CAPITOLO 15

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Bang chan pov's

Avevo in mano un cubetto di ghiaccio preso dal secchiello, e il senso di possesso che provavo era ancora più forte e profondo di prima, ma anche il sollievo. Come se non avessi sperato di sentirglielo dire.
Però l’aveva detto, e non poteva più rimangiarselo.
Gli sfiorai di nuovo i polpastrelli con il cubetto di ghiaccio, dandogli un altro assaggio di quello che doveva aspettarsi. Poi lo passai su una natica e lungo la parte posteriore di una coscia.
Lui trasalì, con la pelle d’oca, e tremò. Però non protestò, perciò lo spostai verso l’interno della coscia e lo feci scorrere sulla sua pelle più sensibile.
Lui rabbrividì e cercò di scostarsi, perciò gli strinsi con la mano libera il foulard che gli legava i polsi per bloccarli.

«Fermo» mormorai.

Tremando, lui si sforzò di obbedire.

«Bravo.» Spostai il cubetto verso l’alto, a sfiorando  le pieghe del sesso.

Lui emise un grido soffocato. «Che cosa fai?»

Non risposi, e feci scorrere il ghiaccio sulla sua carne bollente, poi intorno ai testicoli, sapendo che il freddo avrebbe intensificato il piacere. Lui trattenne il fiato, scosso da un altro brivido.

«Ti piace, I.n?»

«N… non lo so» balbettò.

Bene. Almeno era sincero.

Gli strofinai di nuovo i testicoli con il cubetto di ghiaccio, stavolta con maggiore pressione, e lui si contorse sul letto con le cosce che tremavano. «E ora?»

«S… sì.»Gli si spezzò la voce.

«Mi piace.»

Ero invaso dal piacere che mi provocava la vista di I.n che godeva così, sapendo che ero io a causargli quelle sensazioni. Era più esaltante di aggiudicarmi qualsiasi contratto. E lui si fidava di me e me lo lasciava fare. Gli passai di nuovo il cubetto sulla pelle; il suo calore lo faceva sciogliere rapidamente. «Certo che ti piace, e lo sai. Sai che non ti procurerei mai dolore.»

«Allora piantala e fammi venire» mi ordinò, tremando. «Ti prego, Chan!»

Ormai il ghiaccio si era sciolto e avevo le dita fredde. Perciò gliele infilai dentro, stavolta due, strappandole un gemito. I.n sollevò i fianchi ma io l’ammonii: «No, non funziona così. Stasera verrai quando voglio io, e non un secondo prima. E certamente non prima che io abbia avuto quello che voglio».

«Non sono costretto» replicò lui, ansimante.«Credevo che lo facessi per me, per il mio piacere.»

Ah, come mi provocava! Perché I.n era fatto così. Non concedeva mai niente senza lottare. «Accettare di essere mio sarà per il tuo piacere. Perché è quello che vuoi anche tu.»

«Non puoi saperlo.»

«Oh, sì, invece.» Sorrisi. «Yang Jeongin, mi vuoi sin dal primo momento in cui mi hai visto.»

Amami ancora.. (omegaverse)| JEONCHAN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora