«Riccardo sei in casa?» urlò mia madre da dietro la porta.

Ero in casa purtroppo ma non volevo parlarle, ogni volta trattavamo argomenti spiacevoli, ma il suono del campanello era troppo insistente così fui costretto ad aprire.

«Perché ci hai messo tanto?» mi chiese appena entrò in casa.
«Ero impegnato, che vuoi?»

«Voglio parlarti tutto qui, non mi sembra un crimine. Non hai risposto a nessuna mia chiamata da quando sei venuto a casa a informarci che cambiavi università»

«Non avevo voglia di parlare con te, tanto sapevo già il tuo pensiero, sei d'accordo con papà come sempre...» mi sedetti sul divano e mi accesi una sigaretta.

«Io ho sempre cercato di aiutarti come più potevo Riccardo, che posso fare di più? Sembra che cerchi in tutti i modi di rovinarti la vita»
«Cosa vuoi mamma?»

«Be ecco, voglio farti una proposta... ho dovuto convincere tuo padre, non voleva all'inizio ma poi ha accettato.

Lui può risolvere tutto, essendo un ingegnere importante mettendo una buona parola per te ti riaccoglierebbero a ingegneria e riusciresti a dare gli esami che ti restano in un anno più o meno...» era contenta mentre lo diceva, anche se sembrava a disagio, aveva paura del mio giudizio.

«Non mi interessa! Non voglio essere raccomandato da lui, me lo rinfaccerebbe a vita, d'ora in poi voglio andare avanti per conto mio»

«Non essere sciocco, è un'opportunità unica che chiunque prenderebbe al volo, hai capito cosa ho fatto per te? In un anno ti laurei e poi lavorerai nel suo studio. Cosa credi che adesso stai facendo tutto da solo?

Vivi qui grazie a noi, non hai un lavoro, siamo noi a darti dei soldi per vivere, non esiste nessuna libertà. E sai perché tuo padre non ti ha sbattuto in mezzo alla strada? Perché io l'ho pregato di non farlo»

Volevo bene a mia madre, mi faceva tenerezza, cercava di tenere in piedi una famiglia che era distrutta ormai da molto tempo, secondo lei era nel giusto, non capiva quanto mi umiliava a dirmi certe cose.

«Io non voglio vederlo mamma, figurati lavorare con lui, lascia perdere davvero. Mi troverò un lavoro se sarà necessario...»

Mentre che mia madre controbatteva mi arrivò un messaggio da parte di Martina: "Possiamo vederci?"
"Dimmi dove"

"Vicino Castel Sant'Angelo, tra mezz'ora" accettai, ero sempre felice di vederla, speravo avesse capito che ci tenevo a lei. Mi misi la giacca e le scarpe.

«Ma che stai facendo? Ti sto parlando, te ne vai?» urlò mia madre, era fuori di sé.
«Ho un appuntamento» le risposi mentre che mi allacciavo le scarpe.

«Cosa? Con chi? Con una ragazza?»
«Si»

«Be guarda, io non vedo l'ora che ti innamori e ti fidanzi seriamente, avresti davvero bisogno di una ragazza che ti metta la testa a posto...»

«Come sei simpatica mamma, ma forse i tuoi desideri si esaudiranno» e così dicendo la invitai a uscire e mi incamminai per le strade di Roma.

Martina era lì, ad aspettarmi seduta su un muretto che dava sul Tevere.
«Sono contento che mi hai chiamato, vuol dire che ti sei svegliata un po'» le dissi.

«Non iniziare a dire cavolate, ho notato dei dettagli interessanti che mi sono piaciuti»
«Tipo?»

«Ho saputo quello che hai fatto. Con Giusy e le altre...»
«Ah»

«All'università girano le voci, ti hanno visto tutti» continuò lei.
«E questo ti ha fatto piacere?» chiesi, perché non stavo capendo.

«Si, nel senso, mi fa piacere che prendi le mie difese... hai addirittura interrotto i rapporti, questo è molto più di quello che mi aspettavo»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23 ⏰

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