WHAT IF SHE INVITED HERSELF?
"La trovo una dimostrazione di forza, dar credito ad una fazione inferiore, o quantomeno farlo credere a loro. Speravo che anche tu la pensassi come me, Francesca." Elijah bevve un sorso al suo bicchiere e sorrise sornione alla donna che gli stava davanti. Lo irritava come poche donne erano capaci di fare anzi, forse nessuna mai gli aveva provocato quello sgradevole solletico di fastidio che davanti a lei cercava di mascherare.
Francesca Guerrera lo infastidiva perché parlava e si muoveva spinta dalla convinzione di essere la più furba, la più bella, la più forte tra gli esseri umani che avevano a che fare con il soprannaturale. Peccato però che non fosse niente di tutto quello che pensava di essere. Era una bella donna, questo era innegabile, ma non era la più bella delle umane, era furba ma non tanto quanto credeva e non era più forte di una comunissima donna. Era però esattamente quello che ad Elijah serviva in quel momento.
Quando quella strega, Genevieve, se ne era venuta fuori con tutta quella storia della Fête des Bénédictions lui le aveva riso in faccia ma poi ci aveva riflettuto e si era fatto carico di occuparsi di invitare la gente giusta. Quella festa per lui non era l'occasione per dare alle tre ragazze del raccolto l'importanza che la loro madrina desiderava, era invece l'occasione per creare nuove alleanze e rafforzare quelle già esistenti.
Per fare questo doveva fare in modo che un rappresentante di ogni fazione partecipasse e così aveva passato la mattina a persuadere la gente; prima Diego a cui aveva praticamente ordinato di partecipare come rappresentante per i vampiri, poi Jackson, Oliver ed Hayley affinché uno di loro si facesse portavoce per i lupi e infine era toccato a Francesca che avrebbe dovuto essere la rappresentante degli umani. Fosse stato per lui quell'ultimo invito lo avrebbe mandato a qualcun altro; ad una umana davvero bellissima e forte e furba. Ma non la vedeva da un po' e non gli era sembrato il caso di telefonarle.
Con un sorriso appena abbozzato si perse proprio nel suo ricordo e ci rimase fin quando Francesca non parlò di nuovo.
"È proprio vero quello che dicono di te, Elijah" gli disse avvicinandosi il bicchiere alle labbra. "Riesci a far sembrare nobili anche le minacce" un sorso, poi un sorriso che lui ricambiò riluttante. "Ci sarò, come rappresentante degli umani."
"Ci sarò anche io, in rappresentanza di quello che ha appena detto lei..." una donna si mise a sedere al loro tavolo senza chiedere il permesso, arrivando alle spalle di Elijah. "Allora, ho sentito che qui ci sarà una festa stasera? Credo che il mio invito si sia perso..." un sorriso gioioso a cui Elijah rispose con vero piacere. "Ciao Elijah, ne è passato di tempo."
"Fin troppo se lo chiedi a me."
"Ciao anche a te, Francesca" continuò la donna guardandola. "Vorrei dire che è un piacere rivederti ma mentirei quindi me ne starò zitta."
"Allison" sbuffò la Guerrera, "che diavolo ci fai tu qui?"
"Intendi qui in questo bar oppure qui a New Orleans? Sai cosa, non rispondere, perché in ogni caso non sono affari tuoi."
"Affascinante come sempre," mormorò Francesca. "Beh mi dispiace Allison, ma la Fête des Bénédictions prevede che un solo membro per ogni fazione possa farsi rappresentante per la stessa ed io rappresenterò gli umani."
"Casa mia, mie le regole" parlò Elijah senza staccare gli occhi da Allison, con un sorriso mal nascosto. "Credo che ci sia posto per un umano in più. La festa inizia alle sette, non tardare."
Per Francesca, quello fu il segnale che era ora di andarsene. E infatti, se ne andò.
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Allison bevve l'ultimo sorso dal suo bicchiere di acqua e infine mandò giù l'unica patatina fritta rimastale nel piatto. Elijah non aveva toccato cibo ma era rimasto per farle compagnia e un'ora era passata tra chiacchiere inutili e racconti dell'ultimo anno. Non che l'Originale avesse parlato molto, l'aveva ascoltata però con dentro gli occhi quella luce attenta che aveva ogni volta che lei gli parlava. Una luce che non era così facile da trovare.
"Scusami," si scusò facendo un grosso respiro. "Ma stavo davvero morendo di fame. Non mangiavo un pasto completo da ieri a pranzo."
"Non c'è problema. Se ben ricordo ti piace la torta di mele, qui ne fanno una davvero deliziosa."
Lei sorrise. "Magari dopo, ora dimmi, come vanno le cose nella famiglia Mikaelson?"
"Ah" sussurrò Elijah. "Non saprei da dove iniziare. Immagino che già saprai che Klaus diventerà presto padre."
"Sì, l'ho saputo. Rebekah ed io parliamo spesso, me lo ha detto. Mi ha detto anche che sei... molto affezionato alla madre di questo bambino."
"Rebekah" l'Originale scosse poco il capo. "Non ha mai saputo quando era il momento di smettere di parlare."
Allison rise. "Tranquillo, non mi ha detto molto. Ho preferito non sapere" calò il silenzio per un istante, poi la donna riprese. "Comunque non ho davvero intenzione di venire alla festa stasera, in realtà sono a New Orleans solo di passaggio, ma quando ho sentito te e Francesca parlare e ho visto che lei ci teneva così tanto non ho saputo resistere. Infastidire Francesca Guerrera è il mio piacere segreto... corruga la fronte in un modo talmente buffo quando si arrabbia che davvero non so resistere."
Il viso di Elijah si trasformò, una leggera ombra di delusione lo attraversò spegnendo parte di quella luce nei suoi occhi. "È un peccato, se ben ricordo sei incredibilmente bella chiusa in un vestito elegante" mormorò con tono serio ma espressione quasi giocosa.
Lei si sentì avvampare poco ma non distolse lo sguardo. "Fai attenzione, la memoria è spesso ingannevole. Devo andare ora, ma è stato bello rivederti El, salutami Klaus" si alzò e con calma si fermò e gli diede un bacio sulla guancia.
"Se dovessi cambiare idea..." il vampiro la afferrò piano per un braccio e fissò lo sguardo dentro il suo.
"So come trovarvi" concluse Allison per lui.
****
La festa si era rivelata essere un vero successo, molte persone avevano deciso di partecipare; alcuni invitati, altri semplicemente turisti curiosi. Tra le varie fazioni si respirava un certo nervosismo con i vampiri che sostenevano di non volersi piegare a nessuno, i lupi che pretendevano la stessa cosa, gli umani che cercavano, sgomitando, di guadagnarsi un posto in alto in quella crudele gerarchia di esseri. Elijah era rimasto per ore all'entrata della villa ad accogliere gli ospiti, si era spostato per accompagnare Hayley dentro e poi era ritornato fuori coltivando ancora un briciolo di speranza... speranza che Allison avesse cambiato idea, speranza che sarebbe arrivata davvero bellissima in un vestito elegante, speranza che avrebbe potuto stringerla per una danza come era successo la prima volta che si erano incontrati.
Ma il tempo correva e di lei neppure l'ombra. Pensò che era da sciocchi stare ancora lì fuori a fissare la strada, con molta probabilità non sarebbe arrivata. Meglio entrare e farla finita; Allison era lì di passaggio anche se ogni volta lui sperava che fosse per qualcosa in più, anche se non glielo aveva mai detto. "È stato bello rivederti" mormorò al vento.
E fu allora che Allison arrivò con passo sicuro sui tacchi, fasciata da un vestito che le stava d'incanto.
"Sono in ritardo?" gli chiese con un sorriso quando gli fu vicina.
Lui scosse il capo. "Non di molto. Ma in fondo, ha importanza?"
"No, non ne ha" la donna fece un respiro profondo. "Sono ancora come mi ricordavi chiusa in un vestito elegante?"
"Sei molto di più di quanto ricordassi" ammise Elijah porgendole la mano. "Francesca Guerrera sarà molto infastidita."
La sua interlocutrice lo guardò per un istante, poi scoppiò a ridere, infine lo baciò stringendosi a lui. Elijah ricambiò con trasporto.
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What if?
FanfictionElijah Mikaelson ha una personalità complessa anche se spesso preferisce essere visto solo ed esclusivamente come l'Originale moralista che rimette insieme i pezzi nel caos lasciato dalla sua, più impulsiva di lui, famiglia. Ma se nella sua vita ci...