15. Tutti i Santi insieme

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Le coincidenze sono il modo di Dio per rendersi anonimo.
Einstein.

Angelica's POV

Appena sento il disinfettante nella tempia ho un sussulto e d'istinto mi ritraggo leggermente.

«Scusa...», dice l'uomo davanti a me e con maggior cura tampona delicatamente la mia ferita.

Lo osservo mentre con estrema precisione disinfetta e controlla i punti inseriti nella mia tempia destra.

Mi ricorda la dolcezza di papà.

Resto incantata mentre fisso le sue iridi. Oggi sono più brillanti del solito: possiedono un azzurro intenso, con un'aureola gialla intorno alla pupilla.
Nei suoi occhi mi sembra di intravedere un frammento di ciel sereno in mezzo a queste tenebre, che ormai condividiamo da qualche mese.
So che ha un figlio della mia stessa età, di cui parla spesso. Anche lui studia medicina, è uno sportivo. Ma su quest'ultimo punto non è entrato nel dettaglio.

«É davvero un brav' uomo, dottore» lo dico quasi senza accorgermene.
«Vorrei tanto che mio figlio pensasse la stessa cosa», bisbiglia con un velo di tristezza.
«Certo che lo pensa» affermo con sicurezza.
Come potrebbe non pensarlo, anche se non lo conosco?
«Non lo so è diventato freddo, non mi parla, non da voce ai suoi pensieri, non chiede più i miei consigli, non viene a farmi visita... ».
«Sono sicura che risolverete, dott. De Angelis».
«Riccardo...» mi corregge «Dopo tutto quello che stiamo condividendo, puoi chiamarmi per nome».

Gli sorrido e lui si ferma ad osservarmi.
«Angelica...a proposito di mio figlio...Grazie per ciò che hai fatto oggi...».

Lo scruto interrogativa, a cosa si riferisce?

[...]

«Angelica».
Mi sveglia una mano che poggia sopra la mia spalla.

Mi volto e per un attimo vedo davvero Riccardo De Angelis. Ma è solo un attimo. Un' illusione.

«Sei scomoda in questa posizione» afferma mia madre.
«Mamma, quando sei arrivata?» chiedo in un sussurro, mentre mi accorgo di essere inginocchiata ai piedi del divano con la testa e le braccia appoggiate sopra di esso.

«Mi ha chiamata Margherita, so che ieri notte avete avuto un po' di difficoltà e quindi ho pensato di venire io da voi. Così pranziamo qua» dice sottovoce osservando le persone adagiate a tetris sopra il divano, in particolare osserva Michele e noto nel suo sguardo un velo di nostalgia, che non riesco a giustificare.

«Va bene, ti aiuto...» dico alzandomi in piedi.
«No tesoro, ho già portato tutto. Più che altro fai colazione» detto questo, mi sorride e si allontana.

Scruto le persone addormentate nel divano: Eva dorme sopra il petto di Andrea. Fanno molta tenerezza. Mi avvicino verso Michele e sfioro la sua fronte, per controllare la febbre. È fresco. Meno male.
Certo che ieri sono stata di grande aiuto.

Come una forchetta in un piatto di minestra.

Mi allontano da loro sospirando e raggiungo mamma in cucina.
«Mamma...» faccio una pausa «hai più sentito Riccardo De Angelis? È un anno che non ho notizie».

È da quel giorno, che non ho più notizie. Averlo sognato mi ha riportato alla mente vecchi ricordi.

Mamma si volta, per un attimo sussulta e sbatte le palpebre...

Che ho detto di così scandaloso?

«Perché lo chiedi a me, se in soggiorno c'è Michele De Angelis?» chiede come se avessi detto un'eresia.

Non Sarai Mai AbbastanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora