Capitolo 1

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Iris
L'odore della carne mi apre lo stomaco,guardo il piatto che sto portando in sala e nonostante siano ormai anni che lavoro qui dentro la tentazione di assaggiare è sempre tanta. Mentre  mi dirigo al tavolo un bambino mi sfreccia davanti,lo schivo abilmente. Possibile che anche nei ristoranti di alta classe ci sia prole che scorrazza avanti e indietro..mah. Servo il piatto ad un uomo anziano dal volto dolce e la moglie mi ringrazia,mi prende la mano e mi porge una generosa mancia. Non amo fare la cameriera ma grazie alle mancie riesco a mettere da parte un bel gruzzoletto che non fa mai male. Il tempo di sorridere e ringraziare di cuore la donna davanti a me che il mio cercapersone vibra nella tasca del pantalone,segno che un altra portata è pronta per essere servita.Torno subito in cucina e Mike mi prende per le spalle facendomi sobbalzare <<Ascoltami bene Rì>>mi fissa con i suoi occhi verdi in un modo quasi inquietante<< questi piatti sono per il tavolo più importante della giornata,ci sono il presidente con degli amici appartenenti ad una famiglia molto prestigiosa,si dice che siamo imparentati con la corona>> lo guardo un po' esterrefatta e inizia a salirmi l'ansia <<okay..>>deglutisco<< devo fare come al solito giusto?servire,sorridere e augurare buona continuazione giusto?>> Lui mi guarda come se mi fosse spuntata un'altra testa <<Si.. cioè..ho chiamato te perché sei la più capace,dai il meglio di te ok...merda>>mi dà una pacca sulla spalla e si allontana con lo sguardo ancora sbarrato. Il ristorante è tra i più eleganti della zona,ha due stelle ma quando si presentano clienti così importanti Mike va nel panico come la prima volta. È un buon uomo,quando cercavo lavoro mi ha preso subito senza fare domande inopportune come molti altri datori di lavoro con locali di gran lunga inferiori a questo.<<Okay.. pronta?>>mi porge i piatti,io annuisco e senza rendermene conto trattengo il respiro. Merda Mike hai messo ansia anche a me<<Bene,vai,sono fiero di te>> mi fa girare e mi accompagna fino alla porta,faccio un bel respiro e sfodero il mio sorriso migliore. Il tavolo più importante è quasi al centro della sala,ci sono 5 persone. Due uomini sulla 50ina due donne eleganti e un..ragazzo? Ha i capelli biondi quasi platino,sono tutti vestiti in modo formale. I due uomini indossano un completo blu mentre le due donne hanno rispettivamente un tailleur crema e un abito blu. La donna con l'abito sembra più grande,ha i capelli acconciati in uno chignon elegante di un bellissimo grigio che sembra quasi argento. Trasuda eleganza e modestia, probabilmente è lei quella imparentata con la famiglia reale. Il ragazzo,che è girato di spalle indossa un paio di pantaloni neri e un maglioncino beige. Mi avvicino al tavolo <<Salve signori,ecco i vostri piatti>>sistemo i piatti dinanzi a tutti i componenti<<spero sia tutto di vostro gradimento >>posiziono il piatto davanti al ragazzo che non si degna neanche di girarsi a ringraziare mentre le due donne mi sorridono e uno dei due uomini mi fa un cenno col capo.Pongo l'ultimo piatto davanti al secondo uomo mentre lui finisce una chiamata <<ti ringrazio cara,vorremmo ordinare anche una bottiglia di vino>><< certo!avete già qualche preferenza o posso elencarvi i migliori che abbiamo in cantina>> prendo il tablet dalla tasca del grembiule e quando riporto gli occhi ai clienti l'uomo che mi aveva parlato mi sta fissando in pieno volto con una faccia tra lo stupore e lo spavento.Ha gli occhi verdi e la barba e i capelli sono quasi ramati. Il suo sguardo è così intenso che mi sento in imbarazzo e cerco di guardare altrove<<a-abb-abbiamo un ottimo r-rosso d'annata...>>maledizione Iris riprenditi e che diavolo ha da fissare questo,per fortuna gli altri commensali stanno guardando la carta dei vini tranne il ragazzo che si è accorto della piccola gaffe<<Margot?>> Sobbalzo a sentire il nome di mia madre,torno a guardarlo<< come ha detto prego?>> Lui sbatte le palpebre come per scacciare un sogno<< perdonami sei..sei identica ad una mia vecchia amica,si chiamava Margot..>><< oh caro>> la donna dai capelli argentei parla mentre gli pone una mano sull'avambraccio <<parli di quella splendida donna italiana>> sono sicura di essere sbiancata perché il ragazzo mi guarda di sottecchi,stanno parlando di mia madre. Non c'è altra spiegazione,certo lei si chiamava Margherita ma in inglese è logico che cambi in Margot no? L'uomo mi sta ancora fissando mentre lo sguardo del ragazzo saetta da me a lui,cerco di sfoderare il mio sorriso più affabile,lui balbetta una sorta di scuse. Mi concentro sull'altro uomo per la scelta del vino e appena finito mi dileguo. Torno in cucina dove Mike mi aspetta impaziente<<allora com'è andata?perché sei stata tutto quel tempo al tavolo? c'è qualcosa che non va?>>lo supero di corsa <<Mike ti prego,dammi 2 minuti>> mi dirigo verso la porta sul retro e appena uscita cerco di inalare più aria possibile. L'aria fredda sul viso mi riporta un briciolo di lucidità. Come cazzo faceva a conoscere mia madre. Mamma...una lacrima mi scende sul viso, è passato qualche anno ma credo che queste siano ferite che non si chiuderanno mai del tutto,impari a conviverci e a creare un margine attorno ad esse che ti permette quantomeno di andare avanti e vivere ma a volte basta un niente per cancellare quel margine come se fosse fatto di sabbia e un tocco di dita lo spazza via. Inspiro mentre altre due lacrime si mischiano alla precedente. Guardo in alto,il cielo quasi terso e cerco di reprimere il senso di oppressione che minaccia di schiacciarmi. L'odore di erba mi distrae e mi storcere il naso,mi giro e noto il ragazzo biondo del tavolo fuori a fumare. Devo tornare a lavoro. Mi asciugo le lacrime col dorso della mano,cerco di immagazzinare più aria possibile nei polmoni e rientro. <<Iris che è successo al tavolo?>>Mike mi guarda preoccupato ma non per il buon nome del locale,ha capito che c'era qualcosa che non andava con me<< uno dei due uomini conosceva la mamma,Mike>> mentre lo guardo le lacrime minacciano di uscire di nuovo mentre mi annebbiano leggermente la vista <<oh cara,vieni qui>> Mike mi abbraccia,anche se più basso di me,mi accarezza la schiena in modo paterno<< manca a tutti noi,tu porti la sua stessa luce qui dentro>>scioglie l'abbraccio per guardami in faccia,mi accarezza il viso e mi asciuga la guancia<< se vuoi andare a casa prima lo capisco>> gli prendo la mano<< grazie Mike,sto apposto,ce la faccio>><<questa è la mia ragazza>> mi da una pacca sulla spalla e torna ai fornelli asciugandosi anche lui qualche lacrima che gli era scesa poco prima. Riesco a servire tutto il pranzo cercando di interagire il meno possibile ma ogni volta che mi avvicinavo al tavolo l'uomo mi guardava,in realtà mi sentivo il suo sguardo addosso ogni volta che giravo per la sala. Arriva il momento del conto e tiro quasi un sospiro di sollievo quando lo poggio sul tavolo e sto per andare via ma la voce dell'uomo mi richiama<< cara, perdonami,questa è per te>> mi pone un rotolo di banconote<< la ringrazio ma potete pagare anche comodamente alla cassa>> la donna ride,una risata leggera <<oh no, è una mancia per te,sei stata così gentile per tutto il pranzo e grazie per non aver fatto caso alla piccola gaffe di mio fratello>>fratello?! Avevo dato per scontato che fossero marito e moglie. Il ragazzo si alza per primo dal tavolo rivelandosi molto più alto di quanto io credessi,non guarda nessuno e si avvia verso la porta a vetri.L'uomo mi porge di nuovo la sostanziosa mancia ma stavolta con essa c'è anche un biglietto,continua a fissarmi senza dire una parola e sento un brivido passarmi la schiena ma non in senso positivo, c'è qualcosa di sinistro in lui. Si congedano e scompaiono oltre la porta continuano la loro chiacchierata leggera tranne l'uomo e il ragazzo che credo abbia guardato tutta la scena da fuori. I suoi occhi sono verdi come quelli dello zio, più cupi ma meno Sinistri. Meglio non mischiarsi con questa gente.

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