19. 𝒜𝓃𝒹 ℐ 𝓉𝓇𝑒𝒶𝓉 𝓎𝑜𝓊 𝓁𝒾𝓀𝑒 𝒶 𝓅𝓇𝒾𝓏𝑒

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L'anima altrui è solo tenebra.

F. Dostoevskij





Con uno strattone mi sfilo dalla sua presa

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Con uno strattone mi sfilo dalla sua presa. Bes non si volta nemmeno a guardarmi e continua a camminare spavaldo davanti a me.

Usciamo dal grande cancello in ferro del museo e ci ritroviamo lungo la strada. Saliamo sul primo taxi della fila e Bes gli dice che dobbiamo andare in Via Romana 37/A.

Non so perché non gli abbia detto direttamente il nome del parco in cui siamo diretti, ma sicuramente avrà un motivo valido. Quel che ho capito di Bes è che non lascia mai niente al caso.

Lui è un calcolatore.

Ogni cosa che fa è bene progettata.

Pianificata.

Quasi mi vengono i brividi all'idea.

Aveva progettato anche di sedurmi la sera del mio compleanno?

Il tassista aziona il timer e ingrana la marcia. Inizia a guidare per le strade di Firenze, si immette in una via alberata che sembra non finire mai, sono quasi le sette di sera e c'è davvero molto traffico. Tra autobus, altri taxi e macchine, le strade sono davvero sommerse di persone. Per non parlare dei motorini che cercano di superare da ogni lato e si mettono a fare zig zag tra le auto ferme agli incroci. Credo che se guidassi in questa città potrei esplodere per lo stress. Non saprei davvero come fare. Avrei il terrore di mettere sotto qualcuno per sbaglio e mi pianterei in mezzo alla strada. Il tassista invece è abituato e abile, non si fa impressionare dai suoni squillanti e prepotenti dei clacson e dalle bicilette che si credono come gli scooter. È davvero strano vedere il volante a sinistra. Ho paura che possiamo fare un frontale da un momento all'altro.

Chiudo gli occhi per calmarmi. Bes deve essersi accorto della mia agitazione perché mi ha messo una mano sulla coscia e sta stringendo quella presa.

Forse per farmi capire che non sono sola.

OMBRE D'EGITTO 1, il mistero del fiore di loto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora