WHAT IF SHE STOPPED HIM?
(Parte III)
Kol fu trovato dove Allison aveva previsto. Non era stato difficile arrivare a quella conclusione, era bastato pensare lucidamente, cosa che i Mikaelson non erano capaci di fare quando si trattava della propria famiglia.
Insieme all'Originale vennero trovati tre corpi dissanguati, segno che la folle rabbia di cui era vittima da un po' di tempo a quella parte, non aveva ancora trovato una fine.
Allison sperava che portarlo a casa sarebbe stato abbastanza per limitare altri danni, ma aveva fatto un errore di valutazione e ora altre tre persone erano morte. Con cautela si addentrò ancora di più all'interno del St. James Infirmary, seguita da Elijah, in attesa che Klaus li raggiungesse.
La cacciatrice non metteva piede in quel posto da parecchio, il fatto che quasi tutto fosse esattamente come ricordava, le fece tornare alla mente ricordi che prepotenti rischiarono di deconcentrarla. Sospirò scuotendo poco il capo e l'Originale elegante capì che qualcosa non andava.
"Questo posto è pieno di ricordi", disse dando voce ai suoi pensieri. Pensieri che, inconsapevolmente, erano uguali a quelli di Allison.
Lei sorrise. "Sì, mi ricordo le serate in cui stavi al pianoforte a suonare mentre io ti guardavo seduta ad uno dei tavoli. Ti divertivi molto, se la memoria non mi inganna. Lo fai ancora?"
Elijah scosse il capo. "No. Non proprio. A volte sono tentato, ma poi desisto".
"Perché?"
"Non è la stessa cosa senza te che applaudi e urli chiedendo il bis", le disse con sincerità. "Non è divertente, ecco".
Allison lo guardò per un istante, poi si girò dall'altra parte alla ricerca di qualcosa che non esisteva. Non riusciva a mantenere lo sguardo di Elijah, perché la tenerezza che gli vedeva negli occhi la rendeva instabile. E insieme ai ricordi di una serata ad applaudire il suo talento al piano, le tornavano alla mente anche cose che voleva dimenticare per sempre.
"Sono in ritardo?" gli chiese con un sorriso quando gli fu vicina.
Lui scosse il capo. "Non di molto. Ma in fondo, ha importanza?"
"No, non ne ha" la donna fece un respiro profondo. "Sono ancora come mi ricordavi chiusa in un vestito elegante?"
"Sei molto di più di quanto ricordassi" ammise Elijah.
"Sono certa che Hayley sarebbe ben felice di applaudire per te, se tu ti lasciassi andare e la lasciassi penetrare quella corazza vestita di abiti sartoriali che ti sei costruito nel corso dei secoli".
Elijah rise. "Non è così semplice. E comunque non sarebbe la stessa cosa".
I loro sguardi si incrociarono per un istante, poi una voce attirò la loro attenzione.
Kol se ne stava in fondo, le labbra imbrattate di sangue e il viso venato di nero.
"Allison Morgan!" tuonò. "Proprio non ne vuoi sapere di stare fuori dagli affari della famiglia Mikaelson, vero?"
"Cerco solo di aiutarti, Kol. Che tu ci creda o no".
"Nessuno ti ha chiesto di farlo", il vampiro volse lo sguardo a suo fratello. "Ma sono certo che Elijah è molto felice che tu sia qui".
Rise. "Mi dispiace, fratello", gli disse. "Ma noi non possiamo essere felici. Ci portiamo dentro un'oscurità che non ci lascia scampo".
Si avvicinò e con uno scatto repentino afferrò Allison e se la strinse addosso, di schiena, contro il suo petto. Una mano gliela posizionò intorno al collo, con l'altra le teneva il braccio.
Elijah cercò di mantenere la calma. Avanzò piano, senza agitarsi. "Lasciala andare", intimò. "Ora".
Ma Kol scosse il capo, Allison poteva sentire la stretta delle dita sul suo braccio farsi sempre più forte, quella sul collo anche. "No. Non lo farò. Il suo sangue ha un odore così buono. Sarebbe un peccato sprecare l'occasione di assaggiarlo".
Aguzzò i canini, ma prima che potesse affondarli in lei, il suo collo fece un rumore sinistro spezzandosi. Kol cadde in terra privo di sensi, Allison si allontanò da lui tossendo piano.
"Stai bene?", Elijah le fu subito accanto, la agguantò con delicatezza chiudendola in una stretta protettiva mentre Klaus le sorrideva.
"Ciao, guerriera. Mi devi decisamente un favore".
Nonostante tutto, Allison rise.
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"Ci assicureremo che non faccia più alcun danno. Hai la mia parola".
Freya strinse Allison in un abbraccio prima di lasciarla andare verso l'uscita. Kol era ancora sotto l'effetto di un incantesimo che l'avrebbe tenuto addormentato chissà per quanto.
Ad Allison non interessava, a essere onesti, il suo lavoro era finito. Aveva fatto ciò che poteva, non aveva più senso ficcare il naso nelle vicende della famiglia Originale. Almeno fino al prossimo incontro.
Trovò Elijah ad aspettarla vicino all'auto. Le riservò un sorriso quando la vide arrivare.
"Sicura di non voler rimanere?"
"La mia presenza non è più necessaria", la cacciatrice si strinse nelle spalle. "Sono sicura che ora saprete cavarvela anche senza di me, con Kol".
"Sì, Freya ha tutto sotto controllo, ma io pensavo che magari ti andasse di rimanere, solo per un'altra sera". Sospirò mettendo le mani nelle tasche. "Sai, mi è venuta una improvvisa voglia di suonare, un pubblico entusiasta non sarebbe male".
Allison rise facendo spuntare le fossette sulle guance. Alzò gli occhi al cielo scuotendo il capo, dandosi della stupida per quello che stava per fare.
"In questo caso, credo di poter rimandare la mia partenza a domani".
L'Originale sorrise. "Ottimo. Andiamo allora".
Salì in auto, Allison mise in moto e guidò.
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What if?
FanfictionElijah Mikaelson ha una personalità complessa anche se spesso preferisce essere visto solo ed esclusivamente come l'Originale moralista che rimette insieme i pezzi nel caos lasciato dalla sua, più impulsiva di lui, famiglia. Ma se nella sua vita ci...