso.

Ha sul volto il suo solito ghigno fastidioso, e non si limita a nasconderlo mentre appoggia spudoratamente una mano sul mio ginocchio.

Non abbasso lo sguardo mentre rispondo, osservando i lineamenti di quel viso stupendo : <<e da cosa lo dedurresti?>>

<<Avevi gli scudi abbassati>>.
Quella frase mi fa immobilizzare: io? gli scudi abbassati?

<<Ne sei sicuro?>> chiedo, cercando di mantenere la calma e il respiro regolare.

<<Più che sicuro, a che hai pensato tutta la notte?>>

Merda.
Gli scudi.
Quel sonno mi aveva sconvolto la testa al punto che non sono riuscita a schermarmi per bene.

<<Terra chiama T/n!>> Dabi addirittura mi stava passando una mano davanti alla faccia, con un movimento assolutamente irritante.

<<Cavoli miei>> rispondo semplicemente alzando le spalle, mentre bevo un lungo sorso di the.

Lui mi guarda a lungo, con uno sguardo che non riesco a decifrare, e alla fine l'unica cosa che dice é: <<seguimi>>.

Non ho il tempo di ribattere, e neanche di realizzare che mi avesse, per qualche assurdo motivo, portata in palestra.

ANGOLO AUTRICE

Ed eccomi qua, con un bel po' di ritardo.
Byeee 💋

Hotel Room -Dabi x reader- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora