WHAT IF SHE STOPPED HIM?
(Parte II)
"Peperoni, funghi e salsiccia" Allison fece un attimo di mente locale. "E, se possibile, ci faccia mettere anche un po' di peperoncino, ma giusto un po'." Si voltò verso la porta quando bussarono e salutò l'uomo al telefono dopo avergli detto dove dovevano consegnare la pizza. "Elijah" gli disse quando se lo trovò davanti sulla soglia. "Che ci fai qui?"
Lui le sorrise, con quel sorriso bello e malizioso che faceva sempre. O forse lo faceva solo a lei. "Mi trovavo da queste parti e così ho pensato di venirti a fare un saluto."
La donna corrugò la fronte ma si fece di lato per farlo entrare. Pensò che l'ultima volta che si erano incontrati in un hotel, non era stato esattamente un momento felice. Almeno non per lei.
Scosse il capo scuotendo via il pensiero e afferrò il suo cellulare che aveva preso a vibrare poggiato sul tavolo dall'altro lato della stanza. "Pronto" rispose. Dall'altro capo del telefono sentì la voce di Roger Miller arrivare sicura e allegra. Strano, pensò, visto che tipo era.
Quando lo aveva incontrato quasi due mesi prima, per cercare di avviare quel progetto che le stava tanto a cuore, aveva incontrato un uomo basso e tarchiato, con dei baffi e pochi capelli rimasti sul capo. Un tipo cupo e scontroso che aveva fatto un sorriso solo quando lei gli aveva offerto una bella somma di denaro in cambio di una piccola cosa che per lei però aveva un grande valore.
Da quello che le stava dicendo in quel momento al telefono però, l'effetto di quel sostanzioso assegno era già passato. O almeno così sembrava.
"Posso alzare la mia offerta" disse. "Sono certa che troveremo un nuovo accordo."
Altre parole senza alcun senso per lei, ma che un senso per il signor Miller lo avevano.
"Non ho mancato tutti gli incontri stabiliti perché... sì, capisco. Va bene, la ringrazio comunque" Allison riattaccò e deglutendo a vuoto riappoggiò il cellulare sul tavolo. "Mi dispiace mamma, ci ho provato."
Sobbalzò quando bussarono alla porta e con la fronte corrucciata aprì. Davanti si ritrovò Elijah. Abbozzò un sorriso e si schiarì la voce. "Elijah... come mi hai trovata?"
Lui accarezzò con le dita di una mano lo stipite polveroso della porta, poi la guardò con un sorriso. "Ti conosco abbastanza bene da sapere come trovarti anche quando non vuoi essere trovata."
Allison rise. "Non dire sciocchezze Mikaelson" gli disse. "Se avessi voluto nascondermi non mi avresti mai trovata."
"Stai forse cercando di dirmi che volevi essere trovata?"
"No. Ma nemmeno il contrario" la donna si inumidì le labbra. "Cosa vuoi?"
"Vorrei sapere perché te ne stai qui, in questa squallida e polverosa camera di motel, mentre alla tenuta ci sono tante camere belle e confortevoli nelle quali potresti stare."
"Lasciami pensare" Allison si poggiò con la spalla allo stipite che Elijah aveva accarezzato poco prima. "Uno squallido e polveroso motel oppure una gigantesca e lussuosa villa in cui si consumano drammi amorosi e tragedie familiari" sembrò rifletterci e lo fece picchiettandosi un dito sul mento. "Credo che rimarrò qui, ma grazie dell'offerta."
Elijah accennò una risata che fece sorridere anche lei, poi parlò. "Va tutto bene?"
"Sì, mi sono trattenuta un po' più del previsto solo per essere certa che altri cacciatori non si facciano vivi ma conto di tornarmene a casa entro la fine della settimana."
"Non mi riferivo a quello" l'Originale scosse il capo. "Voglio sapere se tu stai bene."
"Certo, perché me lo chiedi?"
"C'è tristezza nei tuoi occhi" le sussurrò Elijah. "Non mi piace quando le tue belle iridi nocciola sono velate come sono adesso."
"Non dovremmo vederci per cena fra tipo... due ore?" gli chiese andandosi a sedere sul grande letto e allungando le gambe che incrociò all'altezza delle caviglie. "Va tutto bene El?"
L'Originale sorrise. "Nessuno mi chiama El a parte te" le disse raggiungendola e sedendole di fronte. "Non lo permetto a nessuno."
"Non ti piace il soprannome forse?" scherzò Allison.
"Mi piace" lui annuì piegando poco il capo. "Ma solo se lo pronunci tu."
Calò il silenzio per un istante, poi la donna fece un grosso respiro. "Ho ordinato la pizza" gli raccontò. "E sì, lo so che fra due ore sarà ora di cena, ma non mangio da ieri e sto morendo di fame. Sarà un piccolo spuntino. Ti va di rimanere e mangiarne un pezzo insieme a me?"
Elijah si perse in un ricordo, ma non sapeva che era lo stesso in cui si era persa lei pochi minuti prima.
Elijah piegò il capo per guardarla. "Allison, io..."
"Non c'è bisogno che tu dica niente Elijah" Allison gli sorrise. "Ad ogni modo, rimarrò fino alla fine della settimana, poi credo che me ne tornerò a casa."
L'Originale rimase in silenzio, incapace di trovare le parole giuste, infine si schiarì la voce e le porse il foglio. Ma la cacciatrice scosse il capo.
"Tienilo pure" gli disse. "Alla villa avete un camino. Buttalo tra le fiamme" si alzò e afferrò una giacca e la borsa. "Ho bisogno di prendere una boccata d'aria, mi fai compagnia?"
Elijah stava per dirle che sì, l'avrebbe volentieri accompagnata. Ma il suo cellulare squillò e sullo schermo comparve il numero di Hayley. "Non posso" disse scuotendo il capo. "Magari un'altra volta."
Allison piegò le labbra in un mezzo sorriso. "Magari un'altra volta" gli fece eco.
"Sì" le disse baciandole una mano. "Mi va di rimanere per uno spuntino." Lei sorrise.
****
Elijah stava guardando qualcosa sul cellulare di Allison quando entrarono alla tenuta. Tra le mani stringeva una grossa cesta che, lei gli aveva detto, conteneva giocattoli e vestiti per Hope. Dove avesse trovato il tempo di comprarli lui non glielo aveva chiesto anche perché temeva che gli avrebbe risposto che si era fermata a comprarli mentre Kol se ne stava addormentato in auto, imbottito di verbena. Non proprio una cosa sicura, ma decisamente da Allison. Freya ed Hayley li raggiunsero non appena li videro.
"Kol è sparito!" sentenziò la strega. "Stavo preparando l'occorrente per praticare un incantesimo di confinamento, per tenerlo bloccato qui, ma si è svegliato ed è scappato prima che potessi fermarlo. Klaus è uscito a cercarlo."
"Fantastico!" esclamò la cacciatrice. "Per fortuna ho mangiato una pizza, perché temo che la cena sia saltata." Volse poi lo sguardo ad Hayley. "Hayley, ti trovo bene." la salutò.
"Allison" ricambiò l'ibrida. "Vorrei dire che è un piacere vederti, ma mentirei."
Ridacchiarono entrambe guardandosi, poi Elijah le richiamò all'attenzione. "Dobbiamo trovarlo."
"Ho provato a localizzarlo con un incantesimo, ma non ci riesco."
"Com'è possibile? Credi che abbia trovato un modo per nascondersi?" Hayley incrociò le braccia sul petto.
Allison, invece, si perse un attimo nei suoi pensieri.
"Conosco quello sguardo" le disse Elijah guardandola. "A cosa stai pensando?"
"Più che un modo credo che abbia trovato un posto per nascondersi" disse lei. "E io conosco un unico posto in cui la magia non funziona."
"Il St. James Infirmary" mormorò lui. "Io vado a controllare lì, tu" disse indicando Freya "rimani qui e prova di nuovo a rintracciarlo con la magia. "Hayley, tu parla con Davina. Vista la loro strana relazione forse sa come trovarlo. Io telefono a Klaus e gli dico di raggiungermi al St. James."
"Io vengo con te" gli disse Allison. Ma prima che potesse obiettare, lei stava già raggiungendo l'auto.
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What if?
FanfictionElijah Mikaelson ha una personalità complessa anche se spesso preferisce essere visto solo ed esclusivamente come l'Originale moralista che rimette insieme i pezzi nel caos lasciato dalla sua, più impulsiva di lui, famiglia. Ma se nella sua vita ci...