What if she owes her something?

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WHAT IF SHE OWES HER SOMETHING?

"Ah dannazione!" Allison Morgan odiava quando morendo le cadevano addosso. Primo perché ogni volta finiva sempre con qualche costola incrinata tanto erano pesanti quei figli di puttana, secondo perché finiva sempre con lo sporcare i vestiti di sangue. E tornare in albergo ogni volta sporca di sangue e sconvolta finiva per creare difficoltà a lungo andare.

L'ultima volta, una settimana prima, il concierge – era un termine un po' esagerato – di quello squallido motel aveva quasi chiamato la polizia quando l'aveva vista tornare dopo una battuta di caccia. Alla cacciatrice il suo silenzio era costato mille dannati dollari.

Dopo aver raccolto tutte le forze che le rimanevano con un gesto scansò quel cadavere da sopra di lei e si prese un attimo per recuperare energia.

"Forza" si disse mettendosi prima seduta e poi in piedi. "Devi ancora liberarti del corpo Allison, non puoi prendertela comoda."

Parlò a se stessa, come una pazza, e si accorse che forse era il caso di andare a trovare i Winchester e Castiel, aveva bisogno di passare un po' di tempo con i suoi amici o era certa che avrebbe finito con l'impazzire davvero. Beh un po' pazza lo era già, ma chi non lo era di quei tempi?

La fine è vicina! aveva urlato uno di quegli strampalati predicatori di strada la mattina prima davanti alla caffetteria dove lei si era rifugiata per la colazione. Uno di quelli con i cartelloni scritti con i pennarelli rossi come il sangue. La donna onestamente credeva che il suo delirio avesse un fondo di verità, forse più di uno.


"Posso portarvi qualcosa?" chiese la cameriera.

"Per me un Bourbon," disse Klaus.

"Lasciaci!" esclamò glaciale Mikael prima di guardare il suo figlio bastardo. "Dimmi cosa vuoi."

"Dahlia è tornata e vuole rapire mia figlia. Vuole portarla via dall'amore della sua famiglia per poterla manipolare e farla soffrire come ha fatto con Freya. La tua adorata Freya."

"Vai al punto Niklaus!" disse duramente Mikael. "Io voglio uccidere Dahlia quanto te, forse di più visto quello che ha fatto a mia figlia! Ma Freya ha un piano e seguirò quel piano."

Klaus sospirò ignorando il tono deciso con cui il padre aveva sottolineato le parole mia figlia e abbassò lo sguardo per un attimo. Quando rialzò gli occhi su Mikael, la cameriera che poco prima aveva preso le loro ordinazioni stava in piedi fuori dalla vetrata; gli occhi bianchi e vuoti. Li fissava con una freddezza che non era umana. Di colpo alzò la mano e la vetrata attaccata al loro tavolo esplose in migliaia di pezzi costringendoli ad alzarsi con uno scatto repentino per sfuggire ai pezzi di vetro.

"Dobbiamo togliere di mezzo quella strega, e farlo subito" osservò Klaus voltandosi a guardare Mikael. "Che ne dici di un'ultima battaglia insieme?"

L'altro si prese un attimo per pensare, si ridiede un tono abbottonandosi la giacca di pelle e annuì. "Un'ultima battaglia" disse accennando un sorriso.


"No" Allison scosse il capo portandosi una mano sulla fronte. Quella dannata visione non era proprio il massimo per completare la giornata. Non proprio quello di cui aveva bisogno dopo che il corpo di quel dannato licantropo le era caduto addosso peloso e caldo e pieno di sangue che le aveva inzuppato la maglietta. La sua preferita tra l'altro.

"No no no" ripeté di nuovo mentre il suo cellulare prendeva a squillare con insistenza. "Dannazione!" esclamò quando il numero di Elijah comparve sullo schermo. Ignorarlo sarebbe stato inutile, quindi tanto valeva rispondere.

****

"Elijah" gli disse col fiato corto. "Cosa posso fare per te?"

"Allison, stai bene?"

"Benissimo, sono solo un po' stanca. Ma non ho molto tempo quindi dimmi di cosa hai bisogno."

Dall'altra parte ci fu un grosso sospiro, poi uno strano rumore. "Sei in vivavoce."

"E sto parlando con chi esattamente? A parte te intendo."

"Hayley, Gia e Madame LaRue."

"Josephine!" esclamò Allison felice, ignorando tutti gli altri. "Come sta la mia strega preferita?"

"Signorina Morgan, è sempre un piacere sentirla. Quando pensa di venire a trovare una povera vecchia?"

"Josy, lei non è vecchia. È una bellissima donna matura ed elegante con un paio i occhi stupendi. Quanto alla sua domanda, temo di non poterla accontentare per ora. Ho molte cose in ballo al momento. Ma mi dica, cosa posso fare per tutti voi?"

"Il signor Mikaelson è qui per chiedere un favore che io non sono incline a concedergli" spiegò la donna. "Il perché abbia scelto di telefonare a lei non l'ho ancora capito. Forse crede che lei riuscirà a convincermi."

"Mia sorella ha preso possesso di un corpo che apparteneva ad una malvagia strega di nome Eva Sinclair. La strega però, ha preso il controllo e Madame LaRue vuole ucciderla senza darmi la possibilità di provare a salvare mia sorella."

"Eva Sinclair è la più pericolosa e selvaggia di tutte le streghe. Uccide bambini per divertimento e dunque bisogna ucciderla. Mi dispiace per la signorina Mikaelson, ma non ho altra scelta."

"El, come credi di tirare fuori Rebekah?" chiese Allison dopo aver ascoltato Josephine.

"Freya" fu la semplice risposta di Elijah. "È tornata."

"Quindi Rebekah è posseduta dal corpo che possiede, e quel corpo appartiene ad una strega malvagia che uccide bambini e per tirarla fuori dobbiamo affidarci alla sorella che credevate morta e che è tornata misteriosamente dopo quanto, mille anni?"

"Lo fai sembrare un piano avventato" parlò Hayley per la prima volta da quando quella telefonata era iniziata.

"Perché lo è" replicò la cacciatrice.

"Allison" intervenne Elijah.

"Ma" continuò la donna dall'altro capo del telefono. "Josephine, credo che sia ora di riscuotere il mio favore."

La vecchia donna sospirò poi si mise a sedere. "Va bene. Signor Mikaelson ha quarantotto ore, dopodiché fermerò Eva Sinclair a modo mio."

"Grazie Madame LaRue" ringraziò Elijah. "Grazie Allison."

"Faccia ciò che deve" gli disse Josephine con un gesto della mano.

"Josephine, sarò lì domani. Mi ha concesso un così grande favore che venire a trovarla mi sembra il minimo. Porterò la pizza."

"La pizza è volgare signorina Morgan, farò preparare qualcosa al mio cuoco."

Allison rise, una risata divertita che risuonò attraverso l'apparecchio. "Sapevo che lo avrebbe detto. Devo andare, buona fortuna Elijah."

E con queste parole riattaccò.

****

C'era solo una persona che poteva bussare a quell'ora di notte. Allison sperò che portasse buone notizie, soprattutto dopo che le aveva fatto chiedere quell'enorme favore ad una strega potente come Josephine LaRue.

"Elijah" gli disse quando aprì. "Hai fatto ciò che dovevi?"

"Sì" lui annuì sorridendole. "Ora sono venuto a ringraziarti."

"Non è necessario, ma grazie del pensiero."

"Posso entrare?" chiese l'Originale.

"Se ci tieni a stare in una terribile camera di motel con un odore ancora più terribile allora certo, entra pure."

"Non mi importa della camera, ma di chi ci sta dentro." C'era qualcosa di malizioso nel suo tono ed Allison sorrise allungando le mani fino alla sua cravatta. Con calma prese ad allentarla mentre le mani di Elijah le si poggiavano sul viso.

"Accomodati" gli sussurrò un attimo prima che le loro labbra si unissero.

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